Maschera di Louis Welden Hawkins.

Il vasto e affascinante campo delle arti applicate va oltre l’arte fine a sé stessa, focalizzandosi invece sulla creazione di oggetti d’uso quotidiano e di arredamento, comprendendo discipline come le arti decorative, le arti industriali e l’artigianato artistico. In altre parole, le arti applicate si dedicano a infondere bellezza e design in oggetti pratici e funzionali per renderli esteticamente piacevoli.

I vari termini legati alle arti applicate emersero intorno alla seconda metà del XIX secolo, quando, in seguito alla rivoluzione scientifico-industriale, si avvertì la necessità di armonizzare le esigenze estetiche con quelle industriali nella produzione di oggetti d’uso. Questo fenomeno divenne evidente anche durante la prima Esposizione universale di Londra del 1851. La locuzione “arte applicata” proviene dall’inglese “applied art”, mentre “arti decorative” deriva dal francese “arts décoratifs”, accentuando l’elemento ornamentale. In Germania, si preferì il termine “Kunstgewerbe”, che significa arte industriale.

L’arte industriale si applica, quindi, alla produzione di oggetti quotidiani e mobili. Nei primi decenni del Novecento, mentre l’Art Nouveau si diffondeva nella vita culturale francese, si formarono due principali centri di questo stile: uno a Parigi, intorno al mercante Samuel Bing, e l’altro a Nancy, sotto l’influenza del produttore di mobili e vetraio Émile Gallé. A Nancy, si osservano i legami più stretti tra il Rococò e l’Art Nouveau. Gallé, celebre soprattutto per le sue opere in vetro, fu il primo grande rappresentante dell’Art Nouveau in Francia, con mobili che richiamano gli stili Luigi XIV, Luigi XV e Luigi XVI, decorati con intarsi e motivi bidimensionali ispirati alla natura e alla poesia.

Louis Majorelle (1859–1926), anch’egli nativo di Nancy, fu un esponente di spicco della scuola locale. Preferendo inizialmente il Rococò, verso la fine del secolo, influenzato da Gallé, iniziò a progettare mobili in stile Art Nouveau. Creò una serie di mobili riccamente decorati, accessibili alla classe media. Le sue opere, audaci e non convenzionali, si distinguono per la costruzione plastica e le linee dinamiche e aggraziate.

Altri mobilieri di Nancy, come Émile André, Jacques Gruber ed Eugène Vallin, erano architetti di formazione. I mobili di Vallin, simili a quelli di Majorelle, presentano forme scultoree e dinamiche con motivi floreali e neobarocchi. Nel 1900, Vallin abbandonò le decorazioni floreali a favore di quelle più astratte, utilizzando la silhouette della struttura per conferire enfasi decorativa.

I mobili parigini, invece, sono meno pesanti, più eleganti e sobri. Le forme ispirate alla natura sono più stilizzate, spesso astratte e limitate a piccole aree. Tra gli autori parigini, oltre ai tre maestri che lavorarono per Samuel Bing – Georges de Feure, Eugène Gaillard e Eugène Colonna – vi sono altri famosi rappresentanti come Alexandre Charpentier, Félix Aubert e Tony Selmersheim. Gli appartamenti di Castel Beranger a Parigi, realizzati tra il 1894 e il 1898, esemplificano questo stile con l’uso ricco di ornamenti architettonici e scale in ferro battuto, balconi dalle forme asimmetriche e simili a liane.

In Belgio, l’opera di Gustave Serrurier-Bovy (1858–1910), architetto e mobiliere di Liegi, fu influenzata dallo stile Arts and Crafts per la sua rusticità e costruttivismo. Nel 1890 aprì un negozio a Liegi dove vendeva mobili, tappeti e tessuti di William Morris. L’asimmetria tipica delle sue opere permette di combinare vari elementi d’arredo in una struttura comune, come librerie su scrivanie o cassettiere. Un’altra caratteristica distintiva sono i pioli inclinati e curvi, disposti in diagonale.

Henri van de Velde è considerato il creatore e teorico dell’Art Nouveau. Influenzato da giovane da William Morris, e convinto che l’arte dovesse essere strettamente connessa alla vita, nel 1893 contribuì a fondare la rivista “Van nu en Straks” (“Dall’oggi al futuro”), che promuoveva le idee dell’Art Nouveau. Abbandonò la pittura per dedicarsi al design di interni, progettando la sua casa e tutto il suo arredamento, guadagnando l’attenzione di esperti del gusto come Samuel Bing e Julius Meyer-Greffe.

In Germania, l’architetto monacense Richard Riemerschmid (1868–1957) divenne noto per la creazione di mobili dalle forme rigorose e compatte, caratterizzate da profili neogotici. Michael Thonet (1796–1871), nato in Germania e residente in Austria, fondò nel 1819 un’azienda che è tuttora leader nella produzione di mobili.

Koloman “Kolo” Moser (1868–1918), grafico applicato e designer di mobili, fu uno degli insegnanti più illustri della Scuola di arti applicate di Vienna. Insieme a Josef Hoffmann e all’industriale Fritz Werndorfer, fondò nel 1903 la Wiener Werkstätte (“Officina viennese”), unendo molti artisti influenzati dall’Art Nouveau. L’impresa fu liquidata nel 1932.

In Russia, Ivan A. Fomin, noto soprattutto come architetto ed educatore, creò numerosi mobili e oggetti per la casa, oltre a essere pittore, grafico e incisore. Nella Russia degli anni 1920-1930, è ricordato come il creatore dei “classici proletari”.

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