Milano: DOROTHEA LANGE – Il coraggio di una reporter e la sensibilità di una ritrattista

  • A 135 anni dalla nascita, il Museo Diocesano di Milano racconta l’apice della carriera di Dorothea Lange, quando tra gli anni ‘30 e ’40 la fotografa americana testimoniò l’attualità drammatica degli Stati Uniti.
  • Dalla condizione dei lavoratori agricoli alla schiavitù, fino alla segregazione della popolazione giapponese in seguito all’attacco di Pearl Harbour, un centinaio di scatti ripercorrono le contraddizioni di un Paese in difficoltà.
  • Con il coraggio della reporter e la sensibilità della ritrattista, Lange riuscì a portare l’esperienza del singolo e il dolore collettivo di tante comunità all’attenzione di tutto il mondo, fornendo spunti di riflessione su temi come la povertà, la crisi climatica, le migrazioni e le discriminazioni al giorno d’oggi ancora validi.
MILANO
MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI
In collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

DOROTHEA LANGE

A cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi

Dal 13 maggio al 19 ottobre 2025, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino presenta la mostra Dorothea Lange, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, che attraverso un centinaio di scatti celebrano la fotografa americana a 135 anni dalla nascita.

Un percorso che ha inizio tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, quando la Lange si fa testimone cruciale di alcuni degli eventi epocali che avrebbero modificato l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti, su tutti il crollo di Wall Street, e che la spingono ad abbandonare il mestiere di ritrattista per documentare l’attualità.

Tra questi c’è il viaggio che nel 1935 intraprende con l’economista Paul S. Taylor, che sposa alcuni anni dopo, per raccontare le drammatiche condizioni di vita in cui versano i lavoratori del settore agricolo delle aree centrali del Paese, colpito dal 1931 al 1939 da una dura siccità, il fenomeno delle Dust Bowl, le ripetute tempeste di sabbia raccontate anche da John Steinbeck

nel romanzo Furore (1939) e nella sua versione cinematografica di John Ford (1940), ispiratosi proprio alle fotografie scattate da Lange.

L’adesione al programma governativo Farm Security Administration, nato con lo scopo di promuovere le politiche del New Deal, consente a Lange di viaggiare per gli Stati Uniti e raccontare i luoghi e i volti della povertà. Dalle piantagioni di piselli della California a quelle di cotone degli Stati del Sud, dove la segregazione razziale genera forme di sfruttamento particolarmente degradanti, Lange realizza migliaia di scatti, raccogliendo storie e racconti riportati nelle dettagliate didascalie che accompagnano le opere. È il contesto in cui nasce Migrant Mother, il ritratto di una giovane madre disperata che vive con i sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse, immagine che diventerà poi iconica.

Un altro importante nucleo di scatti di cui si compone la mostra risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale, che per gli Stati Uniti inizia nel 1941 con il bombardamento giapponese di Pearl Harbor, ed è dedicato proprio alla popolazione americana di origine giapponese internata in campi di prigionia dal governo americano a seguito dell’entrata in guerra.

Anche in questo caso Lange lavora su incarico del governo, nonostante lei e il marito abbiano espresso pubblicamente il proprio dissenso: i suoi scatti documentano l’assurdità di una legge razziale e discriminatoria e di come questa abbia stravolto la vita di migliaia di persone ben inserite nella società, costringendole ad abbandonare le proprie case e le proprie attività.

Attraverso le sue eccelse qualità di reporter e ritrattista, Lange riesce ad affrontare contesti complessi e drammatici, raccontando le esperienze personali e il vissuto emotivo di ogni persona incontrata lungo il percorso, evidenziando al tempo stesso come le scelte politiche e le condizioni ambientali possano ripercuotersi sulla vita dei singoli e cambiarne drasticamente le esistenze, fornendo ancora oggi spunti di riflessione su temi come la povertà, la crisi climatica, le migrazioni e le discriminazioni.

Dorothea Lange, Un tempo agricoltore del Missouri, ora bracciante agricolo migrante sulla costa del Pacifico – California. 1936 – The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

Dorothea Lange (Hoboken, 1895 – San Francisco, 1965) si avvicina alla fotografia nel 1915, imparandone la tecnica grazie ai corsi di Clarence H. White alla Columbia University. Nel 1919 apre il proprio studio di ritrattistica a San Francisco, attività che abbandona negli anni Trenta per dedicarsi a una ricerca di impronta sociale e a documentare gli effetti della Grande Depressione. Fra il 1931 e il 1933 compie diversi viaggi nello Utah, in Nevada e in Arizona. Nel 1935 si unisce alla Farm Security Administration (FSA). All’interno di questo progetto epocale realizza alcuni dei suoi scatti più famosi, nonostante alcuni contrasti con Roy Stryker (a capo della divisione di informazione della FSA) in merito alle proprie scelte stilistiche. Nel 1941 ottiene un Guggenheim Fellowship (un importante riconoscimento concesso ogni anno, dal 1925, dalla statunitense John Simon Guggenheim Memorial Foundation a chi ha dimostrato capacità eccezionali nella

produzione culturale o eccezionali capacità creative nelle arti). All’inizio degli anni Cinquanta si unisce alla redazione di Life e si dedica all’insegnamento presso l’Art Institute di San Francisco. Muore nel 1965, a pochi mesi dall’inaugurazione dell’importante mostra che stava preparando al Museum of Modern Art di New York. Fra le esposizioni più recenti si ricordano “Politics of Seeing” al Jeu de Paume di Parigi nel 2018 e Words & Pictures al MoMA nel 2020.


Dorothea Lange
A cura di Walter Guadagnini e Monica PoggiMilano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini
Dal 13 maggio al 19 ottobre 2025
Catalogo Dario Cimorelli Editore
INFORMAZIONI
Museo Diocesano Carlo Maria Martini (Piazza Sant’Eustorgio 3 –MM Vetra – 20122 Milano)
CONTATTI: T +39 02 89420019; www.chiostrisanteustorgio.it
ORARI
martedì – domenica, ore 10.00-18.00
Ultimo ingresso ore 17.30
Lunedì chiuso
 
BIGLIETTI: Intero €9, ridotto €7, €23 famiglia (2 adulti + max 4 giovani 7-18 anni)
 
SOCIAL
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UFFICIO STAMPA MUSEO DIOCESANO
Anna Defrancesco comunicazione
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