IL DIPINTO
Bagnanti ad Asnières (Une baignade à Asnières) è un dipinto del pittore francese Georges Seurat, realizzato nel 1884 e conservato alla National Gallery di Londra. Nel 1879, quando mancavano ormai pochi anni prima dell’esecuzione di Bagnanti ad Asnières, Seurat stava ancora perfezionando la propria tecnica pittorica sotto la guida degli insegnanti della École des Beaux-Arts. L’Accademia insegnava ai propri studenti che qualsiasi dipinto di grande formato, prima di esser portato a compimento, doveva essere preceduto da una sicura preparazione disegnativa, da predisporre con l’esecuzione di numerosissimi disegni e bozzetti preparatori. È possibile che Seurat pensasse ai Bagnanti ad Asnières già a partire dal 1882. Da quell’anno fino al 1884 si sono succeduti diversi studi a olio (il catalogue raisonné di César de Hauke ne elenca quattordici): si osservi, in tal senso, il bozzetto preparatorio oggi esposto a Chicago, del tutto simile alla redazione finale, fatta eccezione ovviamente per le dimensioni (molto piccole, 25×16 cm). Seurat era solito soprannominare affettuosamente queste minuscole tavole con il termine croquetons, oggi divenuto così popolare da potersi considerare a tutti gli effetti come un occasionalismo linguistico.
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L’ARTISTA
Georges Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891) è stato un pittore francese, pioniere del movimento puntinista. Insieme con l’amico Edmond Aman-Jean nel 1878 Seurat si iscrisse all’École des beaux-arts, seguendo i corsi di un allievo di Ingres, il pittore Henri Lehmann che, ammiratore della pittura del Rinascimento italiano, aveva a lungo soggiornato in Italia, in particolare a Firenze. Nella biblioteca della scuola Seurat scovò la Loi du contraste simultané des couleurs [Legge del contrasto simultaneo dei colori], un saggio del chimico Michel Eugène Chevreul pubblicato nel 1839: la legge formulata da Chevreul afferma che «il contrasto simultaneo dei colori racchiude i fenomeni di modificazione che gli oggetti diversamente colorati sembrerebbero subire nella composizione fisica, e la scala dei loro rispettivi colori quando si vedano simultaneamente». Fu un libro che gli aprì un intero orizzonte di studio sulla funzione del colore nella pittura cui dedicherà il resto della vita: Chevreul sosteneva che «mettere il colore sulla tela non significa soltanto colorare con quel colore una determinata parte di tela, ma significa anche colorare con il suo colore complementare la parte circostante».
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