“L’età della storia”, così Foucault, in “Les mots et les choses”, definisce lo sconvolgimento dell’episteme occidentale avvenuto alla fine del Settecento e nei primi decenni dell’Ottocento che dà l’avvio all’era della modernità. Foucault teorizza il disfacimento del sapere classico e la conseguente mutazione dall'”ordine” alla “storia”: all’ordine del sapere classico, ai valori della tradizione, si è sostituita l’idea di progresso, nonché la visione frammentata di una realtà naturale molteplice, le cui variazioni sono legate allo scorrere del tempo. Il valore normativo della tradizione viene, d’altra parte, contestato, negli ultimi decenni del diciottesimo secolo, da vari sommovimenti politici che sconvolgono l’ordine tradizionale delle nazioni europee: la Rivoluzione americana crea un governo razionale fondato sul diritto naturale; la Rivoluzione francese recide traumaticamente i legami con i valori di una monarchia secolare; i suoi drammatici sviluppi, il Terrore, le guerre europee, il crollo dell’impero napoleonico impongono, nel corso degli anni, la consapevolezza concreta dell’incidere storico. Questa irruzione della dimensione storica nel mondo europeo è stata, nel biennio 2013-2015, al centro dei lavori del seminario “Metamorfosi dei Lumi” che presenta, nel suo ottavo volume, un insieme di articoli centrati sul processo di temporalizzazione che caratterizza il tournant des Lumières, nelle esperienze di vita e in tutti i settori dello scibile.
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