John Spilsbury – Puzzle, 1766

Molti conoscono il puzzle, un gioco da tavolo nel quale è necessario ricomporre una figura frammentata in piccolissimi pezzi di forma irregolare. Non tutti, però, conoscono l’inventore di questo passatempo divertente: il londinese John Spilsbury, cartografo, incisore, fabbricante di mappe cittadine. La sua invenzione risale al 1766, realizzata a scopo educativo. La “Dissected Map” (mappa sezionata) è stata pensata per insegnare ai bambini la geografia. Spilsbury, infatti, decise di incollare una delle sue carte geografiche su di una tavoletta di mogano e di ridurla successivamente in piccole tessere per mezzo di un seghetto. L’idea riscosse successo ma John Spilsbury non poté goderne, poiché morì a soli 29 anni, il 3 aprile 1769. Ma altri riproposero il gioco infantile nelle proprie botteghe artigiane. I puzzle in legno per adulti furono, invece, prodotti industrialmente solo agli inizi del Novecento, realizzati tagliando un pezzo alla volta. Pertanto, erano molto costosi ed acquistati solo da un ceto abbiente per trascorrere, in solitudine o in compagnia, molte serate lunghe e noiose. Non mancava, tuttavia, chi utilizzava il gioco come intrattenimento durante le feste nelle proprie case di campagna. La passione per il gioco dilagò, quando i puzzle furono fabbricati incollando il disegno su di un supporto di cartone, successivamente ritagliato grazie ad una fustella di forma sagomata.

SPILSBURY, John (1739-1769). Europe divided into its Kingdoms. London: J. Spilsbury, [c.1766]. (Fonte Christies)

Nel 1908 viene coniato il nome che conosciamo. Il termine puzzle (enigma, rompicapo) si riferisce, infatti, ai pezzi che occorre incastrare per ricomporre la figura. Il significato inglese originario è comunque più specifico di quello italiano, perché in inglese i puzzle si chiamano “jigsaw puzzles”. L’espressione si riferisce a un gioco di pazienza, traforato con seghetto, formando un mosaico di pezzi. Il gioco divenne presto un prodotto industriale. Per la Parker Brothers i puzzle divennero il gioco più richiesto del catalogo. Fabbricati in serie, furono offerti in vari formati, in relazione del numero di pezzi. Più tesserine componevano il disegno, maggiori erano difficoltà e tempo per la risoluzione della composizione finale. Con la depressione economica degli anni Trenta il puzzle divenne un passatempo nazionale a basso costo e per tutte le tasche. Soprattutto rappresentò l’alternativa ai locali notturni, ai ristoranti, ai locali di spettacolo. Così, piuttosto che uscire, si preferiva passare le serate in famiglia. D’altra parte, le immagini offrivano di per sé una fuga fantastica dalla triste realtà del periodo: non solo carte geografiche, ma anche moderne strade ferrate, ponti vertiginosi, paesaggi nostalgici e fantasiosi. Nel 1932 nacque l’idea di regalare il rompicapo come gadget allegato ad altri prodotti, come i giornali. Esplose la mania e l’anno successivo le vendite solo negli USA raggiunsero circa dieci milioni di scatole a settimana.

Oggi i puzzle, rivolti a un pubblico adulto, sono sempre più difficili. Ce ne sono di tridimensionali, permettendo di realizzare oggetti anche molto complessi. Per esempio, i puzzle-ball sono concepiti come pezzi arrotondati, in modo che il soggetto completato prenda la forma di una palla: il mappamondo è il più peculiare fra questi. Particolari sono i puzzle double-face che propongono una doppia faccia, che potrebbe rappresentare la medesima immagine. Ci sono, al contrario, una quantità innumerevole di puzzle virtuali che si incastrano trascinando i pezzi sullo schermo di un computer.

IL PRIMO PUZZLE SUL SITO DI CHRISTIES: Europe divided into its Kingdoms

I SITI DI ALCUNE CASE PRODUTTRICI DI PUZZLE
Clementoni
Ravensburger
Hasbro
Castorland
Heye

IMMAGINE DI APERTURA – “L’Europa divisa nei suoi regni, ecc.” (1766) Si ritiene che sia il primo puzzle realizzato (Fonte Wikipedia)

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