Regina Vittoria – La fotografia era la sua passione Reale

Sulla Regina Vittoria sono state scritte intere biblioteche di libri. Il 20 giugno del 1837, appena diciottenne, succedeva a re Guglielmo IV. Di quella mattina Vittoria annota sul diario: «Sono stata svegliata alle 6 dalla mamma, che mi ha detto che l’Arcivescovo di Canterbury e Lord Conyngham erano qui e desideravano vedermi. Scesi dal letto e andai nel mio salotto (indossando solo la mia vestaglia) e, da sola, li incontrai. Lord Conyngham poi mi fece sapere che il mio povero zio, il re, non c’era più, e che era spirato 12 minuti dopo le 2 di questa mattina, e di conseguenza che io sono la regina». Iniziava quello che fino al nove settembre del 2015 è stato il regno più lungo della storia. La Regina Elisabetta ha infatti superato il record della trisavola rimasta in trono per 63 anni e 216 giorni. Di quegli anni la storia ha una documentazione di prim’ordine grazie all’invenzione (inizi 1839) di un nuovo mezzo come la fotografia, annunciato prima a Parigi da Louis-Jacques-Mande Daguerre, poi a Londra da William Henry Fox Talbot. La Great Exhibition inaugurata nel 1851 al Crystal Palace di Londra fa conoscere per la prima volta a tutti in cosa realmente consista questo nuovo modo di raffigurare persone e cose. Già però dal 1842 la regina e suo marito, il principe Albert, vanno raccogliendo fotografie. Insieme i reali hanno accumulato una delle prime raccolte fotografiche, dove ritroviamo opere di famosi fotografi come Roger Fenton, Gustave Le Gray, Julia Margaret Cameron. Victoria & Albert, nel 1852, fondano il museo in Cromwell Road a Londra, che ancora oggi porta il loro nome. È la più importante esposizione mondiale dedicata alle arti applicate. Arte applicata è anche la fotografia, della quale Vittoria coltiva una passione “reale”.

La sua vita è continuamente registrata dalla macchina fotografica: una risorsa preziosa per gli storici e un accesso agli scatti privati, quotidiani, che incuriosisce anche i non specialisti. Le fotografie in un primo momento sono soltanto riservate e per nulla destinate alla distribuzione pubblica. Vi appare una Victoria amorevole come moglie e premurosa come madre, meno formale dei ritratti imperiali che conosciamo di lei. Sono dagherrotipi al calotype o all’albumen silver print. Ci sono alcune stampe corrette o addirittura dove il suo volto è stato dalla regina stessa cancellato. Dal 1860 Vittoria concede di far riprodurre e pubblicare suoi ritratti ufficiali, da sola o in gruppo con gli altri membri della famiglia reale. In questi anni le persone distinte, e non solo quindi i monarchi, usano farsi fotografare nelle “cartes de visite”, i biglietti da visita alla maniera parigina. Possedere un biglietto fotografico della regina è un onore per i suoi sudditi. Per questo motivo furono venduti in tutto il mondo quasi quattro milioni di biglietti da visita con l’immagine di Vittoria. Quando nel 1861 il principe Albert muore a soli 42 anni, Vittoria, ritiratasi dalla vita pubblica a Balmoral, appare come una regina in lutto, questa è l’immagine che fa circolare sulla stampa. Dopo essere stata insignita del titolo d’imperatrice dell’India, nel 1876, le stampe fotografiche della regina Victoria acquisiscono una caratura imperiale, costante testimonianza del senso di potere e responsabilità che in ogni parte del mondo, da allora in poi, la dovranno contraddistinguere.

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VITTORIA (Alexandrina Victoria; Londra, 24 maggio 1819 – Isola di Wight, 22 gennaio 1901) è stata regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dal 20 giugno 1837 e Imperatrice d’India dal 1876 fino alla sua morte. Il suo lunghissimo regno viene anche conosciuto come epoca vittoriana. Vittoria era la figlia del principe Edoardo, duca di Kent e Strathearn, quarto figlio del re Giorgio III. Sia il duca e sia il re morirono nel 1820, e Vittoria crebbe sotto la supervisione di sua madre, la principessa tedesca Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld. Ereditò il trono a diciotto anni, dopo la morte senza discendenza legittima dei suoi tre zii paterni. Il Regno Unito era già in quell’epoca una monarchia parlamentare stabile, nella quale il sovrano aveva pochi poteri politici diretti. (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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La Regina dello scatto

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