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Marchisello Andrea
La ragione del diritto. Carlantonio Pilati tra cattedra e foro nel Trentino del tardo Settecento
 
Volume 1
Pagine: XXVI - 532
Versione Brossura
Editrice - Giuffrè

Costo su IBS
Euro 51,70

 
  1/4  
  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

La visione degli illuministi della storia è concepita come processo graduale della società verso la civiltà. Ecco che il passato, visto come periodo confuso di barbarie, si compie nel presente come atto di coscienza e rifondazione attivistica, teso ottimisticamente verso un futuro di reale civiltà. La ragione, le scienze, le nuove arti, sostanziano la storia come progresso verso nuovi livelli di civiltà. Questa nuova “forma mentis” è, a ben guardare, la stessa di quella contemporanea. D’altra parte sia gli Illuministi, sia nel pensiero di Kant, si rendono conto che la scelta “della ragione” è un problema assai più complesso. Nell’analisi storiografica, infatti, vengono individuati periodi di stasi e periodi di avanzamento della società. La storia non è un problema della ragione, ma dell’uomo. La ragione è una tra le tante opzioni. La storiografia illuminista, non potendo basarsi, ancora, sulle scoperte scientifiche legate alla teoria fisica newtoniana, finisce per essere basata sulla analisi delle fonti, del loro confronto, del loro vaglio tra giuste e false. Ma la storiografia del periodo fa molto di più: alla storia dei monarchi, quella delle corti, quella delle battaglie, ecco aggiungersi degli argomenti totalmente nuovi, civili, come la vita economica, la cultura artistica e letteraria, lo sviluppo della scienza e della tecnica.
La storiografia illuministica, però, analizzando il passato in funzione della civiltà presente e dell’attivismo della ragione verso il futuro, finisce, però, per costruire una storia “giudicata”, divisa in periodi positivi e periodi negativi, un vero quadro generale del cammino dell’uomo verso la civiltà. Alla visione logica della storia del nostro presente un simile atteggiamento, può dare luogo all’accusa di “antistoricismo”. La motivazione dei fatti storici, non va mai fatta in funzione del presente, ma su quelle che erano le motivazioni del passato stesso.

   
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