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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
  2/3  
  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

Alla vigilia della rivoluzione industriale, in Inghilterra fermenti innovatori avevano creato un clima politico e culturale favorevole all'abolizione degli antichi privilegi e all'ascesa della borghesia degli affari, tendente all'industrialismo e al cambiamento.
La progressiva concentrazione nelle campagne della proprietà fondiaria e l'applicazione di nuovi sistemi di coltivazione portarono ad un aumento della produzione con un minore uso di manodopera impegnata in agricoltura. Questo permise da un lato la creazione di capitali da investire in altri settori, come l'industria, e dall'altro la presenza di manodopera da impiegare nel settore manufatturiero e dei servizi. Va aggiunto che, grazie all'introduzione delle prime pratiche preventive in medicina, con la conseguente diminuzione delle malattie contagiose, provocò una forte crescita demografica del tutto inattesa, che favorì l'ampliamento ulteriore della forza-lavoro e l'aumento della domanda, soprattutto nei settori, come quello tessile, che producevano generi di prima necessità.
La cultura del XVIII secolo, d'altra parte, presenta una peculiarità fondamentale: essa è cultura finalizzata all’azione, conoscenza finalizzata all’attuazione pratica sia di un oggetto, sia di un progetto giuridico. Essa è, in sostanza, una teoria, ma da realizzare concretamente.

Da tenere presente alcuni elementi di grande valore. Nel Settecento ha origine quella che viene definita "Rivoluzione finanziaria": in Inghilterra e in Olanda le Banche centrali iniziano ad emettere
moneta cartacea, meglio detta moneta fiduciaria, cioè sulla fiducia che la banconota abbia una corrispondente ricchezza reale. Questo ha permesso un accumulo di ricchezza e cioè dei capitali necessari alla produzione di livello industriale.
Contemporaneamente con la nuova finanza, così radicalmente cambiata, si comincia a riflettere sul funzionamento dell'economia. Adam Smith, (1723-1790 ) scrive nel 1776 il suo saggio Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni . In esso egli definisce, oltre al concetto di mercato, anche le sue funzionalità e cioè il rapporto tra domanda, offerta e prezzo. Questo rapporto sarebbe moderato da “una mano invisibile” che mantiene l’offerta del miglior prodotto al miglior prezzo possibile. La sua opera è di basilare importanza e lo si ritiene ancora oggi come il fondatore delle teorie economiche moderne. Insieme a Smith, altri studiosi fanno parte del dibattito sull'economia che si accese nel Settecento, come: David Ricardo (1772-1823) inglese e l'italiano Fernando Galiani (1728-1787).

   
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