Lecce, Fondazione Biscozzi Rimbaud: GRAZIA VARISCO Sensibilità percettive

Tavola magnetica trasparente “Filamenti liberi”, 1960, telaio in legno, rete metallica, filamenti mobili con calamita, 60,5 × 48 cm

CS VARISCO Fondazione Biscozzi Rimbaud DEF

GRAZIA VARISCO Sensibilità percettive
Lecce,

Fondazione Biscozzi | Rimbaud 9 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

La mostra dedicata alla celebre artista Grazia Varisco in programma alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce dal 9 ottobre all’8 gennaio 2023 è la terza mostra temporanea realizzata dalla nascita della Fondazione, dopo L’artista del bianco nel 2021, protagonista Angelo Savelli, e L’altra scultura con le opere dello scultore salentino Salvatore Sava. Esposizione proposta dal direttore scientifico e curatore Paolo Bolpagni e accolta con entusiasmo da Dominique Rimbaud, presidente della Fondazione, tra i cui scopi riveste un ruolo centrale l’educazione ai linguaggi del contemporaneo.

Si parte da Tema e svolgimento (1957-1959), risalente al periodo di apprendistato all’Accademia di Brera, “semplice e lieve – scrive Bolpagni nel suo saggio in catalogo – quasi à la manière de Paul Klee… un rotolo di carta caduto e l’idea di trarre da un simile evento casuale lo spunto per un’interpretazione estetica”. L’opera rivela già la sensibilità percettiva della Varisco e il suo porsi in osservazione e “in ascolto” costante della realtà. Nel 1959-1960 comincia l’avventura del cinetismo con il famoso Gruppo T, che nasce a Milano con la partecipazione della Varisco insieme con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi: la loro poetica è incentrata sul concetto di miriorama, cioè sull’idea della variazione dell’immagine nella sequenza temporale. Nascono le tavole magnetiche di Grazia Varisco, di cui in mostra sono presenti due esemplari – Tavola magnetica a elementi quadrati (1959) e Tavola magnetica trasparente “Filamenti liberi” (1960) – con elementi fissati al supporto tramite magneti e quindi spostabili: oggetti semplici, dalle forme regolari e geometriche, oppure filamentose e aree. “Per Grazia Varisco – spiega Bolpagni – è anche un invito al gioco, ma la componente ludica, che pure è presente e importante, non esaurisce il significato di questi lavori, che implicano la partecipazione attiva dello spettatore e la moltiplicazione delle possibili configurazioni dell’opera stessa, che perde la sua aura di compiutezza definitiva”.

Della stagione cinetica, ultima grande avanguardia europea – che ebbe tra i suoi precursori futuristi, dadaisti, bauhausiani e costruttivisti, e di cui si ricordano mostre storiche a Parigi, Zagabria, Milano e New York – in mostra troviamo quattro opere di Grazia Varisco: Oggetto cinetico luminoso (1962), Variabile + Quadrionda 130, Scacchiera nera (1964), +Rossonero- (1968) e Oggetto ottico-cinetico (1968-1969), i primi due dotati di motore elettrico e dunque di un movimento connaturato all’opera stessa. Qui la Varisco si basa sul concetto di frammentazione della luce, realizzata in diversi modi: “una immagine – scrive Bolpagni – generata da configurazioni che appaiono e scompaiono alternatamente, prodotte dall’interferenza tra dischi rotanti nei quali sono intagliate trame che lasciano filtrare la luce suscitata dalla sorgente elettrica; oppure Reticoli frangibili e Mercuriali, costruiti con vetri industriali a rilievi regolari e superficie lenticolare, che cambiano, con il mutare della posizione dell’osservatore, la percezione di ciò che è contenuto nella scatola (schemi geometrici colorati o borchie di acciaio ‘fluidificate’ dall’effetto di rifrazione, così da innescare un continuo spostamento del punto di vista, una situazione d’instabilità tipica dell’accadere della realtà)”.

