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Sergio Bertolami
e Rosa Manuli -
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
Pagine 240
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences Srl
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

  1/4  
  LA FILOSOFIA IN ITALIANO
 
 
 

 

 

Varie e sorprendenti sono le cose della vita. Benedetto Croce, nato a Pescasseroli, in Abruzzo, nel 1866, da famiglia agiata e religiosissima, iniziò la sua vita in maniera tranquilla e tradizionale. Nel 1883, in gita con la famiglia ad Ischia, fu coinvolto, invece, nel terremoto di Casamicciola del 28 luglio. Nel crollo della casa, Benedetto Croce rimase sepolto per diverse ore. Probabilmente pensava di morire e invece fu tratto in salvo dal cugino Paolo Petroni. Riportato alla luce ebbe però la sgradita notizia della morte dei genitori, Pasquale e Luisa Sipari, e della sorella Maria. Ospitato momentaneamente dai cugini a San Cipriano Picentino, presso Salermo, fu affidato successivamente allo zio Silvio Spaventa. Lo zio era fratello del filosofo Bertrando Spaventa. Per la tragedia, il giovane Benedetto, ancora adolescente, perse la fede, ma, implicitamente, guadagnò un futuro. In casa dello casa dello zio Silvio, infatti, si teneva un circolo culturale, dove Benedetto ebbe modo di conoscere importanti uomini politici ed intellettuali. Tra questi Antonio Labriola, che gli fece conoscere il pensiero marxista. Del Labriola, evidentemente, rimase affascinato, tanto che ne seguì le lezioni di filosofia morale a Roma, invece di frequentare la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli, a cui era, peraltro, iscritto. Alla fine abbandonò gli studi universitari per approfondire, invece, quelli filosofici e culturali.

Nel 1886, tornato a Napoli, comprò la casa, guardacaso, che era stata di Giambattista Vico, il filosofo napoletano, di cui Croce apprezzava il pensiero.
In seguito ebbe modo di viaggiare moltissimo in Europa, toccando la Spagna, la Germania, la Francia e l’Inghilterra.
Nel 1895, approfondì la conoscenza del pensiero marxista, conosciuto dal Labriola. Giudicò, tuttavia, le nuove teorie antistoriche, soprattutto sotto l’aspetto della critica al capitalismo. Tornò, invece, ad apprezzare il pensiero hegheliano, di cui, da giovane, aveva criticato la forma incomprensibile.
All’inizio del 1903, Croce inizia la sua avventura con la pubblicazione della rivista culturale La Critica, che finanziò fino al 1906, quando gli subentrò l’editore Laterza. Alla rivista partecipò attivamente anche Giovanni Gentile.
Nel 1910, per censo e notorietà, fu nominato senatore, La sua carriera politica lo portò a ricoprire la carica di ministro della Pubblica Istruzione, nell’ultimo governo Giolitt (dal 1920 al 1921). Come ministro compose una riforma della pubblica istruzione, che verrà attuata in seguito da Giovanni Gentile.

   
   
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