Con “Cuore a metà. Vite tra due mondi”, Neeman Sobhan ci invita ad entrare nella casa che sente davvero propria ovunque si trovi: quella della scrittura e del mondo delle storie.
A Roma, il libro sarà presentato venerdì 22 novembre alle 18.00 al Ristrò LUNA E L’ALTRA, all’interno della Casa Internazionale delle Donne, in via San Francesco di Sales 1/A, presenti l’Autrice e la Traduttrice Silvia De Matteis.
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Neeman Sobhan
“Cuore a metà. Vite tra due mondi”
di Diana Daneluz
Con la traduzione dall’inglese all’italiano di Silvia De Matteis, insieme a Sara Zingarini, ma probabilmente pensato nella sua lingua madre, il bengali – Bangla বাংলা –, il libro “Cuore a metà. Vite tra due mondi” di Neeman SOBHAN attraversa tre lingue e tanti diversi Paesi prima di arrivare a noi.
Pubblicato a febbraio 2024 da Armando Curcio Editore, nel libro l’Autrice bengalese, cittadina italiana, si premura di facilitare il lettore italiano nella comprensione di un mondo, il suo e quello di donne come lei, non migranti, ma nomadi per scelta, con inserti di perifrasi e aggiunte, note di linguaggio e una necessaria contestualizzazione che rimandasse agli eventi storici principali dell’India, e poi del Bangladesh.
Protagoniste dei 14 racconti – l’undicesimo dà il titolo al volume, “Cuore a metà” – che compongono il libro, donne bengalesi che vivono altrove, in bilico tra il desiderio di rimanere all’estero dove la loro vita si sta compiendo e l’aspirazione ad un ritorno a casa. Ma questi personaggi femminili inventati – Naureen, Farida, Putul, Rina, Shayla, Shireen, Tamara, Rupa, Cini, Mina, Sabera, Rumana, Sadia, Shopna, Husna e le altre – vibrano di realtà e autenticità perché alimentati dalla biografia della stessa Autrice, in un arco temporale che va dagli anni’50, attraversa la guerra di indipendenza che nel 1971 ha portato alla creazione del Bangladesh e prosegue negli anni a venire. Frammenti della sua vita personale di professionista, insegnante, scrittrice, poetessa, donna, madre entrano, trasfigurati, nella trama narrativa.
Un filo lega poi quei personaggi femminili tra loro, in qualche modo li tiene insieme con un gioco di rimandi e allusioni che funziona, ritrovando citate le une nel racconto delle altre, l’una parte per un tratto della vita dell’altra. Ma sottesa alle gioie e alle soddisfazioni, alle paure e alle frustrazioni, alle incomprensioni e ai rimpianti, pure bagaglio di ogni vita trapiantata altrove, in una “cornucopia” di diverse culture e identità, lo sguardo che va oltre, “oltre i confini materiali e culturali, alla nostra comune, vulnerabile umanità”. E non impedisce di sognare, “in qualsiasi lingua”.
Neeman Sobhan – Note biografiche
Neeman Sobhan | Scrittrice, poetessa, editorialista italo-bengalese. Un M.A. in Letteratura inglese e un B.A. in Letteratura comparata conseguiti all’Università del Maryland (Usa). Dal 1978 vive a Roma con il marito economista in pensione dalla FAO, la sua città natale è Dhaka dove torna ogni volta che può. Fino a poco tempo fa insegnante di Inglese e Bengali all’Istituto di Studi Orientali dell’Università “La Sapienza” di Roma. La sua narrativa, scritta in inglese, è apparsa in molte antologie e riviste letterarie. Tra le sue pubblicazioni: una raccolta dei suoi articoli in An Abiding City. Ruminations from Rome (2002); Piazza Bangladesh (2014); le poesie del volume Calligraphy of Wet Leaves (2015).
Silvia De Matteis – Note biografiche
Silvia De Matteis | La traduzione del libro dall’inglese in italiano insieme a Sara Zingarini la sua prima esperienza editoriale. Studente per un tratto proprio di Neeman Sobhan mentre frequentava un dottorato, è Junior Architect. Nella sua formazione: PHD in History of Architecture Università “La Sapienza” di Roma; Arts and Heritage Management, Treccani Academy; One-cicle Master’s Degree in Architecture, Università “La Sapienza. In curriculum: Freelence 3D Architecutural Visualizer per la realizzazione di modelli per il restauro della stazione del XIX secolo di Bucarest; Assistant to the Project Manager, Fondazione Pistoletto; Design Intern, Orproject, Londra. Pubblicazioni: con il Prof. Augusto Roca de Amicis, Luigi Vanvitelli’s project for the Loggia di Brescia (2024); I progetti juvarriani del 1714-1717 per il San Filippo Neri: ipotesi di ricostruzione spaziale conference Guarini e Juvarra a Torino (2024); La Piazzetta del Nuovo e il Monastero dei Santi Maria e Andrea di Chieri in Palladio (2023).
L’Autrice dell’articolo | Diana Daneluz – Giornalista pubblicista Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma N. 182410 – Comunicazione e Relazioni Pubbliche socia professionista FERPI N. 2760. Da Diana Daneluz dianadaneluz410@gmail.com |
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