Treviso: Il Salce omaggia Renato Casaro

Il Museo nazionale Collezione Salce di Treviso rende omaggio a Renato Casaro, il re dei cartellonisti cinematografici, dedicandogli una delle Sale espositive della sede museale di San Gaetano, a Treviso. Nel 2024 il Maestro ha donato allo Stato italiano e per esso alla Direzione regionale Musei nazionali Veneto, Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, un nucleo di opere da lui realizzate nel corso della sua pluridecennale carriera internazionale: disegni, bozzetti, manifesti e locandine.

RENATO CASARO
L’ultimo uomo che ha dipinto il cinema
Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce (sede di San Gaetano)
11 aprile – 6 luglio 2025

Mostra promossa dal Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Veneto, Museo nazionale Collezione Salce. A cura di Elisabetta Pasqualin

“Quando Renato Casaro ci ha comunicato la sua decisione, afferma Daniele Ferrara direttore della Direzione regionale Musei nazionali Veneto, indicando come contesto culturale più adeguato a ospitare la testimonianza della sua arte il Museo Salce, dedicato all’arte della pubblicità, abbiamo naturalmente accolto la sua volontà, intitolandogli come omaggio e ringraziamento una sala. La Sala Renato Casaro accoglierà costantemente delle monografie tematiche del Maestro trevigiano. A curare queste monografiche sarà lo stesso artista con opere tratte da quelle donate al museo e dal suo archivio personale.”

“Avremo così l’opportunità, davvero preziosa, afferma Elisabetta Pasqualin, che del Museo nazionale Collezione Salce è la direttrice, di approfondire la conoscenza di uno dei più originali cartellonisti del secondo Novecento italiano ed internazionale, e di seguire l’intero processo creativo delle sue opere, dai primi schizzi dettati dall’incontro-confronto di Casaro con i diversi registi, ai bozzetti, sino alle immagini di scena, al lettering che accompagna le immagini e infine alla distribuzione dei manifesti e delle locandine nella sale cinematografiche. Nonché alle diverse versioni del manifesto, che a seconda del paese di proiezione del film, poteva mutare soggetto e veste”.

Sarà lo stesso Maestro, in una serie d’incontri con il pubblico a far rivivere il dietro le quinte di suoi capolavori, opere che sono diventate oggetto del desiderio dei collezionisti del settore e hanno fornito l’immagine, che è diventata memoria collettiva, a decine di film di successo della cinematografia italiana e di Hollywood.

Artigiano di genio, sin dagli esordi Casaro misura la sua arte con quanto Cinecittà e il cinema internazionale andavano proponendo. Via via il suo stile conquista i grandi registi: Jean-Jacques Annaud, Dario Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa-Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone, Quentin Tarantino.

Firma l’immagine grafica di film popolari e serie come Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore, Nikita, Balla coi lupi e molti altri.

Era stata la mostra monografica “Renato Casaro. L’ultimo cartellonista del cinema. Treviso, Roma, Hollywood” ad inaugurare il 12 giugno 2021 la nuova sezione del Museo Nazionale Collezione Salce, nella ritrovata chiesa di Santa Margherita. Mostra coronata da un grandissimo successo.

Per questa sua prima monografica a tema, nella sede di San Gaetano, Casaro ha scelto di raccontare una parte forse più leggera ma sicuramente popolarissima della sua produzione, quella riservata alla commedia. Seguiranno poi western, fantasy, horror, classic/cult e molti altri.

Nel novero degli artisti che hanno dedicato la loro arte al manifesto cinematografico, Renato Casaro (Treviso, 1935) è indicato a ragione come l'”ultimo dei cartellonisti”. La sua intensa attività, iniziata alla metà degli anni Cinquanta, apprezzata e riconosciuta a livello internazionale, si affianca a quella dei maggiori protagonisti in ambito italiano di quest’arte singolare, ma riesce ancora ad avere per Casaro, al torno degli anni Novanta del secolo scorso, un prestigioso quanto determinante “colpo di coda”.

Casaro inizia a lavorare per le sale cinematografiche della sua città a diciassette anni realizzando grandi sagome, pezzi unici dipinti a mano, che venivano collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia di Treviso. A 19 anni, nel 1954, parte per Roma e trova lavoro nello studio di Augusto Favalli dove rimane per circa un anno e mezzo imparando tecniche e “trucchi del mestiere”. Poi, sempre a Roma, nel 1957, apre uno studio a proprio nome.

