Niente più reazioni, né tantomeno azioni

 

Una conferenza-dibattito, quella tenuta al Monte di Pietà su “La pratica dell’arte contemporanea a Messina”. L’excursus di Daniela Pistorino, presidente Anisa Messina e storica dell’arte, ha evidenziato i protagonisti e i momenti più significativi succedutisi sul palcoscenico locale dagli anni ‘50 ad oggi. Angela Pipitò ha illustrato l’attività della GAMeC “Lucio Barbera” della Città Metropolitana. Ma il compito del “provocatore” è spettato a Carmelo Celona, direttore della GAMM al PalaAntonello. Ha posto interrogativi e scosso coscienze. Se l’arte è l’espressione di un’epoca – ha domandato ai numerosi artisti presenti – quanto risente la vostra arte del luogo Messina o quanto lo ha condizionato? Ed inoltre – posto che, come diceva Camus, «l’arte contemporanea è tale se sceglie la morale ed esilia la bellezza»; di più: «L’arte dovrebbe darci l’ultima prospettiva della rivolta» – l’arte prodotta oggi da questa città, in questo scenario (sociale, civile, urbano e politico, generale e locale) fortemente disimpegnato, quale prospettiva di denuncia, di verità e di ribellione, rappresenta? Se, ancora con Camus, «l’arte interpreta il cambiamento e genera mondi nuovi, nuovi mondi di senso», cosa hanno generato le esperienze espressive dei contemporanei messinesi? Gli interventi, sicuramente disarmanti, non hanno fatto che confermare quanto critici come Baudrillard, Daney, Débray, prospettano nei loro studi sul crescente scollamento fra realtà e arte. È l’età proliferante di simulacri svincolati dai loro referenti. S’è posto fine alla rappresentazione, scegliendo un’arte fondata piuttosto sul rapporto di alterità rispetto alla realtà. La grammatica e la pragmatica della visione artistica hanno trasformato lo sguardo sulla realtà in un’immersiva “modalità dell’ascolto”. Non ci sono più reazioni, dunque. Né tantomeno azioni.

Pubblicato su 100NOVE n. 35 del 14 settembre 2017

About the author: Sergio Bertolami