Umberto Eco e la sua Biblioteca semiologica curiosa, lunatica, magica e pneumatica

 

La notizia risale a oltre un mese fa, ma lo scrittore Paolo di Paolo torna oggi a parlarne in apertura delle pagine culturali di Repubblica, con un articolo intitolato “Biblioteche d’autore Maneggiare con cura”. La sua preoccupazione riguarda il destino della biblioteca di Umberto Eco, scomparso a febbraio del 2016. Eco definiva la preziosa sezione antiquaria come la «Biblioteca semiologica curiosa, lunatica, magica e pneumatica»: quasi un autoritratto commenta Paolo di Paolo. In questi ultimi giorni anche la città di Alessandria, sua città natale, ha espresso il convincimento di chiedere a sindaco e giunta di «contattare la famiglia in modo da dimostrare interesse». In verità la bella biblioteca privata del grande umanista è diventata oggetto di una gara tra biblioteche pubbliche per ottenere il prestigioso Fondo librario. Questo è un bene, tutto sommato, perché spesso il patrimonio lasciato in mano agli eredi da parte di autori di fama eccelsa ha visto prendere la via dell’estero. Basti pensare alla vicenda legata alla biblioteca di Giuseppe Pontiggia, e al suo archivio, che avrebbero potuto essere trasferiti in Svizzera ed oggi finalmente acquisiti dalla BEIC (Biblioteca europea di informazione e cultura) di Milano. La famiglia di Umberto Eco ritiene giusto che la collezione di libri rimanga in Italia, precisando che «le ipotesi di cessioni a università estere o vendite all’estero non sono mai state prese in considerazione, né la vendita all’asta o il frazionamento dei singoli fondi librari». Questo evidenzia grande sensibilità e rispetto culturale nei confronti, anzitutto, del loro famigliare. Per questo motivo, gli eredi di Eco – di fronte alle richieste da una parte del Comune di Bologna e della sua Università dove il grande intellettuale ha insegnato per molti anni, dall’altra della milanese Biblioteca Braidense – la famiglia ha dichiarato che i testi di lavoro di Eco saranno donati, piuttosto che venduti, invitando le due città ad un accordo fruttuoso. Per ottenere il Fondo, composto da oltre 35 mila volumi, occorrerebbe prospettare quale potrebbero essere le modalità di valorizzazione e di fruizione pubblica dei libri in donazione. Se questo fosse confermato con certezza, perché si continua a parlare di cifre milionarie? Occorrono idee progettuali riguardanti spazi e allestimento di una biblioteca adeguata e questo sembra che sia il minimo per essere credibili.

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UMBERTO ECO (Alessandria, 5 gennaio 1932 – Milano, 19 febbraio 2016[1][2]) è stato un semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico e bibliofilo italiano. Saggista prolifico, ha scritto numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Nel 1971 è stato tra i fondatori del primo corso del DAMS all’Università di Bologna. Sempre nello stesso ateneo, negli anni Ottanta ha fondato il corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Dal 12 novembre 2010 Umberto Eco era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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Alessandria partecipa all’asta per la biblioteca di Umberto Eco

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