Nove trucchi pratici per ricordare ciò che si legge

 

Torniamo a leggere le pagine del sito IL LIBRAIO dove troviamo dei buoni consigli per una buona lettura. Infatti «spesso capita di leggere un libro, un testo o un brano e rendersi conto di non ricordare nulla (o quasi) di ciò che vi era scritto. Ecco quindi i “trucchi” per memorizzare meglio ciò che ci passa sotto gli occhi». Tutto questo perché ricordare ciò che si legge è importante. Sul medesimo argomento si è soffermato anche un altro website, Business Insider Italia il quale ha redatto una lista con alcuni suggerimenti e tecniche per memorizzare meglio ciò che leggiamo.

In compagnia di Philippe Daverio

 

Chi non conosce Philippe Daverio, eccentrico personaggio televisivo, uomo di cultura e opinionista, scrittore di saggi accattivanti. BLOGROLL questa settimana fa una puntata sul suo sito, per metterne in evidenza la personalità come lui stesso vuole restituircela. Ad esempio, attraverso la sua BIOGRAFIA. È nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia. Tre le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate. Specializzato in arte italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale del Novecento. Assessore a Milano dal 1993 al 1997. Nel 1995 ha realizzato una grande rassegna intitolata “Festival dei Teatri d’Europa” in collaborazione con Giorgio Strehler, insieme di spettacoli in collaborazione con i principali teatri europei. Dal 1993 al 1997 ha organizzato “Grandi Eventi”.

La maggior parte di persone, dalle sue trasmissioni in televisione, conoscono Philippe Daverio come storico dell’arte. Ma la sua poliedricità lo porta a metter su una Casa Editrice: Edizioni Philippe Daverio, con la quale ha pubblicato una cinquantina di titoli. Diverse sono le sue pubblicazioni scientifiche, e numerose quelle divulgative. Philippe Daverio si occupa anche di strategia ed organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati, e svolge attività di docente presso atenei ed istituti di diverse città. Dal 2006 è professore ordinario di Disegno Industriale presso l’Università degli Studi di Palermo.

È stato intervistato pochi giorni fa dal Corriere della Sera, descrivendone il gusto di COLLEZIONISTA

Noi vorremmo che prendeste visione dei suoi interventi pubblici e delle sue lezioni di storia dell’arte. C’è da passare del tempo in buona compagnia, imparando molto.

CONFERENZE e LEZIONI SU “RUDIMENTI DI ETICA PER IL DESIGN”

 

Benvenuti nella casa di Charles Dickens

 

Con BLOGROLL ci rechiamo oggi al 48 Doughty Street di Londra, dove un portoncino, prospiciente la via costeggiata da un parapetto in ferro, ci accoglie nella casa di Charles Dickens, trasformata in un Museo. È qui che l’autore ha scritto Oliver Twist, Il Circolo Pickwick e Nicholas Nickleby. Qui ha conseguito la fama internazionale come uno dei più grandi narratori del mondo. È l’unica rimasta delle tre dimore abitate dallo scrittore a Londra e ricorda solo gli anni fra il 1837 e il 1839. Due anni ricchi di fantasia narrativa.

L’abitazione è ubicata nel cuore di Bloomsbury. Un edificio in stile georgiano originale, risalente al 1809. Si può visitare il Museo che offre la suggestiva cornice di una casa intima vittoriana, perché vi sono conservati gli arredi, ma anche le prime edizioni delle opere famose e i ritratti dello scrittore più rappresentativo dell’epoca. Ci si può soffermare nella quiete dello studio dove hanno preso vita personaggi immortali. Ma i londinesi utilizzano la casa anche come ambiente ideale per un aperitivo elegante o un evento aziendale. Oppure per fare vivere agli ospiti una cena d’atmosfera, illuminata da candele, percorrendo gli stessi corridoi di Dickens.

Per saperne di più, scaricate il DEPLIANT e leggetelo attentamente.

