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L’opera filosofica di Immanuel
Kant, per complessità e vastità, è alquanto ingente. Si
consiglia, quindi, per approfondire e conoscere nella sua
interezza, di continuare la ricerca su Internet. Rimandiamo, a
titolo esemplificativo, alla voce Immanuel Kant di Wikipedia.
Nel suo primo libro Critico,
Kant riflette sulla conoscenza e sul rapporto tra metafisica e
scienza. Matematica e fisica sono scienze, mentre la metafisica
è sia scienza sia disposizione naturale: come è possibile?
Kant distingue: i giudizi analitici a priori, i giudizi
sintetici a posteriori e i giudizi sintetici a priori.
Il
giudizio analitico a priori I
giudizi analitici a priori sono tautologici perché affermano
solamente ciò che è già noto e niente di più. Queste
affermazioni, che conosco senza averne fatto esperienza (a
priori), non aggiungono niente di nuovo rispetto al soggetto.
Un giudizio analitico può aiutare a comprendere i giudizi
impliciti ( non da nuove informazioni e, quindi, non ha una
caratteristica proficua) è pero universale e una volta
affermato non può più essere negato. Questo è il tipo di
concetto usato dai Razionalisti.
Il giudizio sintetico a posteriori
Nel giudizio sintetico la connessione fra
soggetto e predicato viene pensata "senza identità": il
predicato contiene qualcosa di nuovo, che non è proprio
del soggetto. Il collegamento al soggetto avviene in forza
dell'esperienza (dunque a posteriori). Essi sono, quindi, propri
dell'esperienza individuale, non hanno universalità e necessità
ma sono prodotti della conoscenza. Questo è il tipo di giudizio
usato dagli Empiristi.
Il giudizio sintetico a priori
Il
giudizio sintetico a priori è un giudizio che, pur ampliando la
conoscenza, non deriva dall'esperienza. Esso non è
implicito nel soggetto (come nei giudizi analitici), ma presenta
i caratteri di universalità e necessità (e, quindi, è a priori).
Questo è possibile attraverso la «guida» di un termine medio,
cioè dello schema prodotto dall'immaginazione
trascendentale. Questi schemi creano un rapporto tra senso
esterno (forma pura spaziale) e senso interno (forma
pura temporale), rapporto autodefinito concettualmente con
l'identità dell'esperienza. I giudizi sintetici a priori sono
le basi su cui poggiano le teorie della scienza, che
incrementano il sapere (in quanto sintetici), ma non devono
essere provati ogni volta perchè già sperimentati, perciò
universali e basilari.
Questo punto d'arrivo è, per Kant,
punto di partenza per analizzare il rapporto tra conoscenza e
materia. La nuova conoscenza è una sintesi di materia (empirica)
e forma (razionale ed innata). Da dove arrivano i giudizi
sintetici a priori, se questi non derivano dall'esperienza?
Materia ed impressioni sensibili dovute all'esperienza, formano
una realtà caotica.La seconda, la forma, è creata dalla mente
umana che da ordine, attraverso modalità fisse, al caos delle
impressioni. Da ciò se ne deriva che non è la realtà a plasmare
la mente, ma viceversa. La realtà, modellata dalla nostra mente
è il fenomeno, mentre la realtà di per se, cioè
indipendentemente da noi, è inconoscibile, ed è detta noumeno.
A questo punto, Kant cerca di dare ordine alla complessa materia
della conoscenza. Egli individua tre facoltà cognitive: la
sensibilità, l'intelletto e la ragione
La prima facoltà,
la sensibilità, è quella con cui percepiamo la realtà, che
poggia su spazio e tempo.
La seconda, l'intelletto, è la
facoltà con cui i dati sensibili vengono ordinati in concetti
puri o categorie.
La terza facoltà, con cui cerchiamo di
spiegarci ciò che ci circonda, si compone di tre idee: anima,
Dio e mondo.
La Critica della ragion pura si
articola su questa tripartizionesu su cui fonda la conoscenza.
L'opera si suddivide in dottrina degli elementi e dottrina del
metodo. La prima parte studia le tre facoltà tramite l'estetica
trascendentale (sensibilità) e la logica trascendentale, che si
suddivide ulteriormente in analitica (intelletto) e dialettica
(ragione).
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