Bernardino Telesio compì i suoi primi
studi con lo zio Antonio, dotto umanista, a Cosenza. Poi,
insieme allo zio, si recò prima a Milano e poi a Roma, dove
soggiornò per diversi anni. Si trovava ancora a Roma nel 1527,
quando i lanzechinecchi di Carlo V occuparono la città
realizzando il famoso “sacco di Roma”. Anche Telesio, in
quell’occasione, fu incarcerato. Liberato partì prima per
Venezia e poi per Padova, dove si fermò per concludere i propri
studi nella famosa università. Prese il dottorato nel 1535. A
quei tempi , a Padova, si trattava ancora della polemica contro
gli averroisti e alessandrini sulla interpretazione di
Aristotele. Telesio, cercando qualcosa di nuovo, come tutti i
giovani, iniziò la sua critica alla fisica aristotelica in
proiezione naturalista.
Viaggiò moltissimo, in lungo e in largo
per l’Italia. Appoggiato da diversi papi, come Clemente VII a
Gregorio XIII, godette, soprattutto, dell’appoggio del Duca di
Nocera, Alfonso III Carafa. Questi gli diede l’ospitalità (a
Napoli) e la tranquillità necessaria (tra gli anni 1544-1552)
per comporre il trattato che poi si rivelerà fondamentale nel
pensiero telesiano: De rerum natura iuxta propria principia
("Intorno alla natura delle cose secondo i loro principi")..
L’opera completa in nove volumi fu stampata nel 1586 (i primi
due libri lo furono nel 1565).
Telesio, nell’ultima parte della
sua vita, risiedette a Cosenza. Nella città vi era un’Accademia
filosofica, che egli sviluppò, approfondendo gli studi
filosofici-scientifici. L’Accademia prese poi il suo nome:
Accademia telesiana. Morì famoso proprio a Cosenza nel 1588,
pianto dai suoi affezionati allievi. Il suo pensiero, invece,
durante il periodo della Chiesa della Controriforma, fu molto
contrastato, tanto che il De rerum natura fu inserito
nell'Indice dei libri proibiti nel 1593.
Per quanto riguarda il pensiero telesiano, la novità di
certe osservazioni non poteva che suscitare forti polemiche,
come, ad esempio, quella con con il filosofo neoplatonico
Francesco Patrizzi, riguardo alla natura della massa corporea o
terra, molto simile ai principi metafisici aristotelici. Il
successo della sua filosofia si registrò soprattutto nell’Italia
meridionale e tra i suoi seguaci possiamo citare, uno per tutti,
il filosofo Tommaso Campanella, anch’esso calabrese. Lo stesso
Bacone confessò di aver appreso dal suo De rerum natura iuxta
propria principia il concetto che non ci si poteva limitare
alla conoscenza dei fenomeni naturali, ma che attraverso
l’esperienza questi potevano essere dominati. Il lascito
filosofico di Telesio fu comunque rilevante, tanto che molti lo
ritengono l’ispiratore di correnti quali: il sensismo,
l'empirismo e l'utilitarismo.
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