Irrompe sulla scena internazionale con i suoi manifesti per La Bibbia prodotto da Dino de Laurentiis nel 1965 e per la prima volta l’opera di Casaro merita un grande spazio pubblicitario sul Sunset Boulevard di Hollywood.

Non è difficile comprendere cosa permetta a Casaro di affermarsi così perentoriamente. L’artista dimostra di avere una marcia in più. Intuisce – in modo istintivo e probabilmente senza neppure vedere la pellicola, ma solo con l’ausilio di qualche fotografia di scena – l’essenza intima del film, lavora di fantasia, stenografa mentalmente le sue sensazioni, le ricompone nell’impianto del manifesto e mette in campo una straordinaria abilità di ritrattista. In questi anni di intensa produzione, dove si alternano film storici – con il Peplum, sottogenere dei film storici in costume – biblici, drammatici, comici sino ai “musicarelli” ai travolgenti “Western all’italiana”, Casaro accresce la sua attività collaborando con Case di produzione e distribuzione che vedono in lui l’interprete ideale per costruire l’immagine di un film.

Per tutti gli anni Settanta sperimenta dinamiche stilistiche innovative creando alcuni capolavori del cartellonismo cinematografico. Nel 1984 l’artista si trasferisce a Monaco di Baviera dove lavora a molte produzioni tedesche e internazionali o a film italiani distribuiti in tutto il mondo: in primis C’era una volta in America (1984) il capolavoro di Sergio Leone per il quale costruisce un’immagine minimalista di straordinaria sintesi. Poi quelli con la coppia Hill-Spencer e ancora quelli comico-sentimentali o a tema ecologista di Adriano Celentano e nel 1983 Octopussy [Operazione Piovra] e Never Say Never Again [Mai dire mai] con protagonista il celebre Agente segreto 007. Per molti di questi film lavora, in contatto con le maggiori Case di produzione, tra Londra, Parigi e Los Angeles confermando il suo profilo ormai internazionale.

In quel periodo prende corpo un’innovazione tecnica che lo indirizza verso un iperrealismo che dimostra di padroneggiare con autorevolezza. Utilizza ancora i pennelli ma inserisce in modo più preponderante l’aerografo, strumento che gli permette di portare al massimo risultato il “verismo” dell’immagine avvicinandosi quasi alla resa fotografica. A ciò si aggiunge la fortuna di agganciare alcune produzioni di livello internazionale che grazie ai ricchi budget non lesinavano sulla comunicazione. Ecco, dunque, gli “anni d’oro” del cartellonista trevigiano con: Amadeus (1984), Il nome della rosa (1986), Opera, L’ultimo imperatore e Cronaca di una morte annunciata (1987) e poi ancora la trilogia di Rambo (1982-1985-1988) e – in quel 1990 che suggella una carriera esemplare – quasi in contemporanea Balla coi lupi, Nikita e Il tè nel deserto. Successi internazionali con i quali Casaro sancisce il suo mito di pittore cartellonista.

Sono innumerevoli i registi, italiani e stranieri, per i quali Renato Casaro ha illustrato film: Jean-Jacques Annaud, Dario Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, Francois Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone.

Nel 1999 Casaro sposta la sua residenza a Marbella (Andalusia/Spagna) dove si dedica alla realizzazione degli ultimi manifesti per il cinema. Nel 1999 e nel 2000 illustra il prestigioso “Calendario dell’Arma dei Carabinieri”. Nel 2014 rientra a Treviso dove tutt’ora risiede, nella casa di famiglia, con la moglie Gabriella, vigile e attenta conservatrice di uno sterminato archivio. Nel 2019 – quasi a suggellare la sua cinquantennale carriera – viene chiamato dal regista Quentin Tarantino per collaborare nel progetto dei “poster vintage” realizzati per il film C’era una volta a… Hollywood.

(rf)


Museo nazionale Collezione Salce, Treviso
San Gaetano | Via Carlo Alberto 31
dal venerdì alla domenica: 10 – 18 ultimo ingresso 17.30
 
Biglietto intero due sedi € 10 | ridotto eventi € 6 | agevolato € 2 (giovani dai 18 ai 25 anni) | gratuito fino ai 18 anni
Ingresso gratuito la prima domenica del mese
I biglietti si possono acquistare online su https://www.museiitaliani.it/ (portale o app)

Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s. –
Ufficio Stampa e P.R.
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
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