L'attività speculativa di Kant si può dividere in un due
grandi periodi: il periodo pre-critico e, dopo la pubblicazione
del Dissertatio (1770), il periodo “critico”, cioè
della redazione delle tre Critiche:
la Critica della ragion pura (1781), la
Critica della ragion pratica (1788) e la Critica del
Giudizio (1790).
Nel primo dei due, la filosofia di Kant si colloca a metà
strada tra il Razionalismo e l'Empirismo di Hume. Diversi sono i
trattati che egli pubblica in età giovanile, considerati, però,
minori rispetto all’opera completa. In questa prima fase, Kant
mantiene posizioni dogmatiche, sostenendo che la conoscenza sia
legata alla metafisica. E’ quello che egli definisce il "sonno
dogmatico". Tant’è che più tardi scriverà: «L'avvertimento
di David Hume fu proprio quello che, molti anni or sono, primo
mi svegliò dal sonno dogmatico e dette un tutt'altro indirizzo
alle mie ricerche nel campo della filosofia speculativa»
(Immanuel Kant, Prolegomeni ad ogni metafisica che potrà
presentarsi come scienza, 1783)
E', come si è detto, con la formulazione De mundi
sensibilis atque intellegibilis forma et principiis (più
brevemente Dissertatio), che Kant approda ad una nuova
formulazione filosofica, che rivoluzionerà l'intera settore
culturale (egli stesso la definiva “la mia rivoluzione
copernicana”).
Il testo, con i suoi primi originali sviluppi,
preannuncia la nuova filosofia critica Kantiana, che il filosofo
porterà a maturazione ben dodici anni dopo (nel 1781), con la
pubblicazione della Critica della ragion pura. La
Dissertazione rappresenta lo spartiacque e, al tempo stesso,
il collegamento tra il prima e il dopo della filosofia di Kant.
Con l’abbandono della metafisica e la ricerca della verità
nelle cose terrene egli rivoluziona la filosofia, proprio come
Copernico rivoluzionò l’astronomia, focalizzando l’attenzione
sul moto reale della Terra.
|
|