Nasce “Vitruvius”, rivista scientifica di studi vitruviani edita dal Centro Studi Vitruviani con «L’Erma» di Bretschneider

Il Centro Studi Vitruviani
propone “Vitruvius”, palestra internazionale di studi su Vitruvio e il De Architectura.

In tempi di chiusure e cancellazioni, ecco una nuova nata nel mondo dell’editoria. Il Centro Studi Vitruviani – nato nel 2010 con lo scopo di diffondere la conoscenza della cultura classica e della classicità in ogni sua espressione, con particolare riferimento al “De Architectura libri decem” di Marco Vitruvio Pollione –  ha deciso di dare vita a VITRUVIUS, rivista scientifica che il Centro Studi pubblica  con  «L’Erma» di Bretschneider.

Il primo numero (208 pagine, 10 articoli scientifici e altri contributi) è già a disposizione sia in formato cartaceo che nella edizione on line.

VITRUVIUS è  una  rivista di carattere scientifico che si propone di pubblicare saggi relativi ad argomenti legati a tutto quello che pertiene a Vitruvio e alla sua opera, il De Architectura, unico trattato di architettura giunto completo fino a noi dall’antichità. Il direttore scientifico della pubblicazione è il professor Oscar Mei (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo), affiancato da un Comitato editoriale composto da Eugenio La Rocca (Accademia dei Lincei), Francesco Paolo Di Teodoro (Politecnico di Torino), Pierre Gros (Académie des Inscriptions et Belles Lettres), Elisa Romano (Università di Pavia), Werner Oechslin (Bibliothek Werner Oechslin, Einsiedeln) e da un autorevolissimo Comitato scientifico internazionale.

I campi di riferimento della rivista sono molteplici, in relazione alla vastità degli argomenti trattati da Vitruvio. Innanzitutto studi riguardanti l’opera in sé, la sua genesi, la sua riscoperta, le sue edizioni, la sua fortuna, accanto a lavori che focalizzano aspetti dei  differenti ambiti “vitruviani”, quali l’archeologia, l’architettura antica, moderna e contemporanea, l’urbanistica, la musica, l’idraulica, la gnomonica, la meccanica e tanto altro.

“L’obiettivo, evidenzia il direttore della rivista, prof. Oscar Mei, è di pubblicare un volume ogni anno. Le lingue accettate per i contributi sono Italiano, Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo. La Rivista viene pubblicata sia in formato cartaceo sia in formato elettronico. Già lanciata un Call for papers per il numero due. I saggi devono essere inviati all’indirizzo vitruvius@centrostudivitruviani.org e saranno sottoposti a peer review da due valutatori anonimi”.
Il perché di VITRIVIUS lo suggerisce nell’articolo di apertura del primo numero, Pierre Gros, il più grande esperto al mondo di Vitruvio, nella sua riflessione “Vitruvio e noi, o come e perché leggere Vitruvio oggi”.

“La sua figura ed in particolare la sua opera, riassume ancora il prof. Mei, hanno continuato a vivere attraverso i secoli: il testo del De Architectura è stato considerato un punto di riferimento imprescindibile per praticare o studiare l’arte del costruire almeno fino al XVIII secolo, diventando in un certo senso l’elemento unificante su cui si è basata una certa identità architettonica europea di stampo classicista, che poi si è propagata anche negli altri continenti”

Vitruvio è inoltre di una straordinaria attualità. I tre pilastri su cui poggiano i suoi principi professionali, utilitas, firmitas e venustas, dovrebbero anche oggi essere alla base di ogni progettazione urbanistica e architettonica, così come le norme etiche, il rigore e l’onestà, elementi su cui spesso si sofferma nel suo trattato.

E Pierre Gros conclude: “Per tutte queste ragioni, Salvatore Settis ha proposto, nel suo libro intitolato Se Venezia muore, pubblicato nel 2014, che sia imposto agli architetti di oggi un «Giuramento di Vitruvio», dello stesso tipo del «Giuramento di Ippocrate» dei medici, per impedire che siano negletti i caratteri fisici e le pratiche costruttive delle città e delle campagne quando si pretende di impostare nuovi edifici o nuove infrastrutture. Se pensiamo che questo giuramento è stato, sotto la forma elaborata qualche anno fa dal Centro Studi Vitruviani di Fano, adottato dall’ordine degli architetti di Reggio Emilia, siamo finalmente confortati nella convinzione che c’è ancora sempre da imparare dal vecchio teorico latino, e che la lettura e la meditazione del suo trattato rimangono non solo utili ma, ancora oggi, assolutamente necessarie.”

Ed è proprio su questa “necessità” che si inserisce la proposta, avanzata dal presidente del Centro Studi Dino Zacchilli, del “Giuramento di Vitruvio” per i sindaci, titolari e responsabili, prima ancora degli architetti, del governo del territorio, delle scelte urbanistiche e della bellezza delle città da perseguire per il benessere dei cittadini.

Info:  www.centrostudivitruviani.org

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