Ma Don Chisciotte è un libro Comico?
Dopo le prime gesta ridicole, il cavaliere “folle” perde la sua
connotazione e piano piano, inoltrandoci nella lettura, ci
rendiamo conto che il libro che abbiamo tra le mani è molto più
che una parodia o un romanzo eroicomico. In una riflessione, che
accompagna la lettura, sorgono i primi interrogativi, le verità
nascoste. Don Chisciotte rivela la realtà della vita
nell’incessante lotta. L’esistenza materiale macina sogni,
fantasie, aspettative, divora ogni progetto di vita, ci
stravolge come esseri umani. Proprio a causa della follia che
investe il protagonista, la realtà, la contrapposizione delle
idee discordanti del suo scudiero, danno origine ad uno dei
tratti più significativi del romanzo: quello delle opinioni e
dei diversi punti di vista. Nella danza che ne scaturisce,
complessa, multipla e articolata si perde l'esatta concezione
della realtà. L’identità e gli ideali del cavaliere vengono
svuotati del loro significato, la realtà diventa un soliloquio
totalmente vuoto e bugiardo. L’esistenza vista con gli occhi
della pazzia, come in un’opera pirandelliana,
diventa molteplice ed emblematica, permette di porsi degli
interrogativi, di svincolarci dalle idee e dai condizionamenti
sociali. La contrapposizione di vedere le cose dei due
personaggi principali per il lettore diventa scomoda, ci dà
quella senso di inquietudine, di insicurezza irrisolvibile. Per
Cervantes non basta. Nel secondo volume si rivelano due novità
sorprendenti: il commentatore onnisciente scompare e i
manoscritti ritrovati diventano due. Questi, naturalmente, non
vanno di pari passo, anzi, si contraddicono. Incongruenze e
lacune, il significato contraddetto, divengono un pantano con
cui l’autore si prende gioco dei personaggi e dei lettori
stessi. L'interpretazione dei due manoscritti e la narrazione
del romanzo si negano intrecciandosi in un universo tristemente
ironico e beffardo. Il
Don Chisciotte della
Mancia
è un libro d’impostazione manieristica che si completa nel
secondo volume con una narrazione del tutto barocca.
Generalmente i critici gli affiancano l’opera dello scrittore
inglese settecentesco Daniel
Defoe.
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