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Sergio Bertolami
e Rosa Manuli -
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
Pagine 240
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences Srl
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

  4/4  
  LA FILOSOFIA IN ITALIANO
 
 
 

 

 

Nel Medioevo, e soprattutto nel Duecento, i filosofi avevano una grande fiducia nella ragione umana, che poteva analizzare e portare a chiarimento persino i misteri della fede. Se Dio, infatti, nei Vangeli si afferma come Logos (cioè come Principio Logico) è evidente l’utile mezzo della ragione per comprenderne l’essenza. Nel Trecento, però, all’ottimismo si contrappone una diversa visione delle cose.
E’ in particolare in Inghilterra che due pensatori, lo scozzese Duns Scoto e Guglielmo di Ockham, danno delle ricerche teologiche una versione opposta. Scoto afferma che non tutto è possibile all’indagine filosofica: esiste un limite invalicabile al ragionamento umano. Esiste il problema, ad esempio, dell’essenza (il problema dell'haecceitas) che definisce un oggetto specifico, che può essere quello e nient’altro (hic et nunc). L’incomprensibilità è proprio “perché” è tale e non diversamente. Egli individua, così, un limite non solo al ragionamento, ma a tutto il sapere umano, alla conoscenza. E se questo lo è sulle cose, a maggior ragione è tale sull’essenza di Dio. E’ quindi inutile riflettere su ciò che non può avere una risposta razionale. Come sosteneva lo stesso Parmenide, Scoto afferma che esiste una necessità di essere dell'Essere, ma la sua ragione, per noi esseri umani, è del tutto incomprensibile.
Scoto concepisce un Dio completamente diverso da prima: Dio possiede una volontà “incomprensibile e arbitraria”, del tutto non razionale, poiché, se lo fosse, la sua libertà ne sarebbe limitata.
Da ciò la nascita del fideismo, cioè la fiducia cieca e totale in Dio, immotivata da argomenti razionali.

Il radicalismo di Occam
Di questa nuova teoria filosofica e teologica fece parte anche Guglielmo di Ockham. Si distinse, possiamo dire, per il radicalismo delle sue posizioni, molto più estreme di Scoto. Esponente di spicco della corrente nominalista, arrivò a negare la posizione di mediazione della Chiesa fra l’uomo e Dio. Sostenne che Dio non ha creato l’universo per «intelletto e volontà», la teoria di Tommaso d'Aquino, ma solo con la volontà, senza logica, regole o leggi, in piena libertà. Questa libertà, che si riflette sull’uomo, permette ad esso di scegliere la moralità. Ciononostante, il giudizio su di esso di Dio, non sarà ne basato su predestinazioni o sulle opere compiute, ma secondo leggi del tutto inconoscibili. Secondo la teoria riduzionista, inoltre, Occam nega sia i concetti di causa che di sostanza, che egli reputa metafisici. Si schiera, in definitiva, a favore dell’approccio empirico alla conoscenza.

Il misticismo tedesco
Creatore della mistica speculativa tedesca fu Meister Eckhart. Come molti nel Trecento, sosteneva l’imperscrutabilità di Dio, tanto da sostenere una teoria del tutto personale. Esso scriveva che Dio, in una creazione continua e infinita, origina se stesso e il proprio Figlio negli stessi esseri umani. Per questo egli spingeva gli uomini ad una cura di se stessi e della propria anima, attraverso una assidua e costante preghiera contemplativa.

Questa inconoscibilità del Creatore portò, in definitiva,  alla separazione, sempre più accentuata, tra scienza e fede.  Secondo il pensiero della scuola di Chartres, da un lato si valorizzava l'indagine naturale ed empirica, dall’altra si giunse ad una fiducia assoluta in Dio. La distanza tra dimensione terrena e quella divina e spirituale, così accresciute, portò ad un crescente fideismo nel XIV secolo (quello dello stile estremo del gotico architettonico).

 

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