Macroregioni: la Democrazia partecipativa è il modello

di Paolo Pantani

Le Macroregioni si ispirano all’obiettivo stabilito con il Trattato di Lisbona che abolisce i “pilastri”, provvede al riparto di competenze tra Unione e Stati membri, rafforza il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali, promuove la costituzione di macroaree per la coesione territoriale, anche fra paesi non appartenenti alla UE, puntando molto sulle comunità locali, per colmare il “deficit democratico” di cui soffrono tutte le istituzioni europee dall’inizio della loro costituzione. Le Macroregioni sono infatti il risultato di una strategia per realizzare una struttura di governance multilevel che, con il superamento dei limiti territoriali, garantisca la partecipazione delle autorità regionali, locali e dei cittadini alle politiche di cooperazione europee ed euromediterranee per la cultura, la tutela ambientale, la ricerca scientifica, l’innovazione, i sistemi energetici, la connettività territoriale, la mobilità urbana sostenibile e dunque lo sviluppo socio economico della terra meridionale e dei paesi rivieraschi del Mediterraneo.

La Democrazia partecipativa è il modello; la Democrazia partecipata è il concreto processo che prevede il coinvolgimento diretto delle persone nei ruoli e nelle decisioni che riguardano loro. Non si passa quindi attraverso deleghe e cioè rappresentanti eletti formalmente. Esistono strumenti di partecipazione introdotti volontariamente, altri indicati dalla normativa. La Democrazia partecipativa e partecipata lavora per creare le condizioni per cui tutti i membri di un corpo politico possano portare contributi significativi ai processi di decisione, concedendo a un numero sempre maggiore di soggetti l’opportunità di partecipare direttamente a responsabilità di servizio e alle decisioni. La Democrazia partecipata riunisce effettivamente decisori, organizzazioni della società civile e cittadini per discutere su temi di forte rilevanza pubblica e costruire decisioni condivise.

L’unificazione di aree regionali omogenee per territorio, storia, cultura, sensibilità politiche e interessi socio-economici, superando le diversità di appartenenza nazionale, si colloca non nella dimensione di una nuova istituzione che si aggiunge alle altre, ma come una strategia politica che deve essere adottata da tutte le esistenti istituzioni dei vari Paesi (“in primis”, quelle regionali e locali) per attuare nel miglior modo possibile la coesione territoriale  che rappresenta la precondizione dello sviluppo. Questa condizione di non-istituzionalità della Macroregione implica in primo luogo il migliore coordinamento delle istituzioni e delle risorse disponibili nell’ambito delle norme esistenti, e consente poi l’abbattimento e il superamento dei confini politico-amministrativi entro cui sono costretti, invece, stati, regioni ed enti territoriali locali.

La strategia macroregionale è una politica articolata che supera e ricompone nuove comunità geo-politiche di dimensione continentale e avvia veramente quella riforma degli ordinamenti costituzionali che, com’ è noto, in Italia si tenta di realizzare senza successo ormai da diversi decenni. La Democrazia partecipata nella governance della Unione europea è possibile attraverso la Macroregione Mediterranea, la quale rappresenta un ambiente naturale e geo-politico di 500 milioni di abitanti, strategica per il futuro della stessa Europa che così conquista finalmente una maggiore sicurezza, un controllo più sostenibile dei flussi di immigrazione e la partecipazione diretta ad un’area in sicura espansione socio-economica. Questa è l’unica strada percorribile per salvare e rilanciare i territori e le comunità dei vari Paesi europei, a cominciare dall’Italia che in natura ha un ruolo strategico. La nuova “governance multilevel” è fondata sulla partecipazione ed il protagonismo dei Cittadini e delle Autorità regionali e locali (che non sono in contrapposizione con quelle nazionali) e, soprattutto, europee. Una nuova dimensione in cui la Democrazia partecipata è motore dello sviluppo.

La Democrazia partecipativa permette il processo di progressiva integrazione economica e politica dei Cittadini, degli Stati membri dell’Unione europea e di tutte le Istituzioni.  Rigore di metodo, spiccata capacità di analisi critica, vasta conoscenza della dottrina e cura nell’approfondimento delle tematiche affrontate caratterizzano la Democrazia partecipativa macroregionale mediterranea. Accanto al dato normativo vengono considerati, inoltre, gli aspetti e le implicazioni politiche ad esso sottese e gli sviluppi del Trattato di Lisbona in materia di cooperazione territoriale. Non manca, infine, l’analisi partecipativa e democratica dei problemi correlati alla materia, e in particolare del cosiddetto potere estero e dei modelli macroregionali o comunque partecipativi, a qualunque livello, attualmente esistenti in un continuo miglioramento.

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