Grazia Varisco, reduce dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel Padiglione Centrale e da una recente mostra antologica a Palazzo Reale a Milano, presenta negli spazi della Fondazione leccese una piccola ma preziosa mostra di diciassette opere che coprono l’intero arco della sua carriera, dalla fine degli anni Cinquanta al 2009, in un percorso in cui

i singoli lavori costituiscono un corpo unitario, pur conservando ciascuno la propria originalità.

Conclusa l’esperienza del Gruppo T, Grazia Varisco prosegue il proprio percorso in autonomia, seguita da critici attenti come Ballo, Belloli e Dorfles, realizzando nel 1966 la sua prima mostra personale. Negli anni Settanta l’artista sperimenta la manipolazione libera della carta e del cartoncino e l’apertura programmatica all’azione perturbante del caso, mantenendo sempre al centro l’analisi dei meccanismi percettivi. Nascono serie fortunate come le Extrapagine e gli Extralibri: in mostra sono presenti quattro lavori come Meridiana 2 (1974), Extralibro (1975), Spazio potenziale (1976) e Extrapagina “Spartito musicale” (1977).

“Gli Spazi potenziali – prosegue Bolpagni – segnano un altro momento importante: la Varisco qui si diverte ad aprire, scomporre e ricomporre i telai di ferro delle sue opere, in un’investigazione maieutica che implica anche un protendersi verso la tridimensionalità già riscontrato nella Meridiana, dove le strisce metalliche aggettanti creano l’immagine insieme con l’ombra da esse proiettata, in un meccanismo percettivo che è sempre mutevole e instabile”.

Nella seconda metà degli anni Ottanta, la Varisco crea il ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali e uno studio delle soglie e delle disarticolazioni. In mostra troviamo Implicazioni B (1986), Incastro giallo (1987) e Fraktur – Ferro 1 (1997). E poi, degli anni Duemila, Quadri comunicanti (2008) e Filo rosso (2009).

La mostra si chiude con Silenzi (2006), articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai: un altro salto concettuale per interpretare il mondo di un’artista visionaria e ad alto tasso di creatività.

Extralibro, 1975, cartone, cartoncino monolucido, pennarello nero, 72 × 75 cm

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud, nata nel 2018 per volontà di Luigi Biscozzi (1934-2018) e di sua moglie Dominique Rimbaud e aperta al pubblico dal 2021, costituisce per la Puglia un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea.
La peculiarità della Fondazione, oltre alla collezione permanente che comprende i nomi più importanti delle arti visive del XX secolo – de Pisis, Martini, Prampolini, Albers, Magnelli, Veronesi, Melotti, Burri, Dorazio, Birolli, Tancredi, Scanavino, Consagra, Azuma, Dadamaino, Bonalumi, Savelli, Schifano e molti altri, – è quella di caratterizzarsi come uno spazio dinamico e aperto, che interagisce con il territorio e le sue istituzioni culturali.

La Fondazione si pone come obiettivo quello di attrarre e incentivare l’attenzione di un pubblico più vasto e intergenerazionale verso la fruizione dell’arte contemporanea, concependo i propri ambienti come veri e propri laboratori d’apprendimento e formazione.

