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L’intuizione simbolista sfocia all’inizio del Novecento nella soggettività dell’espressionismo. Quest’ultimo capovolge il punto di vista dell’artista. Mentre nei movimenti di fine Ottocento (vedi l’Impressionismo) si operava sulla realtà oggettiva, che colpiva la coscienza soggettiva dell'artista, nell’espressionismo è l’anima dell’artista che si riflette sulla realtà. Gli occhi dell'anima prendono il soopravvento sugli occhi esterni in un caos fra etica ed estetica.
L’avanguardia artistica nata e sviluppatasi tra il 1905 e il 1925 in Germania, attraverso la rivista "Der Sturm", fondata e diretta da Herwarth Walden (uscì dal 1910 al 1932), diffuse le nuove teorie in tutta l’Europa, segnando profondamente un periodo storico. L’Espressionismo interessò un ambito assai vasto, che comprende: la pittura e l'incisione, la danza, la letteratura, l'architettura, il cinema, il teatro e la musica.

Gli espressionisti rifiutano la visione positivistica e scientista del mondo (alla base, invece, dello stesso Futurismo), ma, al contempo, il movimento abbonda  di contenuti sociali e testimonianze di una realtà drammatica, come quella tedesca d’inizio secolo. Nel loro punto di vista c’è la guerra, le incoerenze della politica, il tramonto dei valori ideali e le dure lotte di classe dettate dalle nuove ideologie, il crollo economico. Oggetto di una critica aspra c’è la società e il pensiero borghese, il mondo alienato del lavoro, l’affarismo.
Poiché portatori di una denuncia sociale, essi si scagliano contro tutti gli altri passati movimenti, ma anche quelli a loro contemporanei:
Gli impressionisti, rappresentando la realtà oggettiva, non comunicavano alcun messaggio;
I Simbolisti nella loro interiorità e nel loro nuovo linguaggio, finivano per essere oscuri ai più;
I Neoimpressionisti erano troppo scientifici nel loro approccio;
Il Modernismo liberty era considerata una semplice scuola di gusto e moda passeggera.

La caratteristica del movimento è, sostanzialmente, l’approccio duro dell’espressione artistica (a volte anche con caustica satira sociale). Nella pittura, ad esempio, gli espressionisti tedeschi utilizzano colori violenti e forzati, linee dure e spezzate. Rifiutano qualsiasi legge prospettica,  volume o profondità; gli strumenti pittorici sono piegati a comunicare, con furiosa aggressività, la loro visione drammatica e negativa della realtà sociale.
Va citato, sempre in campo pittorico, la corrente degli espressionisti astratti del Cavaliere azzurro (Der Blaue Reiter). Questa nacque nel 1911 grazie a Kandinskij e Franz Marc. Il colore diventa fondamentale e sempre più libero e personale. Avviene, a contraddizione con altre ramificazioni espressioniste, la composizione di spazi immaginari e fantastici, obiettivo l'astrazione lirica, alla ricerca di un unione spirituale dell’artista con la grande anima dell'universo.

Il caposcuola del movimento espressionista in letteratura fu Franz Werfel, propositore della totale liberazione dell'uomo dalle catene della materialità dell’esistenza. Le tematiche proprie, infatti, dell'espressionismo letterario sono: il dinamismo, l’impetuoso superamento della realtà, il sogno all'amore universale, la piena accettazione dell'irrazionale e delle  emozioni primordiali. Tra gli scrittori espressionisti abbiamo: Heinrich Mann, Alfred Döblin e Franz Kafka. La caratteristica dell’opera di quest’ultimo è, invece, il senso di smarrimento, inadeguatezza e angoscia di fronte alla vita. Analizzato e utilizzato come ispirazione a partire dalla metà del XX secolo, è considerato da alcuni critici come il precursore dell’esistenzialismo o, da altri, esistenzialista egli stesso.

 

 

 

 

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