Abbiamo bisogno di infrastrutture affidabili, comparabili ad altre opere realizzate nel mondo

di Cosimo Inferrera
Presidente AEM (Associazione Europea del Mediterraneo)

Il Prof Massimo Cacciari questa notte ha tuonato. Come mai forte e deciso da fare tremare le colonne della società veneta. «Acqua alta, acqua alla gola!» ha detto stizzito l’ex Sindaco di Venezia. Io ho ascoltato più volte il suo eloquio liscio, scorrevole, attrattivo, sostanzioso. Qualche volta ho avuto la sensazione dello slalom, ma questo fa parte della sua natura dialettica, di timbro politico. Stanotte invece è stato possente, dirompente. Contro il Mose, in particolare. Sette miliardi, ha divorato! E c’erano progetti alternativi, codificati e protocollati. Ha ribattuto con gli occhi iniettati, la voce, da adrenalina, ma non hanno voluto ascoltare. Furibondo, ma che vale! Il sistema ha limite di allarme a 135 mm di acqua; il meteo ha sbagliato la previsione; ne sono caduti 138 mm, il sistema non si è attivato con 12 ore di anticipo e quindi … Il Mose non si è alzato, Venezia è annegata. Tutto il giro sa di pannicello caldo … La conclusione è tipica dei drammi italiani ex post, cioè a latte versato … Ora chi può smuovere questo enorme trappolone!

Messina, porto di Tremestieri

Venezia è nel cuore del mondo, non solo italiano. Italia Unica, per dirla con Corrado Passera e Mario Ciaccia. Ma è anche unica nella smania perversa di affrontare problemi complessi, da Nord a Sud e viceversa. Giorni fa, non a caso, piuttosto con intento di allarme provocatorio abbiamo messo al microscopio il funzionamento altalenante, poco affidabile, assurdo del secondo porto a sud di Messina-Giampilieri. Stessa storia, fotocopia del Mose, di dimensioni finanziarie più ridotte, ma di stessa matrice confusionaria, pasticciona, dispendiosa e …. ci freniamo.

Ora è ipotizzabile una mangiatoia per niente natalizia, per nulla assimilabile alla mangiatoia in cui albergò il Bambin Gesù nella Grotta di Betlemme. Questa è la volta dell’assai rarefatto Ponte di Messina, su cui non mettiamo lingua dal punto di vista tecnico. Piuttosto da cittadini, fondo schiena rotto da imposizioni e balzelli, assai timorosi della fine che farà l’impiego delle risorse dell’albero della cuccagna UE, diciamo attenzione, fate attenzione alla corsa ai primati di cose mai viste e mai fatte nel mondo! Abbiamo semplicemente bisogno di infrastrutture assai importanti per il deserto del Sud, infrastrutture affidabili, verificabili, comparabili ad opere realizzate nel mondo, e che l’ingegneria italiana, RFI e Anas costruiscono validamente nei Paesi del mondo! Paesi in cui si distingue indirizzo, gestione, controllo. Nei fatti, senza pastrocchi e farlocchi. Basta primati poco affidabili, fallimentari come il Mose, il Porto di Tremestieri, il … il Ponte? Speriamo proprio di No. Questo almeno No, quello giusto Si. Per il Natale che viene, non dirò altro. Aspetterò fiducioso il parto delle 16 Levatrici dell’Area dello Stretto del III° millennio. E che sia eutocico!

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Ruth Archer da Pixabay 

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