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Verso la fine del Settecento l'Illuminismo addolcisce la
sua posizione teorica rimettendo in ballo il sentimento. Poichè
il pensiero illuminista deriva dall'empirismo, non può nel suo
rilievo scentifico della realtà, negare che in questa non vi sia
l'emotività naturale degli esseri umani. La sensazione “non è
apparenza ingannevole che l'intelletto corregge, ma la materia
prima del lavoro dell'intelletto. Nulla essendo nell'intelletto
che prima non sia nel senso”. (Argan) In una mutazione
continua della storia e del pensiero ecco che l'illuminismo si
travasa nel romanticismo. Afferma P. Adorno: ” il neoclassicismo
ha in sé molti atteggiamenti romantici o , almeno, preromantici:
la fuga nostalgica verso una civiltà scomparsa, quella classica,
come un modello di perfezione irrimediabilmente perduto; il
senso della morte e della vanità del tutto; l'ardore, anzi il
furore eroico; l'anelito di libertà”. |
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