Gaetano La Corte Cailler non era un gitante della domenica. Durante le escursioni per la conoscenza del territorio raccolse annotazioni attente: una ricca documentazione composta da pagine manoscritte e dattiloscritte, sulle quali ha incollato ritagli di giornali e fotografie, schizzato disegni a matita, indicato sommarie note bibliografiche. Materiale di lavoro, che lo storico messinese ha sistemato tra il 1899 e il 1908 con certosina accuratezza a vantaggio delle ricerche storico-artistiche. Giovanni Molonia – che di La Corte Cailler è il maggiore studioso e da lui ha mutuato la passione a guardare e a valutare le attestazioni del passato – ha dato alle stampe il 1° Quaderno dell’Archivio Storico “N. Scaglione” e della Biblioteca Comunale “T. Cannizzaro” di Messina. Portando alla luce uno dei fascicoli del Fondo comunale, acquistato negli anni ’40 dal direttore Nitto Scaglione curatore memorabile degli atti della nostra identità, il Quaderno diffonde fra il pubblico notizie preziose, spesso di prima mano. La Corte Cailler le ha assemblate con mirate ricognizioni del circondario, approfittando dei giorni festivi, accompagnando storici dell’arte, colloquiando con i cultori locali. Osserva con occhio esperto, appunta e fotografa la realtà dei luoghi monumentali che di lì a poco sarebbero stati squassati dall’evento tellurico. Segna tutto, non solo opere insigni: registra persino tempi e mezzi dei tragitti, chi paga il biglietto del treno, la locanda in cui alloggia. Notizie uniche per chi sa leggerle. Eppure, dopo tanto impegno di studi, «deluso, amareggiato, gravemente ammalato, negli ultimi anni della sua vita Gaetano La Corte Cailler sceglie l’isolamento e dirada gli interventi sulla stampa». Il Quaderno di Molonia riscatta la triste verità delle attese.