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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
  3/7  
  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

L’opera filosofica di Immanuel Kant, per complessità e vastità, è alquanto ingente. Si consiglia, quindi, per approfondire e conoscere nella sua interezza, di continuare la ricerca su Internet. Rimandiamo, a titolo esemplificativo, alla voce Immanuel Kant di Wikipedia.

 

Nel suo primo libro Critico, Kant riflette sulla conoscenza e sul rapporto tra  metafisica e scienza. Matematica e fisica sono scienze, mentre la metafisica è sia scienza sia disposizione naturale: come è possibile?
Kant distingue:  i giudizi analitici a priori, i giudizi sintetici a posteriori e i giudizi sintetici a priori.



Il giudizio analitico a priori
I giudizi analitici a priori sono tautologici perché affermano solamente ciò che è già noto e niente di più. Queste affermazioni, che conosco senza averne fatto esperienza (a priori), non aggiungono niente di nuovo rispetto al soggetto.  Un giudizio analitico può aiutare a comprendere i giudizi impliciti ( non da nuove informazioni e, quindi, non ha una caratteristica proficua)  è pero universale e una volta affermato non può più essere negato.  Questo è il tipo di concetto usato dai Razionalisti.


Il giudizio sintetico a posteriori
Nel giudizio sintetico la connessione fra soggetto e predicato viene pensata "senza identità":  il predicato contiene qualcosa di nuovo, che non è proprio  del soggetto. Il collegamento al soggetto avviene in forza dell'esperienza (dunque a posteriori). Essi sono, quindi, propri dell'esperienza individuale, non hanno universalità e necessità ma sono prodotti della conoscenza. Questo è il tipo di giudizio usato dagli Empiristi.


Il giudizio sintetico a priori
Il giudizio sintetico a priori è un giudizio che, pur ampliando la conoscenza,  non deriva dall'esperienza. Esso non è implicito nel soggetto (come nei giudizi analitici), ma presenta i caratteri di universalità e necessità (e, quindi, è a priori). Questo è possibile attraverso la «guida» di un termine medio, cioè dello schema prodotto dall'immaginazione trascendentale. Questi schemi creano un rapporto tra senso esterno (forma pura spaziale) e senso interno (forma pura temporale), rapporto autodefinito concettualmente con l'identità dell'esperienza.
I giudizi sintetici a priori sono le basi su cui poggiano le teorie della scienza, che incrementano il sapere (in quanto sintetici), ma non devono essere provati ogni volta perchè già sperimentati, perciò universali e basilari.

Questo punto d'arrivo è, per Kant, punto di partenza per analizzare il rapporto tra conoscenza e materia. La nuova conoscenza è una sintesi di materia (empirica) e forma (razionale ed innata).
Da dove arrivano i giudizi sintetici a priori, se questi non derivano dall'esperienza? Materia ed impressioni sensibili dovute all'esperienza, formano una realtà caotica.La seconda, la forma, è creata dalla mente umana che da ordine, attraverso modalità fisse, al caos delle impressioni. Da ciò se ne deriva che non è la realtà a plasmare la mente, ma viceversa. La realtà, modellata dalla nostra mente è il fenomeno, mentre la realtà di per se, cioè indipendentemente da noi, è inconoscibile, ed è detta noumeno.
A questo punto, Kant cerca di dare ordine alla complessa materia della conoscenza. Egli individua tre facoltà cognitive: la sensibilità, l'intelletto e la ragione

La prima facoltà, la sensibilità, è quella con cui percepiamo la realtà, che poggia su spazio e tempo.

La seconda, l'intelletto, è la facoltà con cui i dati sensibili vengono ordinati in concetti puri o categorie.

La terza facoltà, con cui cerchiamo di spiegarci ciò che ci circonda, si compone di tre idee: anima, Dio e mondo.

La Critica della ragion pura si articola su questa tripartizionesu su cui fonda la conoscenza. L'opera si suddivide in dottrina degli elementi e dottrina del metodo. La prima parte studia le tre facoltà tramite l'estetica trascendentale (sensibilità) e la logica trascendentale, che si suddivide ulteriormente in analitica (intelletto) e dialettica (ragione).

   
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