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Sergio Bertolami
e Rosa Manuli -
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
Pagine 240
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences Srl
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

  2/3  
  LA FILOSOFIA IN ITALIANO
 
 
 

 

 

E’ evidente come l’uomo non possa considerarsi il creatore della realtà naturale: Tuttavia in alcuni ambiti, egli ha creato delle astrazioni che gli competono, come la matematica o la metafisica. D’altra parte, riflette Vico, la stessa società civile è una sua creazione. La società è un prodotto della Storia e nella storia vi è stata l’evoluzione della mente umana e della sua civiltà. In essa egli verifica il concetto del verum ipsum factum dando origine così ad una scienza nuova. Se la matematica risulta un’astrazione, la storia della civiltà umana è, per opposto, estremamente concreta. L’uomo e la sua civiltà non possono essere concepite fuori dal divenire storico, pena la totale astrazione. Così i cartesiani o i neoplatonici assurdamente trasformano  la ragione in una realtà assoluta, senza tenere conto del divenire storico, con la sua logica e i suoi condizionamenti. Ecco così aprirsi il campo della filologia, ma non come semplice raccolta di fatti. Essa, infatti, deve colloquiare con la filosofia, essendo una complementare all’altra, cosi che  si possa accertare il vero e inverare il certo.

La “Scienza nuova”,
proposta da Giambattista Vico, opera sul divenire storico della civiltà umana. Essa deve approfondire l’analisi storica alla ricerca di leggi e costanti che ne siano alla base, così come accade per altri tipi di scienze. I principi universali estratti, che hanno un valore immateriale di tipo platonico, sono e devono essere il modello cardine per la nascita e l’esistenza delle nazioni.
A questo punto Vico, sempre guardando alla storia della civiltà, individua un principio superiore che la regola e la trasforma. Se l’umanità, afferma, spinge versoi intenti  utilitaristici e del tutto individuali, la società, vista nel suo complesso, si evolve, invece, verso finalità di progresso e di giustizia secondo la regola della eterogenesi dei fini. Se in teoria la Storia umana è il prodotto creativo dell’uomo, in pratica non gli appartiene. Piuttosto egli individua come legge generale, creatrice della realtà sociale, la guida della Provvidenza, stavolta opera del Divino. Questa, nonostante le guerre, le stragi o le malvagità, immette nell'agire umano un principio di verità, che se non giunge attraverso una verità rivelata, perlomeno è percepita nel senso comune dei popoli.
Oltretutto, la storia ha sempre contenuto principi di giustizia e ordine, anche in epoche molto remote. Questa sapienza è una verità eterna, che si esprime accadimento per accadimento, anche in modi e forme storicamente dissimili.
La storia, in sostanza, realizza una mediazione tra l'opera umana e quella divina. Poiché è vero che se regredisce a volte anche in barbarie, è sempre vero che essa ripartirà seguendo una strada sicuramente di livello superiore.

   
   
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