Ma se volete vivere a distanza l’attività che oggi si svolge in questa casa, leggete il BLOG che ci porta dietro le quinte del Charles Dickens Museum, alla scoperta di mostre, eventi e iniziative per l’apprendimento.

 

Website: CHARLES DICKENS MUSEUM IN LONDON

Fonte immagine: DISCOVERING DICKENS’ LONDON HOME

Le parole per esprimere la felicità

 

Oggi Blogroll approda a “la Lettura”, il settimanale allegato al Corriere della Sera ogni domenica. E lo fa per “farvi felici”, nel senso con l’intento di esplorare parole particolari che esprimono il meglio dell’animo umano. «Esplora il significato del termine: Un vocabolario della felicità, in continua evoluzione. Ecco cos’è «The Positive Lexicography Project», raccolta di parole intraducibili, ideata da Tim Lomas, docente di Psicologia Positiva della University of East London. «Ho cercato i vocaboli online, su siti, blog e tra i paper accademici — racconta a “la Lettura” —. Le persone, inoltre, mi inviano suggerimenti per sottopormi termini nuovi». I quali entrano a far parte del vocabolario a due condizioni: non devono avere un equivalente in inglese e devono descrivere esperienze, stati d’animo e tratti personali positivi.Un vocabolario della felicità, in continua evoluzione. Ecco cos’è «The Positive Lexicography Project», raccolta di parole intraducibili, ideata da Tim Lomas, docente di Psicologia Positiva della University of East London. «Ho cercato i vocaboli online, su siti, blog e tra i paper accademici — racconta a “la Lettura” —. Le persone, inoltre, mi inviano suggerimenti per sottopormi termini nuovi». I quali entrano a far parte del vocabolario a due condizioni: non devono avere un equivalente in inglese e devono descrivere esperienze, stati d’animo e tratti personali positivi».

LE PAROLE PER DESCRIVERE LA FELICITÀ IN 26 LINGUE

 

Le librerie sono luoghi speciali !

 

«Una bandiera issata sventola a indicare la sua presenza, la carrozza con cui si aggira per le strade di Londra porta il suo motto inciso sul fianco. No, non si tratta della regina, ma di James Lackington, il primo libraio moderno della storia. Siamo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo e la capitale britannica è popolata da piccoli tuguri angusti e scuri che prendono il nome di librerie, ma ricordano più spelonche impolverate. I libri hanno dei costi esorbitanti, restando così oggetti alla portata di pochi. Ma Lackington cresce nel mondo dell’artigianato e piano piano vede la sua città cambiare».

Continuate a leggere la storia di questo libraio che molti fra noi non conoscevamo. Soffermiamoci anche su tante altre pagine dello speciale sito web che BLOGROLL vi propone questa settimana. Parla di libri, perché, come vi è scritto, «i tantissimi volumi custoditi nelle librerie sono porte che si aprono su infiniti mondi e che permettono a chi li sfoglia nei corridoi della libreria di iniziare un viaggio che si conclude a casa, dopo aver letto e assaporato tutto il libro».

Ma non dimenticate di fare una puntata su di un articolo in particolare. Spiega perché, per un amante del libro, la libreria è un luogo di culto. Lo ha redatto il giornalista Ben Kassoy, l’Editor in capo della DoSomething.org. Come un esploratore urbano avido, usa le librerie quali punti di riferimento sulle sue auto-visite guidate di fine settimana. Divertente, no?

