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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
  4/5  
  IL SETTECENTO
 
 
 

 

 

Biografia

Generalmente si attribuisce l’Encyclopédie a Diderot e d'Alembert. In realtà, quest’ultimo rinunciò alla condirezione nel 1759. Fu Diderot a concludere con tenacia l’opera enciclopedica nel 1772.

Denis Diderot nacque a Langres, il 5 ottobre del 1713, da famiglia cattolica e relativamente benestante. Questa aveva deciso per il futuro del ragazzo di avviarlo o ad una carriera ecclesiastica o ad una laurea giuridica.  Il giovane Denis, invece, dopo gli studi in un collegio gesuita, si trasferì a Parigi e, nel 1732, si laureò magister artium, titolo alquanto generico, ma che gli permetteva pluralità di strade.
A Parigi, si applicò a diversi lavori, quale scrivano pubblico o precettore, mentre, intanto frequentava i salotti e i caffè parigini, dove la gioventù portava avanti idee illuministe e libertine. Fu perfino segnalato alla polizia come "giovane pericoloso" per le sue idee contrarie alla religione. In questi posti il giovane Diderot conobbe Jean-Jacques Rousseau, che proveniva, anch’esso, dalla provincia. Fu un rapporto inquieto e controverso, che ebbe fine quando il giovane Rousseau lasciò Parigi e i suoi amici, colpevoli di non condividere appieno le sue idee.

Per integrare le proprie conoscenze alquanto limitate, egli studiò greco, latino, medicina e musica. Per vivere, svolse attività di traduttore. Fu così che ebbe a conoscere molti aspetti dell’Illuminismo, che ne fecero, successivamente, uno dei maggiori esponenti della corrente filosofica. Tradusse il Saggio sulla virtù e sul merito dell’inglese Anthony Ashley Cooper, terzo conte di Shaftesbury, che propugnava idee di tolleranza e libertà, e la versione francese del Dictionnaire universel de medicine  scritto dal medico inglese Robert James. Nella traduzione fu coadiuvato da François-Vincent Toussaint e da Marc-Antoine Eidous (Parigi 1746-1748). Nel frattempo scrisse diversi saggi, di impostazione deista o dove criticava duramente sia la superstizione che l'intolleranza.

Nel 1743, si era sposò con una camiciaia, Antoinette Champion detta Nanette, con cui avrà una figlia. Nel 1756, intesserà una relazione con Sophie Volland.
Intanto, nel 1745, come abbiamo visto, l’editore Le Breton lo aveva chiamato a partecipare alla traduzione della Cyclopaedia di Ephraim Chambers. Nel 1747, avendo rinunciato al progetto Jean Paul de Gua de Malves, che ne era il direttore, questa gli fu affidata ufficialmente il 16 ottobre del 1747. 
Per i suoi scritti Diderot fu condannato e incarcerato, nel 1749, nel castello di Vincennes, dove scontò cinque mesi di prigione.

Fino all’incarico per  l’Encyclopédie, la vita di Diderot sembra non possedere qualità particolari. Invece, è proprio questo spaziare in discipline diverse, dalla filosofia alla biologia, dall'estetica alla letteratura, che ne forgia il carattere e lo prepara a quello che sarà il suo futuro. In più, egli guadagna una grande flessibilità sia sui generi di scrittura, che nell’apertura dialettica del suo pensiero. Dimostrò d’essere l’uomo giusto, al posto giusto e nel momento giusto.
Nella grande avventura dell'Encyclopédie, inizialmente fu coadiuvato da D’Alembert (che rinunciò nel 1759). Di questa egli ne fu il grande artefice, anche solitario, infaticabile, mai domo. Ne fece un irrinunciabile obiettivo di rinnovamento politico e culturale, e per la diffusione della prospettiva  illuminista.

Durante il periodo di redazione dell'Encyclopédie, Diderot scrisse molto, ma poiché veniva criticato e intralciato continuamente sia dalla monarchia che dai gesuiti, si limitò a farli leggere agli amici, non pubblicandoli. I testi finirono in gran parte per uscire postumi, anche dopo parecchi decenni dalla morte. Oltre a saggi filosofici, compose dialoghi, romanzi e testi per il teatro.

Un aspetto poco conosciuto è quello del suo interesse per l’arte e la critica d’arte. Il genere era nato da poco (intorno al 1730). Anche una storia critica della letteratura era stata realizzata contemporaneamente, in Olanda e dai benedettini di Saint-Maur. Egli si applica alla critica d’arte, potendo visitare grandi collezioni artistiche di pitture del XVI e XVII. A Parigi in quel periodo si potevano visitare le raccolte al Palais Royal (le collezioni del duca d'Orléans), in rue Richelieu (le collezioni di de La Live de Jully)  e la collezione del barone d'Holbach, suo amico. A queste vanno aggiunti i Salons (esposizioni di pittura), che erano dapprima annuali e poi divennero biennali (dal 1746 al 1781). Si aprivano il giorno 25 di agosto, dedicato a San Luigi, quindi in onore al Re, e terminavano verso la fine di settembre. Vi si poteva accedere gratuitamente.
Attraverso una serie di corrispondenze, Diderot commentava i Salons in maniera innovativa. Egli, infatti, associava il punto di vista tecnico con quello estetico, caratterizzando la critica d’arte fino a Baudelaire.

Diderot ebbe un rapporto speciale con l'imperatrice Caterina II di Russia, non solo perché nel 1762 questa acquistò la sua biblioteca (mantenendone l’uso come bibliotecario), ma, soprattutto, perché, nel 1773, fu consulente per vari progetti di rinnovamento della società e dell'istruzione russa.
Si trasferì, alla fine della sua vita, nel quartiere di Saint-Roch, poichè il parroco della chiesa  aveva acconsentito a seppellirlo cristianamente.

Nel febbraio 1784 gli arrivò la notizia della morte di Sophie, che lo devastò del tutto. Il dolore fu così grande da  portarlo alla morte pochi mesi dopo, il 31 luglio. La sua biblioteca con i suoi manoscritti originali furono trasferiti, successivamente, a Pietroburgo.

   
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