Le poetiche dei due scrittori, Stéphane Étienne Mallarmé e Charles Pierre Baudelaire, confluiranno, alla fine, nel movimento simbolista, fondato da Jean Moréas.
Stéphane Étienne Mallarmé
Mallarmé non fu mai uno scrittore da passerella, ma portatore di idee e poesie rivoluzionarie. La prima parte della vita di Mallarmè non fu felice. Sua madre morì nel 1847 (quando aveva 5 anni). Lo zio gli fece da tutore, ma, soprattutto, nel 1857 perse l’amatissima sorella Maria. Iniziò a scrivere giovanissimo, ispirato in particolar modo, da I fiori del male di Charles Baudelaire. Dopo il matrimonio visse un lungo periodo con la propria sposa a Londra dove apprese bene l’inglese. Divenne poi insegnante di lingua al liceo di Tournon. Nella sua vita lavorò come insegnante di inglese, ma visse in modeste condizioni economiche. Dopo Tournon, Iisegnò anche a Besançon ed Avignone.
La vera svolta della sua vita avvenne nel 1870, quando scelse l’aspettativa dall’insegnamento e si trasferì a Parigi. Qui conobbe il giovane Arthur Rimbaud e il pittore Édouard Manet, che a sua volta, gli presentò Zola. Anche Manet era in un momento particolare, il 1874, per l’ennesimo rifiuto ad esporre le sue opere al Salone di quell’anno. Mallarmè sostenne pienamente l’amico pittore. Nel 1876, Mallarmè pubblica, per la seconda volta, Il pomeriggio di un fauno, rivisto e corretto, questa volta con le illustrazioni di Manet. Incontrerà, nel 1878, Victor Hugo e in seguito Oscar Wilde e Paul Valéry. Il testo di Paul Verlaine poeti maledetti sarà incentrato su Mallarmé (nel 1883).
Solo alla fine della sua vita il poeta conobbe un vero successo, con i due libri L’explication orphique de la Terre e M’introduire dans ton histoire. Ebbe, così, l’onore di tenere delle conferenze letterarie a Cambridge ed Oxford, nel 1894.
Se Mallarmè scrisse poco (in versi come in prosa) quello che produsse fu realmente significativo ed innovativo. Ebbe uno stile nuovo e particolare, molto denso e sintetico, ma dove i brevi versi si caricavano di forti collegamenti evocativi ed immaginativi. Proprio per questo tra i letterati era molto considerato e seguito. Era ritenuto un esempio del movimento Simbolista e, infatti, a lui si rifacevano autori, suoi contemporanei, come Laforgue, Villiers o Valéry, e persino Gide, nella prima parte della sua vita.
Nonostante le modeste condizioni finanziarie, non era solo. Tutti i martedì, il suo piccolo salotto (di rue de Rome) era punto di riunione dei suoi numerosi amici, tutti poeti, letterati ad artisti. Le tematiche affrontate spaziavano dalla poesia alla pittura, dalla musica alla filosofia.
Nella sua opera emerge lo scontro tra realtà materiale e l’ideale, quali arte e bellezza. Infatti nelle sue prime pubblicazioni si risente l’ispirazione all’amico Charles Baudelaire. Nel suo lavoro si colgono riferimenti, non solo alla letteratura, ma anche alle altre arti, come quelle pittoriche. Inoltre, nel suo essere simbolista, si notano i possibili sviluppi verso i movimenti artistici che seguiranno, quali le scuole dadaiste, surrealiste e futuriste.
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ENCICLOPEDIA TRECCANI: STÉPHANE ÉTIENNE MALLARMÉ
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STÉPHANE MALLARMÉ – LA TOMBA DI EDGAR POE
MAURICE RAVEL. TROIS POÈMES DE STÉPHANE MALLARMÉ
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POESIE
UN COUP DE DÉS JAMAIS N’ABOLIRA LE HASARD
Fonte immagine: Mallarmé ritratto da Pierre-Auguste Renoir