Il carattere di Wallace non era certo simile a quello di
Darwin. Intuitivo e passionale il nostro eroe si gettava spesso
in battaglie socio-politiche. Attraverso pamphlet, riviste e
giornali, egli sostenne con convinzione e decisione, ad esempio,
la nazionalizzazione delle terre e la fazione che si batteva
contro la vaccinazione obbligatoria. Ma c’è un lato del suo
carattere che ci stupisce. Ad un momento della sua vita egli fu
protagonista con Darwin della medesima teoria. Se Darwin non era
uscito prima allo scoperto, lo si deve al timore per le
polemiche che ne sarebbero sorte sulle implicazioni che la nuova
teoria scientifica portava con se. L’aspetto religioso lo
rendeva inquieto, forse “vittima” di se stesso. Piano piano
Darwin iniziò a percorrere, specie dopo la morte della figlia,
la via che lo avrebbe portato all’agnosticismo. E Wallace?
Stessa professione, stessa teoria, stessi problemi. Eppure, egli
cercò, nella sua passionalità, di superare lo scontro
concettuale. A differenza di Darwin egli non si sentì di
allargare la teoria, meccanicamente, dagli animali all’Uomo. Lo
sviluppo delle facoltà intellettive e morali dell'uomo aveva,
secondo lui, una ragione “altra”. Iniziò ad interessarsi di
forze spirituali ancora ignote, legate all’anima, che
differenziava l’uomo dagli animali. Queste forze non erano
invisibili, ma si mostravano agli uomini sottoforma di
apparizioni di spiriti e altri fenomeni paranormali che si
manifestavano durante le sedute spiritiche.
Esiste un’altra vita? Si domanda nel titolo del libro che
presentiamo. E noi, con lui ci domandiamo: la Scienza porta
assolutamente al materialismo, o, con ancora molto da scoprire,
esiste un punto d’incontro con la necessaria vita
spirituale?
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