A Catanzaro, per la prima volta, una mostra dedicata al genio artistico di Marc Chagall

Dal 23 maggio 2021, nella straordinaria cornice della Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, verrà ospitata una mostra dedicata al grande artista russo Marc Chagall (1887-1985), al suo rapporto con la religione ebraica e alla sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il Messaggio Biblico.

Chagall. La Bibbia

Per la prima volta a Catanzaro, una mostra dedicata al genio artistico di Marc Chagall, uno dei più grandi artisti del Novecento, in un’inedita e approfondita narrazione del testo biblico, tra storie e creature fantastiche.

23 maggio – 29 agosto 2021
Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro

di Olga Strada
Storica dell’arte, già direttrice dell’Istituto di Cultura italiana a Mosca

Chagall e la Russia
Il diapason creativo di Marc Chagall abbraccia tre macroculture, quella russa, quella ebraica e quella francese. Il suo status di artista ebreo, nomade, nato a Vitebsk, che abbandona definitivamente la Russia nel 1922, non lo ha privato delle radici storiche e figurative della sua terra natale.
Chagall ha iniziato a studiare pittura con Yehuda Pen, il quale a sua volta era figlio della tradizione pittorica dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo; prosegue la sua formazione dal 1906 al 1911 a San Pietroburgo avendo come maestri i nuovi astri dell’arte di quegli anni, artisti che facevano parte della cerchia di “Mir Iskusstva”, Bakst, Reorich, Dobuzinskij.
Chagall non solo aveva assimilato la lezione dei suoi maestri, ma tutta la sua pittura è profondamente intrisa delle vibrazioni cromatiche della natura russa, degli elementi paesaggistici della sua terra, di echi dell’arte popolare russa, quale quella del lubok.
Anche sotto il profilo rappresentativo e della costruzione dei suoi quadri, palesi sono i rimandi all’arte dell’icona, dove vige la sovrapposizione di piani diversi per dare vita a un racconto in cui si avverte il fluire del tempo e della storia come un unicum.
Si ricordi inoltre che un ciclo importante, oltre a quello biblico, è quello dedicato alle “Anime morte” di Gogol’, cosi come l’affrontare in teatro le scenografie per il balletto “Aleko”, tratto dal poema di Puskin.

Allestimento

Vita e sogno in Chagall
L’elemento onirico nell’opera chagalliana ha il sembiante di una lieve brezza che attraversa tutto il suo narrare. Sogno come memoria, sogno come felicita, sogno come armonia, sogno come universo di immagini archetipiche. Chagall, rispetto ai suoi contemporanei, che hanno dato vita a fondamentali correnti artistiche nell’arte del XX secolo, si distingueva per aver creato il suo mondo interiore senza la necessità di proclamare un “credo” o formulare un “manifesto”.
Chagall dichiarava “ma la mia arte e forse un’arte insensata, un mercurio fiammeggiante, un’anima azzurra che scaturisce sulle mie tele”. L’anima azzurra chagalliana ha il colore dei sogni lieti, del mistero gioioso della vita, della percezione dell’essere prima della vita stessa.
La biografia di Chagall è stata costellata di molte pagine buie, quali l’antisemitismo della Russia zarista, i pogrom e la fuga in America per sfuggire al nazismo, eppure è come se nei suoi lavori trovasse spazio l’afflato luminoso dell’archetipo.
Importante sottolineare come Chagall dichiarasse che nelle sue tele si rifaceva a esperienze reali, di cui era stato testimone, cosa che lo contrapponeva nettamente dalla corrente surrealista, alla quale talvolta la sua pittura è stata associata, la quale traeva ispirazione dal mondo dell’inconscio.

Allestimento

La Bibbia
“Fin dall’infanzia sono stato affascinato dalla Bibbia. Mi è sempre sembrato, e tutt’oggi mi sembra, che questo libro sia la più grande fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora ho cercato il suo riflesso nella vita e nell’arte. La Bibbia è l’eco della natura, il mio è un tentativo di trasmettere questo mistero”.
In queste parole è racchiusa la summa dell’idea che sta alla base delle centocinquanta incisioni della Bibbia realizzate tra il 1931 e il 1956, così come nelle monumentali vetrate di Notre Dame des Toute Grace ad Assy, o nella Cattedrale di Metz in un serrato dialogo con le vetrate gotiche.
Nato in una famiglia ebrea chassidica molto religiosa e praticante, Chagall si era nutrito della cultura e del misticismo dei riti ebraici. I profeti e le varie figure del Vecchio testamento avevano assunto per lui un significato vivo, erano quasi delle persone reali con le quali dialogare e assimilabili ai vecchi ebrei che frequentavano la sinagoga o ai personaggi della sua infanzia, descritti con accenti simili a pennellate nelle pagine della sua autobiografia “Ma vie”. La sua riflessione sui temi sacri, che nutre l’intera poetica del suo fare artistico, non si era manifesta nei soli soggetti del Vecchio Testamento ma anche in quelli del Nuovo, e ne è testimonianza il quadro “Crocifissione bianca” del 1938.

Catalogo della mostra

IMMAGINE DI APERTURA – Pannello della mostra

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