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Sergio Bertolami
e Rosa Manuli -
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
Pagine 240
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences Srl
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

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  LA FILOSOFIA IN ITALIANO
 
 
 

 

 

Nasce a Milano nel 1728 da Gabriele Verri, magistrato e politico di idee conservatrici, e dalla nobile Barbara Dati. Avviata la carriera militare (seguì studi successivamente a Vienna) frequentò l'Accademia dei Trasformati, dove conobbe Giuseppe Parini. Si arruolò tra il 1759-60 nell'esercito asburgico durante la guerra dei Sette Anni (1756-1763).
A Vienna inizia a scrivere Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano, che pubblicato nel 1763 gli valse il primo incarico pubblico governativo. Nel 1761 a Milano insieme al fratello Alessandro e ad una serie di amici (Cesare Beccaria, Alfonso Longo, Pietro Secchi, Giambattista Biffi e Luigi Lambertenghi), fonda l'Accademia dei Pugni che inizia nel giugno 1764 a pubblicare il giornale “Il caffè” il quale, con un'uscita ogni 10 giorni, arriva fino al maggio 1766. Tutti gli articoli pubblicati vengono raccolti in due volumi. Tra essi, scritti dal Verri, possiamo citare: Elementi del commercio (volume I, foglio 3), La commedia (I, 4-5), La medicina (I, 18), Su i parolai (II, 6).
Contemporaneamente alla pubblicazione del giornale il Verri, rappresentando la nuova intelighenzia della città, inizia a scalare posizioni politico-amministrative nel governo viennese di Milano. In brevissimo tempo passa da membro della Giunta per la revisione della "ferma" (1764) a membro del Supremo Consiglio dell'Economia (1765). Presieduta da Gian Rinaldo Carli, collaboratore esso stesso del “Il caffè”, assegna ruoli di grande importanza ad alcuni del suo gruppo: a Cesare Beccaria la cattedra di Economia pubblica e ad Alfonso Longo quella di Diritto pubblico ecclesiastico nelle Scuole Palatine.
Nel 1778 insieme ad alcuni degli amici fonda la Società patriottica milanese.
Tra il 1768 e il 1777 Pietro Verri redige vari scritti di grande importanza: Osservazioni sulla tortura (1768), le Meditazioni sull'economia politica (1771), il Discorso sull'indole del piacere e del dolore (1773), e i Ricordi a mia figlia (1777).
Nel 1780 essendo salito al trono asburgico Giuseppe II, la tolleranza verso i riformisti milanesi diminuì, tanto che nel 1786 Verri, critico nei confronti del nuovo monarca, abbandona ogni incarico pubblico. In questo breve periodo edita la Storia di Milano (1783).
Nel 1796 con la presa di Milano da parte di Napoleone, anche se ormai anziano, insieme, tra gli altri, ad alcuni vecchi amici, come Alfonso Longo e Luigi Lambertenghi, dà vita alla Repubblica Cisalpina (patria del tricolore italiano). Nonostante la nuova ed elettrizzante esperienza, Pietro Verri muore l'anno successivo il 28 giugno del 1797.

   
   
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