Giovanni Gentile nasce in Sicilia a
Castelvetrano nel 1875, da famiglia agiata (il padre era
farmacista e la madre era figlia di un notaio). Frequenta i
primi studi in scuole siciliane. Svolge gli studi liceali al
liceo Ximenes di Trapani. Tuttavia è nel 1895 che la sua vita
ha un colpo di coda: vince il concorso per quattro posti di
interno della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si iscrive
alla locale Università, frequentando la facoltà di Lettere e
Filosofia. In questa prestigiosa sede, ha come professori , tra
gli altri, Alessandro D'Ancona (professore di letteratura), che
propugnava il metodo storico ed era legato al
positivismo e alle idee liberali, Amedeo Crivellucci (professore
di storia), e Donato Jaia (professore di filosofia), fautore
delle teorie di Hegel e Bertrando Spaventa. Si laurea a Pisa
(nel 1897) e si perfeziona successivamente a Firenze.
La
sua vita seguente è un lento ma progressivo progredire:
inizialmente gli affidano cattedre liceali (a Campobasso e a
Napoli), ma già nel 1906 è nominato professore di storia della
filosofia all’Università di Palermo; poi a Pisa la cattedra di
filosofia teoretica (nel 1915), e poi nel 1917 a Roma diventa
Professore ordinario di Storia della Filosofia, fino alla
cattedra di Professore ordinario di Filosofia teoretica, sempre
all’Università di Roma, nel 1926.
Ancora professore liceale a Campobasso
conobbe Erminia Nudi, che diverrà sua moglie nel 1901. Dal loro
matrimonio nasceranno ben sei figli. Durante il suo periodo
di studi a Pisa ha l’occasione di conoscere Benedetto Croce. I
due diverranno legatissimi, tanto da instaurare un ricco
carteggio, dal 1896 al 1923. In esso svariano su diversi temi,
quali la storia, la letteratura e la filosofia. All’inizio del
secolo sono gli anni dell’idealismo contro le esagerazioni del
positivismo e di esso nelle Università italiane. Il loro non è
un rapporto piatto ma dialettico, non condividendo le stesse
idee. Fatto sta che nel 1903 fondano insieme
la rivista La critica, con l’intento
dichiarato di rinnovare la cultura italiana. Al suo
interno Croce si occupa di letteratura e di storia, mentre
Gentile, svolge argomenti di storia della filosofia.
Il sistema teorico dell’attualismo di Gentile, non è
in questi anni ancora molto sviluppato. Solo
con la grande guerra si definirà realmente. Il grande dibattito
interventista o meno, che si svilupperà in Italia, lo vede
favorevole alla guerra, poiché Gentile la ritiene la naturale
prosecuzione delle guerre del Risorgimento italiano. Nel 1920
Gentile fonda il Giornale critico della filosofia italiana.
Nel 1922 viene nominato Ministro della
Pubblica Istruzione (1922-1924),
pur non avendo mostrato, sino ad allora, una particolare
simpatia per il fascismo. Nel 1923 viene
promulgata la cosiddetta riforma Gentile, del tutto innovativa
rispetto alla legislazione precedente, che risaliva alla legge
Casati del 1859. Dopo l’assasinio
Matteotti, Gentile diede le dimissioni, ma fu subito chiamato
per far parte della Commissione dei
Quindici (poi salita a Diciotto), per riformare sia la
Costituzione Italiana e sia l'ordinamento giuridico dello Stato.
Il codice realizzato fu chiamato Codice Rocco, dal nome di
Alfredo Rocco, principale esponente della riforma.
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