Con Carlo
Magno vengono gettate le fondamenta di una rivoluzione del
pensiero europeo. Egli, infatti, creò ad Aquisgrana la Schola
palatina (intorno al 794), con lo scopo di ampliare
l'istruzione delle persone e propagare il sapere. Le nuove
dottrine di questo si dividevano in due parti: quella letteraria
(l'arte del trivio) e quella scientifica (l'arte del quadrivio).
Con l'Admonitio Generalis Carlo Magno diede origine
ad un metodo di studio comune in tutto il Sacro Romano Impero.
Per far ciò si servì della cultura benedettina, che fino a quel
momento era rimasta al chiuso dei Monasteri. Nacque un tipo
d’insegnamento detto scolastico, per differenziarlo da
quello monastico, anche perché esso prese forme e strutture del
tutto autonome da quest’ultimo. Carlo Magno, forse senza
saperlo, diede origine a quella che viene chiamata "rinascita
carolingia".
Sul lungo periodo, tutto ciò diede, infatti,
importanti frutti. Alla fondazione della Schola palatina
fece seguito l’istituzione e la diffusione di scholae, un
sistema scolastico-educativo uniforme in tutt’Europa. Verso
l’anno Mille quest’afflusso culturale portò alla nascita della
filosofia “scolastica”.
Anselmo d'Aosta
L'abate benedettino Anselmo d'Aosta
(nominato in seguito arcivescovo di Canterbury) è ritenuto
universalmente il Padre della Scolastica. E’ ovvio che
argomento principale del suo pensiero verteva sul tentativo di
convergenza tra fede e ragione, che Anselmo sviluppava a partire
dalla tradizione platonica e agostiniana. I suoi trattati,
capisaldi del suo pensiero, sono: il Monologion, in cui
l’esistenza di Dio è trattata a posteriori e il
Proslogion, in cui, invece, è svolta a priori. Nel
primo, Anselmo d'Aosta la dimostrava, poiché, se qualcosa
esiste, è dato pensare che vi sia un Creatore a principio della
catena ontologica. Nel secondo, partendo a priori, poiché non si
può pensare nulla di più immenso di Dio, l'Ente massimo, chi
sostiene il contrario si contraddice, in quanto esisterebbe
qualcosa di maggiore, che tuttavia non c’è. E’ proprio questo
svolgere la realtà degli universali come ante rem, a
priori, precorrenti tutta l'esperienza umana, che
caratterizza il pensiero di Anselmo. Le sue teorie trovarono il
sostegno di Guglielmo di Champeaux (realista o idealista che si
voglia considerare), ma anche l’opposizione del filosofo
Roscellino, che gli opponeva un nominalismo di tipo estremo.
Quest’ultimo arrivava a sostenere che la Trinità non fosse unica
Persona, ma l’unione di tre, anche se coincidenti per potere e
volontà. L’ulteriore intervento di Pietro Abelardo nella
questione, sotto un profilo più concettualistico, non fece altro
che allargare la polemica. E’ questa la caratteristica del
pensiero scolastico medievale: di un dibattito che perdurerà al
suo interno per diversi secoli a venire.
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