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L’arte rinascimentale comincia, sostanzialmente, all’inizio del Quattrocento a Firenze. Due artisti rivoluzionano la pittura: Filippo Brunelleschi e Masaccio. Al primo dobbiamo il “guado” dall’arte medievale a quella rinascimentale. Rifiuta i fondi oro dalle pale d'altare e sviluppa una nuova concezione filosofica sulla rappresentazione sacra nella pittura. A questa aggiunge, soprattutto, la prospettiva nella sua costruzione geometrica. Partendo da questi insegnamenti il Masaccio dipinge il suo affresco della Trinità in Santa Maria Novella a Firenze: il punto di vista prospettico è unico, lo spazio diventa architettonico, creando una vera e propria scena tridimensionale dove sono rappresentati fisicamente i personaggi. Il salto è enorme. Dalla pittura tardo gotica del Masolino a quella del Masaccio si avvertono differenze e innovazioni come una nuova fisicità nella raffigurazione (vedi gli affreschi della Cappella Brancacci).

Da figure stilizzate bidimensionali, che si impongono per grandezza a seconda l’importanza del personaggio, si passa alla ricerca della volumetria della figura nel contesto della rappresentazione spaziale attraverso l'uso della prospettiva, ma non solo, perché sulle figure si proietta la luce, che crea luci ed ombre, e costruisce materialmente la tridimensionalità delle figure. Grazie al gioco luministico i contorni delle figure non sono più delineati nettamente come prima, ma sfumati nella visione pittorica.
Anche nelle tecniche pittoriche abbiamo delle innovazioni: dall’affresco si era passati alla tempera, ma nel Quattrocento vene introdotto l'uso del colore ad olio. Macinando le terre si ottengono i colori (sono presenti le ocre gialle e rosse), che sono più o meno costosi a seconda la loro reperibilità, come, ad esempio, l’azzurro.

Nella seconda metà del Quattrocento emergono pittori come il Beato Angelico e Piero della Francesca. Il primo, monaco-pittore e quindi religiosissimo, rielabora l’intera tradizione religiosa medievale e gotica; il secondo, proveniente da Borgo San Sepolcro, insiste sul dato geometrico e matematico. Ambedue operano in un ambiente rinnovato culturalmente (in quell'epoca si riscopriva a Firenze la lingua greca). La cultura cristiana viene rivista in un mondo culturalmente e filosoficamente neoplatonico. Accanto alla bellezza e pulizia astratte nel campo delle idee, coesistono elementi della classicità pagana greco-latina.
Verso la fine del secolo emerge Sandro Botticelli, cresciuto nell’ambiente fiorentino, opera nella ambiente neoplatonico di Lorenzo il Magnifico.

All’alba del Cinquecento si affermano artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. La triade, a cui possiamo accludere il nome di Tiziano, rappresenteranno un riferimento certo per la pittura dei successivi tre secoli.
Per tutto il XVI secolo a questi artisti succede il Manierismo, con la nascita, anche, delle prime Accademie. 

Con il Rinascimento cambia la funzione dell’arte, da commemorativa e altamente simbolica, inizia a descrivere in modo naturalistico la realtà (vedi l’applicazione della prospettiva), alla oggettività pura e semplice (ad esempio un paesaggio), fino alla libera interpretazione personale (come per l' arte astratta) e all’arte concettuale del secolo scorso.

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