Quella che poteva essere una carriera felice e produttiva, fu
segnata, invece, dalla mala sorte.
Nel 1889 il padre si suicidò. Sposò, nel 1892, Ida Peruzzi,
attrice di teatro, con cui si trasferì a Torino. La moglie ben
presto iniziò a dare segni di follia, fino a che, nel 1911,
Salgari fu costretto a farla ricoverare in manicomio. Se la
sua carriera fu prolifica, e Salgari cambiò spesso editore,
economicamente fu un disastro. Capace di viaggiare con la mente,
era così ingenuo da non sapere portare avanti i suoi interessi
economici. Il successo premiò solo i suoi editori. Nel 1909,
all'amico pittore Gamba
scrive: “La
professione dello scrittore dovrebbe essere piena di
soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al
mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notte, e
quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo
scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire
agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e
correggere.” A causa della penuria di guadagni, Salgari
diviene un forzato del lavoro.
Scrive in continuazione, fumando cento sigarette al giorno e
scolando una bottiglia di marsala da mattina a sera. La sua è
una vita amara che cerca di chiudere tentando il suicidio nel
1910. Ma se viene salvato, Salgari non vede altre soluzioni: il
25 aprile del 1911, al secondo tentativo, l’autore si uccide. Ai
figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrive: “Sono
un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre
600 che incasserete dalla signora...” Ai suoi editori rivolge
queste parole: “A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle,
mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od
anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi
ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la
penna.”
Purtroppo la sua vita angosciosa e angosciante,
ha portato ad allungare, anche dopo la sua morte, una scia di
dolore incredibile. Nel 1931 lo
imitò il figlio Romero e, nel 1963, anche il figlio più piccolo,
Omar.
Fantasia dolce e Realtà amara, Salgari
percorre entrambe nella sua esistenza travagliata, ma è alla sua
grandezza di autore letterario che dobbiamo guardare
soprattutto. L’invenzione dei vari cicli avventurosi, e
l'ideazione di personaggi di grande successo come
Sandokan,
Yanez de Gomera e il
Corsaro Nero ha portato alla nostra vita le virtù di un
piccolo uomo, che ci ha fatto viaggiare insieme a lui in un
mondo reale e astratto contemporaneamente. I suoi grandi
personaggi ormai sono in noi, coraggiosi e spavaldi, mai domi.
Ne faremo, Emilio, buon uso…
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