Biografia di Grazia Varisco

Grazia Varisco è nata a Milano il 5 ottobre 1937.
Dal 1956 al 1960 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, allieva di Achille Funi.
Dal 1960, attiva nella ricerca artistica come esponente del gruppo T con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, partecipa alle manifestazioni Miriorama, alle mostre di arte programmata e a quelle del movimento internazionale Nouvelle Tendance, con occasioni di incontro e di scambio con artisti dei gruppi italiani e stranieri animati da interessi nel campo della percezione e della sperimentazione.
Conclusasi l’esperienza di gruppo, dalla metà degli anni Sessanta Grazia Varisco continua la sperimentazione e l’attività espositiva in modo autonomo.
Dal 1961 al 1967 svolge attività di grafica per l’Ufficio Sviluppo della Rinascente, per la rivista «Abitare», per la Kartell e per il Piano intercomunale milanese (1962-1963).
Nel 1969 e nel 1973, in occasione di prolungati soggiorni negli Stati Uniti, incontra e frequenta artisti e docenti dei Departments of Fine Arts, intrattenendo rapporti che contribuiscono alla sua formazione.
Dal 1979-1980 si impegna nell’attività didattica e dal 1981 al 2007 è titolare della cattedra di Teoria della percezione all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Partecipa a importanti rassegne nazionali e internazionali tra cui: Biennale di Venezia, 1964, 1986 e 2022; Quadriennale di Roma, 1965, 1973 e 1999; Trigon di Graz, 1977; Arte italiana 60/82 alla Hayward Gallery di Londra, 1982; Electra al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1983; Triennale Toyama Now, 1990; Force Fields. Phases of the Kinetic al Museu d’Art Contemporani di Barcellona e alla Hayward Gallery di Londra, 2000; Beyond Geometry al Los Angeles County Museum e al Miami Art Museum, 2004; Gli ambienti del gruppo T alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, 2005; Lo sguardo del collezionista. Opere della Fondazione VAF al Mart di Rovereto, 2005; Op art alla Schirn Kunstalle di Francoforte, 2007; Arte cinetica e programmata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, 2012.
Nel 2007, su segnalazione dell’Accademia di San Luca, riceve dal presidente Giorgio Napolitano il Premio nazionale Presidente della Repubblica per la scultura.
Sue opere figurano in musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, fra cui la Collezione Farnesina, la Collezione dell’Accademia di San Luca e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museum of Modern Art di New York, il MAMbo di Bologna, la Fondazione Museo de arte moderno Jesús Soto a Ciudad Bolívar, il museo di Würzburg, il Museum Ritter a Waldenbuch, il Centre Georges Pompidou a Parigi, la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, il MAC di Lissone, il Museo di Villa Croce di Genova, il Museo della Permanente, la Fondazione Prada, le Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento a Milano.
Nel 2017 la Triennale di Milano le ha dedicato una mostra-omaggio. Del 2022 è la personale a Milano a Palazzo Reale.
Nel 2018 riceve dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per le Arti Visive.
Grazia Varisco vive e lavora a Milano.


INFO

Titolo: Grazia Varisco. Sensibilità percettive Date: 9 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

Inaugurazione: 8 ottobre 2022, ore 19 Curatore: Paolo Bolpagni

Catalogo: Silvana Editoriale

Mostra promossa e prodotta da: Fondazione Biscozzi | Rimbaud

Con il patrocinio del Comune di Lecce

Progetto grafico: Arrigoni Architetti

Comunicazione digitale: Co.M.Media, Lecce

Sede: Fondazione Biscozzi | Rimbaud, piazzetta Baglivi 4, 73100 Lecce – gli spazi sono completamente accessibili ai diversamente abili

Apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 16 alle 19; l’ultima domenica di ogni mese dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

Biglietto d’ingresso: 5 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione); 3 euro per la sola visita della mostra

Biglietto ridotto: 3 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, scolaresche (della primaria e delle secondarie), studenti di università, accademie d’arte e conservatori provvisti di tesserino, insegnanti; per tutti, salvo le gratuità prevista, nell’ultima domenica di ogni mese

Biglietto gratuito per bambini fino ai 6 anni, diversamente abili (e accompagnatore), un accompagnatore per ogni gruppo, soci ICOM, militari e forze dell’ordine con tesserino, guide turistiche, giornalisti con tesserino

Informazioni: www.fondazionebiscozzirimbaud.it, info@fondazionebiscozzirimbaud.it, segreteria@fondazionebiscozzirimbaud.it, tel. 0832 1994743

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