Trieste, Sala Bazlen a Palazzo Gopcevich, presentazione del volume di Fabio Todero

Il volume Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918 viene presentato dall’autore Fabio Todero, mercoledì 20 novembre alle 17.30 in Sala Bazlen a Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4), nell’ambito delle attività collaterali della mostra “Vola Colomba. Lunario triestino 1953-54”.
Dottore di ricerca in Italianistica, ricercatore dell’Istituto regionale per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Todero descrive nel suo volume l’irredentismo adriatico nella Prima guerra mondiale e racconta la Venezia Giulia che è stata nell’immaginario nazionale italiano la terra irredenta per antonomasia.  

70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia
Presentazione del volume Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918 a cura dell’autore Fabio Todero.
Mercoledì 20 novembre alle 17.30 in Sala Bazlen a Palazzo Gopcevich

Il volume Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918 viene presentato dall’autore Fabio Todero, mercoledì 20 novembre alle 17.30 in Sala Bazlen a Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4), nell’ambito delle attività collaterali della mostra “Vola Colomba. Lunario triestino 1953-54”.
Dottore di ricerca in Italianistica, ricercatore dell’Istituto regionale per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Todero descrive nel suo volume l’irredentismo adriatico nella Prima guerra mondiale e racconta la Venezia Giulia che è stata nell’immaginario nazionale italiano la terra irredenta per antonomasia.  

Il fenomeno dell’Irredentismo ha la sua conclusione nei tragici fatti del 1953 descritti nella mostra di Palazzo Gopcevich grazie ai fotografi Ugo Borsatti, Adriano de Rota, Gianni Anzalone, Livio Amstici e l’agenzia fotografica Giornalfoto.

“Pochi sapevano dove si trovasse Trieste e cosa fosse quella mitica regione” – ricorda Frando Todero. “A scoprirlo furono i milioni di italiani che vi affrontarono la guerra nelle trincee del Carso o sulle vette delle Alpi Giulie. Laboratorio storico emblematico del contesto europeo” – aggiunge l’autore – “qui convivevano popoli diversi che vissero il conflitto con animo contrastante, specie quando l’Italia decise di parteciparvi rompendo la Triplice alleanza. La multietnica società giuliana era stata coinvolta sin dal 1914: la mobilitazione di massa vide partire decine di migliaia di uomini nelle file dell’esercito dell’Austria Ungheria per luoghi i cui nomi ricorrono oggi nuovamente sulle pagine dei giornali a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

Italiani, sloveni e croati della Venezia Giulia venivano mandati a morire in Serbia o in Galizia. Nelle città della regione, donne, bambini e anziani rischiavano di morire di fame e dovevano misurarsi con le conseguenze della guerra totale, rese ancor più severe nella primavera del 1915 quando le operazioni militari coinvolsero direttamente il territorio”.

Il libro Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918 offre al lettore uno sguardo d’insieme sulle vicende belliche della regione Giulia, sul coinvolgimento di uomini e donne nel conflitto, ma soprattutto il modo in cui queste e il territorio vennero descritti ai contemporanei e al pubblico del dopoguerra. Memorie, articoli di giornale, pagine di diario e di letteratura, canti, testi di riflessione politica e immagini sono utilizzati per raccontare, per la prima volta in un’opera organica, un momento chiave della storia di quest’area multiculturale. Ben lungi da concluderne le travagliate vicende le conseguenze della Grande guerra furono alla base delle successive nuove tragedie che con la Seconda guerra mondiale l’avrebbero investita. 


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