Quando si parla di
Medioevo bisogna fare distinzione tra quello europeo e quello
siciliano. In effetti quest’ultimo per la Sicilia ha inizio nel
827 d. C. con la sua conquista da parte araba. Da lungo
tempo i siciliani si erano abituati alle incursioni devastatrici
degli arabi sulle loro coste.
Nella prima metà dell’VIII secolo, la
parte orientale patì per tredici volte le scorrerie musulmane,
tra cui, nel 740, fu conquistata temporaneamente la città di
Siracusa. Ciò non mutava, tuttavia, la dominazione bizantina
dell’isola. Nell’ 826 la situazione inizia a mutare quando
Eufemio da Messina, ribellatosi all’imperatore Michele II Balbo,
uccise il patrizio Gregorio. Successivamente sconfitto dalle
truppe fedeli a Costantinopoli, questo si rifugiò a Kairuan,
presso l’emiro aghlabita di Tunisia, Ziyadat Allah. Aiutato
dal giurista Asad-ibn-al Furat, convinse l’emiro ad inviare una
spedizione militare in Sicilia. Al comando di Eufemio (già
nominato amministratore della Sicilia) e Asad, le milizie arabe
sbarcarono presso Mazara, a capo Granìtola, il 17 giugno 827. Il
suo esercito si componeva di circa diecimila fanti e settecento
cavalieri, che, il 15 luglio 827, si scontrò e vinse contro i
Bizantini guidati da Balatah. Asad, allora, puntò direttamente
verso Siracusa, mettendola sotto assedio. Non aveva previsto,
però, né che la città resistesse a lungo, né che egli lì avrebbe
trovato la sua morte. Anche il traditore Eufemio, di lì a poco,
morì, mentre cercava con i rappresentanti di Enna di ottenere la
loro capitolazione. I bizantini non rimasero a guardare e
passarono al contrattacco (828-830). L’esercito cristiano, al
comando del patrizio Teodoto, sbaragliò, presso Enna, quello
arabo, che si ritirò verso Mineo e Mazara. Con l’arrivo di nuove
truppe dall’Africa, però, le sorti della guerra girarono a
favore dei musulmani, che vinsero e uccisero Teodoto (nell’830),
e conquistarono Palermo (nell’831). La conquista dell’intera
Sicilia fu lenta ma inesorabile. Sotto il comando di diversi
capitani, vittoriosi, ma a volte uccisi e sostituiti, la guerra
durò per anni, fino alla conquista di Rometta (in provincia di
Messina) nel 965, ultimo baluardo bizantino a cadere. Il
capoluogo dell’isola, scelto dai musulmani, divenne Palermo.
La dominazione fu tutt’altro che tranquilla. I bizantini non
smisero mai di ritentare di riprendersi l’isola. Diverse furono
le spedizioni: quella di Niceta nel 963, di Niceforo nel 989 e
quella di Giorgio Maniace. Quest’ultimo per ben quattro anni,
dal 1038 al 1042, mantenne il possesso di Siracusa e della parte
orientale della Sicilia. Per rinforzare le difese della città,
fece costruire il castello che ancora oggi porta il suo nome.
Faceva parte del suo esercito un gruppo di mercenari normanni,
prima avanguardia di quelli che, tra poco, riguadagnato il
possesso cristiano della Sicilia,
avrebbero aperto uno dei più importanti periodi storici
siciliani e del meridione italiano.
Tra l’881
e l’882, in Sicilia scoppiò anche una rivolta popolare.
Approfittando delle divisioni interne tra i diversi capi
musulmani, il popolo siciliano riuscì, al comando di frate Elia
da Enna, a sconfiggere le truppe arabe a Caltavuturo. Ben
presto, però, fu domata la rivolta.
La dominazione araba della Sicilia fu
percorsa da divisioni intestine e religiose.
I signori arabi siciliani tentarono diverse
volte di staccarsi dalla dipendenza dei sovrani tunisini.
Questo, soprattutto, quando, nel 909, alla dinastia degli
Aghlabiti successe quella dei Fatimidi. Nel 912, addirittura,
una flotta siciliana sconfisse distruggendola la flotta fatimida
presso Mehedia. Si era alla ricerca di una certa autonomia dai
sovrani del nord Africa. Nonostante la repressione fatimida, nel
947, questa fu in parte concessa all’emiro di Palermo
Hassan-ibn-Alì. Verso la fine del X secolo gli “emiri” siciliani
della dinastia kalbìta acquisiscono sempre una maggiore
autonomia, specialmente dopo il trasferimento
dei califfi fatimidi da
Mehedia al Cairo. Iniziò un periodo di grande prosperità per
l’isola, anche se percorso da lotte fra famiglie rivali. Fu
proprio a causa della contesa tra il kadì Ibn-at-Thumnah di
Catania e Ibn-al-Hawwas di Agrigento, che, nel 1060, giunsero i
Normanni in Sicilia.
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