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L'ideologia repubblicana e antimonarchica di Mazzini, da attuarsi attraverso rivolte popolari, potevano in quel periodo sembrare del tutto antistoriche. I moti mazziniani erano, a tutti gli effetti, sovversivi dell’ordine esistente, quello, ad esempio, delle numerose monarchie italiane. Per difendere lo status quo, i mazziniani,  considerati veri e propri terroristi, vennero sempre combattuti e condannati, spesso alla morte. Quello che soprattutto faceva paura era la possibilità che essi facessero presa sulla popolazione e sul suo malcontento.  In effetti, è proprio la volontà del popolo che è al centro dell’ideologia di Mazzini. Esso diventa in Mazzini il vero fulcro di ogni trasformazione, non più oggetto, ma soggetto del progresso. Vivendo oggi questo concetto può sembrarci scontato, perché, al di là della forma istituzionale, la democrazia “è” volontà popolare. Allora i governi agivano indipendentemente dalla popolazione, ed è per questo che Mazzini sosteneva un efficace lavoro di educazione e formazione del popolo stesso. Reso cosciente esso avrebbe perseguito la propria auto liberazione. L’obiettivo si sarebbe realizzato per mezzo di due fasi: Patria e Umanità.
Primo passo la Patria. Molti erano i popoli che allora non si erano riunificati in un’unica nazione: l’italiano, ma anche il tedesco e il polacco e le stesse popolazioni facenti parte dell’impero asburgico. A questo scopo egli fondò, parallelamente alla Giovane Italia, anche la Giovine Germania e la Giovine Polonia.
Il secondo passo, una volta raggiunta la definizione di Patria, come unità nazionale, si sarebbe passati all’Umanità, cioè all’unione delle nazioni e dei loro popoli. Mazzini lo definiva il banchetto delle Nazioni sorelle. Il termine sorelle era importante per il pensatore italiano, perché rifiutava l’inganno operato da Napoleone, che immaginava,  sì, una confederazione europea, ma dominata al suo interno dalla Francia (la Grande Nation). A tale scopo Mazzini, nel 1834 presso Berna, fondò la Giovine Europa, dove confluirono i diversi movimenti di liberazione nazionale. L’associazione rivoluzionaria, di livello europeo, perseguiva l'azione unitaria, dal basso (e non dall’alto) e, utilizzando mezzi prettamente rivoluzionari e democratici, la realizzazione negli Stati europei di una identità nazionale e rivoluzionaria.
L’Italia aveva il compito di sollevarsi per prima, dando l’esempio, e realizzando una realtà quasi miracolistica, cioè della volontà Divina. Egli rifiutava, cioè, il sistema graduale politico-diplomatico che avrebbe adottato Cavour, perché, a suo sentire, lo riteneva vuoto e inefficace.
Una volta raggiunto l’obiettivo dell'unità repubblicana italiana, per mezzo di educazione e insurrezione popolare (espresso dallo slogan pensiero e azione), si comincerà a dare forma a questo processo di unificazione collettiva, per la realizzazione di una terza civiltà fondata sulla federazione di popoli liberi. Oggi potremmo definirla la creazione dell’Unità Europea.



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