Fonte dell’immagine: Read it forward

MY FAVORITE BOOKSTORE
JAMES LACKINGTON, IL PRIMO LIBRAIO MODERNO
ECCO PERCHÉ LE LIBRERIE SONO LUOGHI SPECIALI PER I LETTORI


La mappa della metropolitana di Londra

 

Molti fra noi conoscono Alessandro Baricco, maestro di storytelling ed eccezionale affabulatore. Ci avrebbe fatto piacere farvelo seguire in una delle tre lezioni di “Mantova Lectures” per la prima volta tenute in occasione dei vent’anni del Festivaletteratura, nel settembre 2016 e poi registrate al teatro dell’Opera di Roma ad ottobre 2016. Il titolo di questa lezione è stata: “La Mappa della Metropolitana di Londra. Sulla verità”. A cosa si riferisce Baricco, quando parla di verità? All’idea espressa da Harry Charles Beck che a Londra nel 1931 riprogetta la mappa della metropolitana della città utilizzando solo linee rette raccordate da segmenti. È una idea geniale che semplifica quell’intreccio di percorsi sotterranei, non certo corrispondenti alla realtà topografica. Nonostante ciò questa rappresentazione è leggibile e comprensibile a colpo d’occhio. Prendendo spunto dal tema Baricco esplora il tema della “verità”, tra realtà e rappresentazione, tra fenomeno e percezione grazie a relazioni sorprendenti con Dante, Beethoven, Kant, Leopardi.

Leggiamo l’articolo pubblicato sul sito ufficiale di “Mantova Lectures”

http://www.festivaletteratura.it/it/racconti/mantova-lectures

Ai più volenterosi consigliamo, invece, questo documentario in inglese.

https://www.youtube.com/watch?v=1xmOpyv5NuI&t=1264s

Dal documentario possiamo scoprire che Beck era un dipendente della Metropolitana di Londra. Ben presto si rese conto che la ferrovia correva per lo più sotterranea. Le carte utilizzate indicavano le posizioni delle stazioni nel sottosuolo ma risultavano irrilevanti per i viaggiatori che volevano invece sapere solo come raggiungere la stazione più vicina per raggiungere un luogo ubicato in superficie.

Nel tempo libero Beck riprogetta, quindi, la mappa della metropolitana della città, utilizzando solo linee rette raccordate da segmenti con una inclinazione di 45° o di 90°. Una mappa semplificata, nella quale compaiono solo le stazioni raccordate fra loro attraverso quei segmenti, i quali hanno come riferimento reale solo il Tamigi. Per rendere più chiara la mappa e per sottolineare i collegamenti, Beck fa una differenza fra le stazioni ordinarie (contrassegnate solo con tacche) e le stazioni di interscambio (contrassegnate con diamanti).

Come spesso capita, la direzione della Metropolitana fu inizialmente scettica della proposta così innovativa. Nonostante ciò il progetto è fu provvisoriamente presentato al pubblico in un piccolo opuscolo del 1933. L’idea diviene subito popolare, e da quel momento la mappa di Beck comincia ad essere utilizzata. All’autore del progetto non furono riconosciute che cinque ghinee per il lavoro fatto. Comunque, dopo il successo iniziale, Beck ha continuato a disegnare la mappa della metropolitana fino al 1960. Durante questo tempo, sono state aggiornate le nuove linee e le nuove stazioni. Beck ha continuamente modificato il disegno, per esempio cambiando il simbolo interscambio da un diamante ad un cerchio, così come ha mutato i colori delle linee. Per saperne di più attardiamoci a scoprire come la Metropolitana di Londra si è ramificata nel corso degli anni tra il 1863 e il 2008.

https://www.youtube.com/watch?v=VYZ_8x0QALs

 

Una Storia o una controstoria? Tutta da leggere

 

Il sito che “Blogroll” – la nostra rubrica che si diverte a cercare pagine particolari sul web –  vi presenta prende avvio nel 2002 con una delle prime newsletter inviata gratuitamente ai propri abbonati. Si chiama PresS/Tletter e i suoi autori lo propongono come uno strumento di confronto. È stato ideato ed è curato da Luigi Prestinenza Puglisi per veicolare un dibattito di alto profilo, poiché affronta con competenza e passione temi che vanno dall’estetica alla politica dell’architettura. Ad affiancare Prestinenza Puglisi è stata inizialmente Anna Baldini che ha dato vita e diretto presS/Tmagazine, un periodico anche questo sotto forma di newsletter. Scorrete le pagine del sito, leggete i contributi offerti dalla nutrita redazione di collaboratori fissi e saltuari i cui nomi si possono trovare nell’archivio delle due pubblicazioni.

