Milo Manara, “maestro dell’eros” 1/3

 

Maurilio Manara detto Milo, nasce nel 1945, a Luson (in provincia di Bolzano). Studia in un liceo artistico di Verona, per poi iscriversi alla facoltà di Architettura di Venezia, ma abbandona gli studi per tentare la carriera artistica come pittore. Dopo alcuni screzi, lascia la pittura ed esordisce come fumettista in una serie erotico-poliziesca della collana Genius. Per la RG di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, crea il primo personaggio, sempre erotico-sexy: la corsara Jolanda de Almaviva. Siamo alla fine degli anni Sessanta. Nel decennio successivo, Manara inizia (1974) una collaborazione con Il Corriere dei Ragazzi. Nello stesso periodo (1976) insieme a Silverio Pisu, crea la rivista satirica Telerompo, e su testo di Pisu pubblica, su Alterlinus, il racconto Lo scimmiotto. 

Per il suo stile molto sensuale, si fa notare da Playman, rivista italiana per uomini, pubblicata dalla casa editrice Tattilo. Nel 1982, Manara comincia a disegnare per questa rivista una serie di episodi a puntate, che porta per nome Il gioco. Nel 1984, la Edizioni Nuova Frontiera decide di pubblicare la raccolta dei fumetti fatti per la rivista. È uno straordinario successo, non solo in Italia, ma anche all’estero. Prepotentemente Manara si afferma per l’inconfondibile tratto, che lo fa incoronare quale “maestro dell’eros”. Dalla fortunata serie, scaturirà anche un film (Le déclic).

Sul finire del 1983, inizia a collaborare con la rivista Corto Maltese e con il suo creatore, Hugo Pratt. I due si intenderanno subito, realizzando per il giornale Tutto ricominciò con un’estate indiana ed El Gaucho. Sempre sulla rivista Corto Maltese, un soggetto di Federico Fellini, nel 1989, viene graficizzato da Milo Manara e intitolato Viaggio a Tulum.
Ormai conosciutissimo, nel 1986, per la rivista Totem realizza la storia Il profumo dell’invisibile, la cui eroina, subito attenzionata dai lettori, prende il nome di Miele.
La pubblicazione di El Gaucho, coincide con l’inizio del rapporto con la rivista Il Grifo (1991). Per questa compone Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet, su un’altra sceneggiatura di Federico Fellini, disegna due inserti Vietato ai minori e diverse copertine.

 

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