Biografia
Jean-Baptiste Le Rond d' Alembert nacque da un rapport
illeggittimo. Sua madre era la marchesa Claudine Guérin
de Tencin (che si dilettava a scrivere) e il generale
d’artiglieria Louis-Camus Destouches. Alla sua nascita venne
abbandonato sui gradini della cappella di Saint-Jean-le-Rond
della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Fu battezzato dai
monaci con il nome del santo della cappella : Jean le Rond. In
seguito fi adottato dalla famiglia di un vetraio. Il padre, pur
non riconoscendolo, gli assegnò una rendita di 1200 libbre,
affinché potesse seguire studi regolari.
Adolescente
entrò nel collegio giansenista delle Quattro Nazioni. Tra gli
studi che portò avanti vi erano filosofia, diritto e belle arti.
Nel 1735 conseguì il baccalauréat. Fu avviato alla
carriera ecclesiastica, ma la sua inquietudine lo portò a
seguire un corso di legge (nel 1738 divenne avvocato) e ad
interessarsi di medicina e di matematica. Amava la poesia. La
sua abilità in matematica era tale che nel 1739 in uno scritto
inviato all'Académie des Sciences,
arrivò a trovare errori nel testo di Charles René Reynaud,
L'analyse démontrée, che era stato pubblicato nel
1708 e divenuto un classico su cui aveva studiato egli
stesso. In uno studio, dell’anno successivo, sulla meccanica dei
fluidi, intitolato Mémoire sur le refraction des corps
solides, chiarì a livello teorico la rifrazione e formulò
quello che ancora oggi viene chiamato “il paradosso di
d'Alembert”. Questi suoi lavori gli fecero guadagnare
l’attenzione e il credito presso le grandi istituzioni. A 24
anni entrò a far parte dell'Académie des Sciences (1741) e a 28,
dopo aver pubblicato un saggio sulla causa dei venti,
dell'Accademia di Berlino (1745). Federico II gli offrì la
direzione dell’Accademia stessa, ma D’Alembert rifiutò per
concentrarsi nei suoi studi. Numerosi furono i saggi compitati,
non solo di matematica e scienze, ma anche di filosofia e
lettere. I suoi lavori gli guadagnarono l’elezione a membro
dell'Académie française, nel 1754, e, dal 1772, la nomina a
segretario perpetuo della stessa.
Nelle sue
frequentazioni dei salotti parigini conobbe Denis Diderot
(1746), che gli offrì, dapprima, la collaborazione alla
realizzazione dell’Encyclopédie (i collaboratori erano circa
duecento studiosi), per poi, l’anno seguente, nominarlo
condirettore. D’Alembert si sarebbe occupato della sezione
matematica e scientifica. Nel 1751 uscì il primo volume
dell’opera, con un compendio scritto da D’Alembert. L’edizione,
come abbiamo visto, subì parecchi intralci, polemiche e
sospensioni, come nel 1757. D’Alembert redasse oltre un migliaio
di voci. Quando alle critiche a agli attacchi che provenivano
dall’esterno, nel 1759, si aggiunse il disaccordo con Diderot,
D’Alembert abbandonò la condirezione.
Nella sua carriera
di matematico fu in disaccordo con Alexis Claude Clairaut
all'Académie des Sciences, ma divenne amico di
Joseph-Louis Lagrange, che avanzò la sua nomina come successore
di Eulero all'Accademia di Berlino. Svolse un approfondito
studio dell’algebra tanto che, in Francia, il teorema alla base
di essa è, tuttora, denominato “teorema di d'Alembert-Gauss”.
Non mancò di analizzare matematicamente il calcolo della
probabilità applicato al gioco d’azzardo. Formulò una teoria,
rilevatasi infondata, detta «sistema d'Alembert».
Nella
sua grande opera scientifica, ebbe anche l’occasione di tradurre
Tacito, data la sua notevole conoscenza del latino. Gli
apprezzamenti e le lodi, anche in questa occasione, non
mancarono. Notevole a livello scientifico la sua
corrispondenza con Lagrange
A 66 anni, dopo lunga
malattia, al culmine della sua fama, morì nel 1783. Essendo
miscredente fu sepolto in una tomba comune. Ebbe grande successo
in vita, lasciando una memoria di se fino ai giorni nostri. Il
piccolo bambino abbandonato si è ripresa la sua rivincita.
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