Soprattutto, ciò che ci interessa segnalare è una interessante “Storia dell’architettura” che passa in rassegna oltre cento anni di progetti e realizzazioni dei grandi maestri del Novecento. Potrete osservare i loro lavori messi a confronto in un arco temporale di un quinquennio per volta. Una sorta di punto di osservazione privilegiato per riflettere sull’evoluzione di una disciplina artistica che non rimane avulsa dal sociale, ma condiziona irrimediabilmente la vita di ciascuno di noi, le nostre case, i servizi, le città.

Andate al sito:  http://presstletter.com/c/storia-lpp/

Scaricate gratuitamente il libro di 670 pagine:

http://presstletter.com/2013/07/storia-dellarchitettura-1905-2008-testo-completo-di-lpp/

Chi vuole uccidere Babbo Natale?

 

Durante le festività natalizie del 1951, un fatto di cronaca assurge all’attenzione non solo della stampa nazionale,ma anche di un grande antropologo come Lévi-Strauss, che nel 1952 dà alle stampe sulle pagine di Tempi moderni un saggio divenuto un classico: “Babbo Natale giustiziato”. Lo studioso prende in considerazione la notizia che davanti alla cattedrale di Digione per iniziativa di alcuni fedeli, è stato bruciato un fantoccio di Babbo Natale. il corrispondente del quotidiano “France-Soir” fornito il resoconto della manifestazione: «Ieri pomeriggio Babbo Natale è stato impiccato all’inferriata del duomo di Digione e arso pubblicamente sul sagrato. La spettacolare esecuzione si è compiuta sotto gli occhi di parecchie centinaia di fanciulli dei patronati. Era stata fissata con il consenso del clero che aveva condannato Babbo Natale quale usurpatore ed eretico. L’accusa è di aver paganizzato la festa di Natale dopo essersi insediato come un parassita occupando sempre più spazio. Gli si imputa soprattutto s’essersi introdotto in tutte le scuole pubbliche dalle quali, invece, è stato scrupolosamente bandito il presepe». La città di Digione si divide, così le autorità comunali decidono una contro-manifestazione resuscitando il vecchietto dalla barba bianca in Municipio. Lévi-Strauss comprende che non si tratta di un semplice fatto di cronaca. Nel saggio “Le Père Noël supplicié” coglie il senso di questa frastornata iniziativa: il clero digionese non ha fatto che inscenare una sacra rappresentazione, in realtà preparando la resurrezione dell’odiato Babbo Natale. Conclude infatti lo studioso francese: «Grazie all’autodafé di Digione, ecco che l’eroe è stato ricomposto con tutti i suoi caratteri e non è certo uno degli aspetti meno paradossali di questo affaire insolito, quello per cui, volendo farla finita con Babbo Natale, i canonici digionesi altro non hanno fatto che restaurare nella sua pienezza, dopo un’eclisse di qualche millennio, una figura rituale, di cui, con la pretesa di demolirla, si sono invece assunti, proprio loro, l’onere di provarne il carattere perenne».

Leggete il saggio in originale: Claude Lévi-Strauss, Le Père Noël supplicié, in revue Les Temps Modernes, n.77, 1952, p.1572-1590.

Fonte immagine: Rendezvous With Claude Levi-Strauss / http://www.gettyimages.it/

Ottobre 1985, il filosofo ed antropologo Claude Lévi-Strauss, nel suo appartamento nel 16 ° arrondissement di Parigi, in occasione della pubblicazione del suo libro 'Guarda, ascoltare, leggere'. In posa nel suo ufficio.

