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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
  3/3  
  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

Così come alla tesi si contrappone l'antitesi, al concetto positivista di "rivoluzione scientifica" si contrappone la teoria del "continuismo". P. Duhem sostenne che i principali concetti della fisica del Seicento erano in realtà presenti in pensatori del XIV secolo, e che, quindi la scienza si sia evoluta senza "rivoluzioni" ma con un processo graduale e continuo. E' chiaro valore ideologico delle affermazioni di P. Duhem: la sua scienza era nata nel Medioevo per opera di uomini di chiesa e quindi le teorie positiviste sbagliavano cercando una rottura con la cultura medievale e con la religione. Autori del Novecento hanno contrapposto al suo continuismo l'affermazione che la rivoluzione ci fu, non per la sperimentazione né per l'applicazione della matematica, ma per un nuovo atteggiamento intellettuale, ossia per il crollo dell'aristotelismo dovuto ad una variazione filosofica, metafisica, prima an cora che scientifica.

Si devono importantissimi studi sul tema a A. Koyré. Egli sostiene che due sono i momenti che marcano una profonda discontinuità della scienza nel processo storico: la sostituzione dello spazio concreto con lo spazio astratto della geometria euclidea e il passaggio da un universo ordinato a un cosmo infinito. A. Koyré non manca di sottolineare che, al di là delle teorie astratte, furono invenzioni tecnologiche che crearono una frattura: quella del cannocchiale (che ha unificato cielo e terra) e quella dell'orologio di precisione (che ha ottenuto il passaggio dal tempo qualitativo al tempo quantitativo degli scienziati). Ciononostante egli sostiene che la stessa invenzione dei due oggetti non è casuale, ma dovuta alle necessità di strumenti di misura degli scienziati, che come conseguenza portarono alla successiva affermazione della nuova visione scientifica.
Il dibattito sulla continuità o discontinuità dell'evoluzione scientifica è venuto allargandosi e determinandosi.

Negli ultimi scritti si è venuta proponendo una visione più "conciliante" (o realistica), dove i due estremi tendono a fondersi in un concetto di evoluzione storica, dove può verificarsi una rivoluzione causata da un lungo periodo di incubazione. In un testo di grande successo A.R. Hall (La rivoluzione scientifica 1500-1800, 1962, ed. it. 1976) ha sostenuto che, a partire dal secolo XVI, iniziò un processo che ha richiesto un lungo periodo di tempo e che è giunto a compimento solo alla fine del Settecento. Questo processo ha permesso lo sviluppo, da un certo momento in poi, in modo cumulativo e definitivo.
Tuttavia alla teoria di A.R. Hall, lo storico statunitense I.B. Cohen propone di chiedersi cosa e perchè gli uomini di quell'epoca, o immediatamente posteriori, ritenevano assolutamente rivoluzionario. Nell'evoluzione storica della scienza l'evento più importante è la pubblicazione dei Principia di Newton. In esso è presente per la prima volta il complesso rapporto tra teorizzazione, matematizzazione ed esperienza. Questo "stile newtoniano", come egli lo definisce, è assolutamente determinante per la scienza successiva. Cohen sostiene, tuttavia, che non vi sia stata una cesura storica, al di là dell'importanza fondamentale del testo newtoniano, ma che esso si inquadri con lo sviluppo passato in una lenta ma progressiva «trasformazione delle idee».

 
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