Nell’estate del 1782 iniziarono le
trattative tra inglesi e i due eserciti. Il trattato fu firmato
dal primo ministro inglese William statunitensi. A novembre si
raggiunse un accordo sul cessate il fuoco tra Petty, marchese di
Lansdowne, e da Benjamin Franklin per la parte americana. I
britannici riconobbero come stato autonomo gli Stati Uniti
d’America. La pace definitiva fu rinviata a data da stabilirsi.
Le trattative iniziarono anche tra Inghilterra e Francia. Si
iniziò nel gennaio del 1783 a Versailles e si concluse a
settembre dello stesso anno. Il trattato che concludeva di fatto
ogni ostilità fu firmato il 3 settembre 1783 si concludeva
definitivamente la guerra. Le giubbe rosse abbandonarono New
York il 25 ottobre.
Con i trattati ufficialmente si
riconosceva al nuovo stato federale la piena sovranità sui
territori ad este del Mississippi e la sua possibilità di
espansione verso l’ovest. Non erano ancora compresi i territori
della Florida e parte della Louisiana, perché in mano agli
spagnoli. Veniva di nuovo garantita la libera navigazione
marittima. Nonostante la lunga guerra, le possibilità di
ripresa economica erano concrete.
Fatto poco noto, in
genere, è l’emigrazione dei lealisti, che ne seguì. Questi, alla
fine della guerra, circa 170.000 lasciarono le “ex” colonie
americane per insediarsi in altro loco. Mentre 70.000
ritornarono in Inghilterra, ben 45,000 si spostarono nel vicino
Canada, potenziando le aree di lingua inglese e isolando quelle
francofone. Molti si spostarono nelle colonie francesi e
spagnole dell'ovest, o non ancora raggiunte dalla giurisdizione
statunitense. A causa dell’emigrazione dei lealisti, la perdita
fu abbastanza importante, poiché si trattava di un'élite
numerosa e raffinata culturalmente e nello stesso stile di vita.
Tuttavia, la parte dei lealisti che decise di rimanere in
territorio statunitense (un numero molto alto) non subì
particolari persecuzioni, cosa che non si può dire della
rivoluzione francese e russa che seguirono.
Il Regno
Unito, pur se sconfitta, mantenne il controllo delle Antille,
del Canada e di buona parte dell'India. La flotta inglese,
inoltre, rimase, sostanzialmente, padrone dei mari e questo gli
permise lo sviluppo del suo vasto impero. Non altrettanto
bene andò a Spagna e Francia. Dopo la riconquista di Minorca e
il mantenimento della Florida (ottenute con il trattato di
pace), l’impero spagnolo si sfaldò a causa di una forte crisi
politica. Ugualmente avvenne per la Francia. Nonostante che al
suo impero si aggiunsero i terreni del Senegal, Trinidad e
Tobago (dal trattato di Parigi) e la conquista dell’Indocina,
scoppiò al suo interno una grave crisi finanziaria, a cui
seguiranno i fatti della Rivoluzione francese.
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