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Sommario

 
 

 L'ILLUMINISMO

 

Introduzione

  

La rivoluzione scientifica

  

L'illuminismo

  

Il nuovo modello
di sviluppo

  

   La diversificazione
 europea

  

Cosimo Amidei

  

Cesare Beccaria

  

Pietro Giannone

  

Giuseppe Parini

  

Pietro Verri

  

Il "terremoto" illuminista

 
 
 
 
 
 
 
 
   



 

 

 
Nasce a Milano nel 1728 da Gabriele Verri, magistrato e politico di idee conservatrici,
e dalla nobile Barbara Dati. Avviata la carriera
militare ...
 
 
Il pensiero illuminista
 
 

 

Nasce a Milano nel 1728 da Gabriele Verri, magistrato e politico di idee conservatrici, e dalla nobile Barbara Dati. Avviata la carriera militare (seguì studi successivamente a Vienna) frequentò l'Accademia dei Trasformati, dove conobbe Giuseppe Parini. Si arruolò tra il 1759-60 nell'esercito asburgico durante la guerra dei Sette Anni (1756-1763).
A Vienna inizia a scrivere Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano, che pubblicato nel 1763 gli valse il primo incarico pubblico governativo. Nel 1761 a Milano insieme al fratello Alessandro e ad una serie di amici (Cesare Beccaria, Alfonso Longo, Pietro Secchi, Giambattista Biffi e Luigi Lambertenghi), fonda l'Accademia dei Pugni che inizia nel giugno 1764 a pubblicare il giornale “Il caffè” il quale, con un'uscita ogni 10 giorni, arriva fino al maggio 1766. Tutti gli articoli pubblicati vengono raccolti in due volumi. Tra essi, scritti dal Verri, possiamo citare: Elementi del commercio (volume I, foglio 3), La commedia (I, 4-5), La medicina (I, 18), Su i parolai (II, 6).
Contemporaneamente alla pubblicazione del giornale il Verri, rappresentando la nuova intelighenzia della città, inizia a scalare posizioni politico-amministrative nel governo viennese di Milano. In brevissimo tempo passa da membro della Giunta per la revisione della "ferma" (1764) a membro del Supremo Consiglio dell'Economia (1765). Presieduta da Gian Rinaldo Carli, collaboratore esso stesso del “Il caffè”, assegna ruoli di grande importanza ad alcuni del suo gruppo: a Cesare Beccaria la cattedra di Economia pubblica e ad Alfonso Longo quella di Diritto pubblico ecclesiastico nelle Scuole Palatine.
Nel 1778 insieme ad alcuni degli amici fonda la Società patriottica milanese.
Tra il 1768 e il 1777 Pietro Verri redige vari scritti di grande importanza: Osservazioni sulla tortura (1768), le Meditazioni sull'economia politica (1771), il Discorso sull'indole del piacere e del dolore (1773), e i Ricordi a mia figlia (1777).
Nel 1780 essendo salito al trono asburgico Giuseppe II, la tolleranza verso i riformisti milanesi diminuì, tanto che nel 1786 Verri, critico nei confronti del nuovo monarca, abbandona ogni incarico pubblico. In questo breve periodo edita la Storia di Milano (1783).
Nel 1796 con la presa di Milano da parte di Napoleone, anche se ormai anziano, insieme, tra gli altri, ad alcuni vecchi amici, come Alfonso Longo e Luigi Lambertenghi, dà vita alla Repubblica Cisalpina (patria del tricolore italiano). Nonostante la nuova ed elettrizzante esperienza, Pietro Verri muore l'anno successivo il 28 giugno del 1797.


Il pensiero illuminista di Pietro Verri
Grazie all'opera di Pietro Verri e del suo gruppo legato alla rivista “Il caffè” Milano divenne il principale centro del pensiero illuminista in Italia. Attraverso l'opera organizzativa del Verri la rivista doveva rappresentare non soltanto un grande centro di aggregazione illuminista che con l'avvio di un dibattito doveva “svegliare” le menti dei cittadini ancora “dormienti” nella superstizione e nel dogmatismo, ma anche essere un polo ispiratore di un nuovo modo di governare una grande città come Milano e la Lombardia in generale. Purtroppo il momento non era il migliore per tutti i cambiamenti desiderati, ma i temi e le innovazioni del pensiero del Verri rimasero ben presenti nell'opera dei posteri.

Discorso sull'indole del piacere e del dolore
Nel suo trattato sul dolore e sul piacere Verri sposa le teorie di Helvetium. Sostiene che la vita degli uomini è governata dall'incessante ricerca della felicità e del piacere. Purtroppo la felicità si avvera raramente e rappresenta solo piccoli momenti sporadici nella sostanza della vita governata dall'idea dal dolore (Schopenhauser e Leopardi sostengono la stessa tesi ). La felicità può esistere, secondo l'autore, solo a livello sociale e collettivo.

Osservazioni sulla tortura
Come illuminista il Verri non può che essere contrario alla tortura in una giurisprudenza moderna e non antistorica e, soprattutto, ingiusta. Poiché la tortura viene applicata sugli indagati a priori, è evidente che la cosa è ingiusta se l'accusato è innocente, in quanto non necessaria, ma anche se è presumibilmente colpevole perchè si può incorrere comunque nell'ingiustizia di martoriare fisicamente una persona che si potrebbe dimostrare innocente. In ogni caso, anche se la tortura viene applicata su un colpevole, è del tutto innaturale: l'accusato perde la naturale protezione istintiva del proprio corpo, cioè è un'aperta violazione delle leggi di natura.

Meditazioni sull’Economia Politica
Nel testo Meditazioni sull’Economia Politica, che può essere valutato come la sua opera più importante sull'economia, Il Verri avanza tesi che possono essere considerate, addirittura, anticipatrici di quelle di Adam Smith , del marginalismo e persino di John Maynard Keynes. Egli parla di leggi matematiche sulla domanda e l'offerta, della moneta vista come "merce universale", di libero scambio. L'equilibrio nella bilancia dei pagamenti è assicurato, sostiene inoltre il Verri, con aggiustamenti del prodotto interno lordo e non da aggiustamenti del tasso di cambio, cioè della quantità e non del prezzo.
 

 

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