La newsletter che non spediremo mai
A cura di Sergio Bertolami

C’è sempre un inizio e una fine

«Le fil Good» vous dit au revoir le 25 février. Con questo annuncio la bella newsletter, che da novembre del 2020 ho ricevuto ogni giorno nella mia e-mail dai Filgoodiens e Filgoodiennes della redazione di Le Monde, chiude. È vero, i redattori saranno redistribuiti in altre nuove e stimolanti newsletter, ma questa chiude. C’è sempre un inizio e una fine. Così rispondendo al questionario proposto dal quotidiano francese, quando ho dovuto segnare la mia età, mi sono accorto di far parte della fascia dei più anziani. Confesso di essere rimasto impressionato, perché ho compiuto il compleanno da qualche settimana e non avevo focalizzato l’idea di essere giunto all’ultima stagione. Ecco perché ho manifestato l’idea di aprirla io una newsletter, meglio ancora, una specie di newsletter, perché non la spedirò a nessuno. La pubblicherò in questa pagina, dove chi vorrà potrà leggerla.
Avrei voluto intitolarla Spazio d’ombra. Quand’ero giovane chiamavo così il mio angolo segreto, quello che mi riservavo per caricarmi lo spirito ogni qualvolta ne sentissi il bisogno. Poiché a quanto pare sono rimasto giovane solo nello spirito, spiritosamente chiamerò questa pagina Pericolo! Non leggere. Sconsiglio, infatti, a tutti di avventurarsi a scorrere le mie righe, perché ho deciso di essere terribilmente schietto. Vi rivelerò che, dovendolo proprio fare, tra Achille ed Ettore giù da una torre di Ilio butterei il primo. Ma non mi dilungherò affatto sul come o sul perché, sarebbe inutile, convinto come sono che ognuno, alla fine, ami rispecchiare solo sé stesso. Ricordo un caro amico che, ad ogni mio rilievo, rispondeva con simpatia: «Tu sei la mia buona coscienza, ma io mi amo così come sono».
Lunedì 21 febbraio 2022
Il cocktail musicale
Mia moglie mi ha chiesto di preparare un cocktail come aperitivo. Io amo il Martini secco, lei il Margarita, così con gran divertimento abbiamo aperto una disquisizione fra short drink pre dinner e after dinner. La cosa mi ha richiamato alla mente un articolo scritto qualche anno fa, ispirato da un concerto spassoso. Anziché un pianista compunto e inamidato, abbiamo ascoltato il simpatico Antonio Ballista che, forte di una lunga esperienza, ha giocato col suo pianoforte e ha coinvolto il pubblico in una Hit parade tutta personale.

Il gioco musicale mi ha indotto a chiedermi quale whisky utilizzare per preparare a mia moglie quel «cocktail allegro con la ciliegina che piace tanto a Woody Allen»: il Manhattan. So bene che per i puristi il Rye whisky è il più indicato, ma chi l’ha detto che non si possa scegliere un’alternativa? È la lezione che a fine serata ha dato Ballista al suo pubblico in sala: non c’è bisogno di capire la musica ma semplicemente goderla, diventando col tempo, in fatto di musica come nella vita, «specialisti di tutto ciò che ci piace».
Lunedì 21 febbraio 2022
La piracanta di Dagobert Peche
A noi due piace l’arte, così sorseggiando un velocissimo e italianissimo Negroni, mia moglie mi sorprende con una domanda inaspettata. Mi chiede se ho concluso di scrivere gli articoli su Adolf Loos, che aveva tanto da insistere contro la Wiener Werkstatte, e se ho parlato anche di Dagobert Peche. Aggiunge che Peche, austriaco anche lui, rimproverava Loos di orientarsi verso esecuzioni tanto esatte e scrupolose che sarebbe stato meglio lasciare agli ingegneri, sempre attenti ai particolari tecnici. Gli artisti dovevano invece, a suo avviso, perseguire la felicità col favore dalla fantasia, perché in futuro sarebbero state le macchine a soddisfare ogni bisogno umano. Sinceramente, sono rimasto più che meravigliato ad ascoltare da una naturalista qual è mia moglie questa minuziosa osservazione che
sfido molti colleghi architetti a fare.
Anche perché Dagobert Peche non è poi fra quegli artisti più conosciuti che s’impegnarono per la Wiener Werkstatte di Hoffmann, Moser e Waerndorfer. Eppure, ne divenne il direttore artistico nella primavera del 1915. Poi, ho scoperto l’arcano segreto sul perché la figura di Peche avesse attratto l’interesse di mia moglie. Mi ha chiarito che non era solo un designer di oggetti giocosi quanto lussuosi, un artista dall’immaginazione capricciosa e coloristica. Era anche un teorico. Un suo saggio per il catalogo di una mostra della Secessione ha per tema la piracanta, una bella pianta da giardino sempreverde. Non c’è da sorprendersi, ho risposto: temi preferiti erano per Peche, fiori, animali e geometrie.
Lunedì 21 febbraio 2022

Penso novantanove volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto nel silenzio e la verità mi arriva.
(Albert Einstein)