Grazie all'opera di Pietro Verri e del suo gruppo legato alla
rivista “Il caffè” Milano divenne il principale centro del
pensiero illuminista in Italia. Attraverso l'opera organizzativa
del Verri la rivista doveva rappresentare non soltanto un grande
centro di aggregazione illuminista che con l'avvio di un
dibattito doveva “svegliare” le menti dei cittadini ancora
“dormienti” nella superstizione e nel dogmatismo, ma anche
essere un polo ispiratore di un nuovo modo di governare una
grande città come Milano e la Lombardia in generale. Purtroppo
il momento non era il migliore per tutti i cambiamenti
desiderati, ma i temi e le innovazioni del pensiero del Verri
rimasero ben presenti nell'opera dei posteri.
Discorso sull'indole del piacere e
del dolore Nel suo trattato sul dolore e sul
piacere Verri sposa le teorie di Helvetium. Sostiene che la vita
degli uomini è governata dall'incessante ricerca della felicità
e del piacere. Purtroppo la felicità si avvera raramente e
rappresenta solo piccoli momenti sporadici nella sostanza della
vita governata dall'idea dal dolore (Schopenhauser e Leopardi
sostengono la stessa tesi ). La felicità può esistere, secondo
l'autore, solo a livello sociale e collettivo.
Osservazioni sulla tortura
Come illuminista il Verri non può che essere contrario alla
tortura in una giurisprudenza moderna e non antistorica e,
soprattutto, ingiusta. Poiché la tortura viene applicata sugli
indagati a priori, è evidente che la cosa è ingiusta se
l'accusato è innocente, in quanto non necessaria, ma anche se è
presumibilmente colpevole perchè si può incorrere comunque
nell'ingiustizia di martoriare fisicamente una persona che si
potrebbe dimostrare innocente. In ogni caso, anche se la tortura
viene applicata su un colpevole, è del tutto innaturale:
l'accusato perde la naturale protezione istintiva del proprio
corpo, cioè è un'aperta violazione delle leggi di natura.
Meditazioni sull’Economia
Politica Nel testo Meditazioni sull’Economia
Politica, che può essere valutato come la sua opera più
importante sull'economia, Il Verri avanza tesi che possono
essere considerate, addirittura, anticipatrici di quelle di Adam
Smith , del marginalismo e persino di John Maynard Keynes. Egli
parla di leggi matematiche sulla domanda e l'offerta, della
moneta vista come "merce universale", di libero scambio.
L'equilibrio nella bilancia dei pagamenti è assicurato, sostiene
inoltre il Verri, con aggiustamenti del prodotto interno lordo e
non da aggiustamenti del tasso di cambio, cioè della quantità e
non del prezzo.
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