Se nel 1714 Metastasio aveva preso i voti
minori di abate, dopo la morte del Gravina, per due anni, il
Metastasio lavorò sulla propria “immagine”. Con il suo charme e
le seducenti maniere non gli fu difficile divenire un
personaggio di spicco nell’Alta società. Dopo aver speso, però,
molta parte dell’eredità ricevuta dal Gravina, Metastasio decise
di svolgere il lavoro d’avvocato, presso lo studio Castagnola di
Napoli. Il proprietario divenne, però, anche il padrone del suo
tempo. Ma, come da ragazzo, il destino era a lui favorevole.
Nel 1721 compose la sua prima serenata musicale,
Endimione, in
occasione del matrimonio tra la sua patrona donna Anna Francesca
Ravaschieri Pinelli di Sangro
e il marchese don Antonio Pignatelli (più tardi ambedue
divennero principi di Belmonte). La cosa fu molto gradita e
apprezzata, tanto che, nel 1722, il viceré incaricò Metastasio
di creare una serenata per il compleanno dell'imperatrice
Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbüttel
Metastasio accettò
l’incarico ma con una clausola: di mantenere l’anonimo (come
nelle favole…). Il genio del poeta produsse Gli orti esperidi,
messo in musica da Nicola Porpora e cantato dal castrato
Farinelli (che divenne in seguito un suo grande amico). Il
successo fu notevole. La primadonna, che interpretava Venus
nel dramma, Marianna Bulgarelli, detta La Romanina,
intuendo le grandi capacità nascoste dietro l’anonimato, fece di
tutto per ottenere il nome dell’autore. Giunta fino al
Metastasio, lo consigliò caldamente di non sprecare il suo
talento e di abbandonare l’avvocatura, per dedicarsi
esclusivamente alla stesura di melodrammi, assicurandogli,
altresì, il suo pieno appoggio e aiuto. Come la classica
fatina azzurra delle favole, La Romanina ospitò il Metastasio
nella sua casa a Roma con tutta la famiglia (padre,
madre, fratello e sorelle). Qui il poeta prese lezioni di
musica, studiò l'arte del cantare e lo stile di esecutori come
il Farinelli. Sempre nella casa della Romanina conobbe i
maggiori musicisti dell’epoca, tutti amici della cantante. Tra
questi, oltre Porpora,
possiamo citare: Johann Adolf Hasse, Giovan Battista
Pergolesi, Alessandro Scarlatti, Benedetto Marcello, Leonardo
Vinci, Leonardo Leo e Francesco Durante La facilità nella
composizione di versi del Metastasio è nota. Ogni libretto,
messo in musica, diveniva un capolavoro, ambito e conteso. Nelle
maggiori città d’Italia vennero messi in scena i suoi
melodrammi, con risultati eccellenti. In questo periodo
Metastasio scrive opere del calibro di Didone abbandonata,
Catone in Utica, Ezio, Alessandro nell'Indie,
Semiramide riconosciuta. Siroe ed Artaserse.
Per ogni opera
egli guadagnava 300 scudi, che non era poco, ma erano
dipendenti dal successo dei melodrammi e, quindi, incerti. La
sua fama era tale che arrivò anche l’offerta, nel 1729, per il
posto di poeta di corte al teatro di Vienna. Lo stipendio di
3000 fiorini, ottimo e, soprattutto, sicuro. La Romanina,
affettuosamente, lo lasciò andare verso il suo successo,
tenendo, comunque, con sé la sua famiglia. Subentrando ad
Apostolo Zeno, che tornò a Venezia, Metastasio giunse a Vienna.
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