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    2/2  
 
 

 

Ma Don Chisciotte è un libro Comico? Dopo le prime gesta ridicole, il cavaliere “folle” perde la sua connotazione e piano piano, inoltrandoci nella lettura, ci rendiamo conto che il libro che abbiamo tra le mani è molto più che una parodia o un romanzo eroicomico. In una riflessione, che accompagna la lettura, sorgono i primi interrogativi, le verità nascoste. Don Chisciotte rivela la realtà della vita nell’incessante lotta. L’esistenza materiale macina sogni, fantasie, aspettative, divora ogni progetto di vita, ci stravolge come esseri umani.
Proprio a causa della follia che investe il protagonista, la realtà, la contrapposizione delle idee discordanti del suo scudiero, danno origine ad uno dei tratti più significativi del romanzo: quello delle opinioni e dei diversi punti di vista. Nella danza che ne scaturisce, complessa, multipla e articolata si perde l'esatta concezione della realtà. L’identità e gli ideali del cavaliere vengono svuotati del loro significato, la realtà diventa un soliloquio totalmente vuoto e bugiardo. L’esistenza vista con gli occhi della pazzia, come in un’opera  pirandelliana, diventa molteplice ed emblematica, permette di porsi degli interrogativi, di svincolarci dalle idee e dai condizionamenti sociali.
La contrapposizione di vedere le cose dei due personaggi principali per il lettore diventa scomoda, ci dà quella senso di inquietudine, di insicurezza irrisolvibile. Per Cervantes non basta. Nel secondo volume si rivelano due novità sorprendenti: il commentatore onnisciente scompare e i manoscritti ritrovati diventano due. Questi, naturalmente, non vanno di pari passo, anzi, si contraddicono. Incongruenze e lacune, il significato contraddetto, divengono un pantano con cui l’autore si prende gioco dei personaggi e dei lettori stessi. L'interpretazione dei due manoscritti e la narrazione del romanzo si negano intrecciandosi in un universo tristemente ironico e beffardo.
Il Don Chisciotte della Mancia è un libro d’impostazione manieristica che si completa nel secondo volume con una narrazione del tutto barocca. Generalmente i critici gli affiancano l’opera dello scrittore inglese settecentesco Daniel Defoe.

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