Ottobre 1985, il filosofo ed antropologo Claude Lévi-Strauss, nel suo appartamento nel 16 ° arrondissement di Parigi, in occasione della pubblicazione del suo libro ‘Guarda, ascoltare, leggere’. In posa nel suo ufficio.

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Cos’è il “nuovo realismo”?

 

Siamo curiosi di vedere quanti lettori si appassioneranno a questo tema sul “nuovo realismo”, lanciato dal filosofo Maurizio Ferraris. Tema certamente non semplice. Ferraris ha sintetizzato il suo lavoro degli ultimi vent’anni nel volume “Manifesto del nuovo realismo” (edito da Laterza). In una sua intervista televisiva spiega al pubblico le proprie convinzioni. «Quello che ora è necessario non è tanto una nuova teoria della realtà (né meno che mai una ‘teoria della nuova realtà’, che suona minacciosa anche solo a leggerla), quanto piuttosto un lavoro che sappia distinguere, con pazienza e caso per caso, che cosa è naturale e cosa è culturale, che cosa è costruito e cosa no. È qui che si aprono le grandi sfide, etiche e politiche, e si disegna un nuovo spazio per la filosofia».

Ascoltate le parole di Ferraris e fatevi un’idea.

Ma noi vogliamo fare di più, perché non tutti sono concordi col filosofo torinese. «Il nuovo realismo di Ferraris? Tutte cazzate». Così Carlo Sini si è espresso in proposito, anche se poi ammette l’inesistenza di una giusta direttrice del pensiero filosofico attuale. Ascoltiamo anche lui.

A Ferraris, dopo il subbuglio creato, è parso utile stilare una piccola lista di FAQ, di «Frequently Asked Questions», ed una lista aggiuntiva di FGA, «Frequently Given Answers», Risposte Date di Frequente. Provate a leggerle sulle pagine della rivista “Nóema”, provate un piano di pensiero leggermente superiore a quello usuale. Siamo sicuri che qualcuno dei nostri lettori comincerà ad interessarsi anche a questi temi.

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Merdolino!

La rubrica Blogroll esplora il web ed attraverso i suoi link prova a proporre quanto di più interessante e curioso si trova. La pagina di oggi è dedicata ad un designer particolare, qual è Stefano Giovannoni. Ha l’industrial design nel sangue e una capacità di capire il pubblico come pochi altri progettisti. I suoi lavori sono molto conosciuti sotto il profilo visivo, perchè tutti hanno avuto modo di vederli e commentarli. Questo lavoro in particolare suscita ilarità, ma dopotutto gran parte del pubblico si compiace di ciò che suscita allegria e buon umore, pur dimenticando spesso e volentieri che dietro l’immagine c’è un progetto. Condivisibile o meno, ma questo è un altro discorso. Alberto Alessi, quando ha proposto questo scopino per il water ha dichiarato che molti hanno gridato allo scandalo, ma lui era divertito dall’idea di produrre un oggetto pensato e realizzato con grande “ironia artistica”. Per conoscere meglio “Merdolino”  vi proponiamo un articolo e una carrellata di immagini pubblicate su di un magazine sofisticato come Klat, intitolato: 

Merdolino, Alessi
Stefano Giovannoni

Negli anni in cui Stefano Giovannoni porta in Alessi (sino ad allora specializzata nella lavorazione dei metalli) il mondo colorato e dinamico delle plastiche, una ventata di novità pone l’attenzione non più solo alla cucina, ma anche al bagno. Come logica conseguenza, diventano oggetto di una reinterpretazione progettuale tutte le tipologie di arredo bagno. Tutte, nessuna esclusa, anche quelle meno indagate o non ritenute all’altezza di un progetto di design, come appunto lo “scopino da bagno”. [continua su Klat Magazine]

Fonte dell’immagine: Shopdecor.com
Per saperne di più sul designer Stefano Giovannoni  ed ascoltare una breve intervista riguardante i suoi prodotti realizzati per Alessi.

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