Un tema affascinante, quello dell’iconoclastia. Anni di storia condensati in poche pagine: dagli esordi legati ai contrasti religiosi ai successivi sviluppi protrattisi fino all’arte di oggi. Il lavoro si sviluppa in due sezioni. Nella prima sono esposti i fattori che hanno portato all’iconoclastia nel tempo. Nella seconda ci si concentra sugli artisti e sulle opere contemporanee che l’hanno adottata come percorso espressivo. Ma che cos’è l’iconoclastia? La parola, di origine greca, significa specificatamente “distruzione dell’immagine”. Solitamente distruzione di un’immagine sacra. Occorre, però, esaminare connotazioni ben più articolate, connesse al tempo e al simbolo. Il tempo, in quanto deteriora fisicamente ogni immagine realizzata. Il simbolo, poiché le immagini incarnano idee che spesso suscitano una volontà di cancellazione dalla memoria, così da non lasciare più traccia di quanto si è voluto tramandare nel tempo. Distruggere sembra, perciò, non essere un atto creativo; cosa centra, quindi, con la creazione artistica? Lo scopriremo leggendo; ma basti pensare che i bambini, per imparare a fare qualcosa, hanno sempre distrutto i propri giocattoli. Alla luce di questo, forse l’iconoclastia può essere considerata, ripensata, immaginata, sotto ottiche artistiche del tutto alternative.
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