Palma di Montechiaro: Gattopardo d’oro 2023, tra letteratura, cinema e storia

Monastero delle Benedettine

Gattopardo d’oro 2023, l’affresco della Sicilia di Tomasi di Lampedusa, tra letteratura, cinema e storia

Tra i premiati Nicola Piovani, Giulio Scarpati e Debora Caprioglio

Palma di Montechiaro (AG), 9 settembre, ore 21.00 (Piazza del Monastero delle Benedettine)

Echi e suggestioni gattopardiane rivivranno nei luoghi della memoria, che hanno fatto da sfondo alle vicende che s’intrecciano in una delle opere letterarie più amate al mondo.

Nelle scalinate del Monastero delle Benedettine – primo Palazzo Ducale e residenza dei Tomasi già nel Seicento – sabato 9 settembre alle ore 21.00, una lettura contemporanea del romanzo di Tomasi di Lampedusa, grazie al Premio “Gattopardo D’Oro” 2023. Un evento promosso dall’Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa, presieduta da Letizia Pace, con il patrocinio del Comune di Palma di Montechiaro, che quest’anno vedrà la direzione artistica di Nino Graziano Luca.

Una terza edizione che ripercorrerà storia, cultura, innato orgoglio siciliano, per un vero e proprio viaggio nel passato. Sul palco – a ritirare il Premio realizzato dell’Artista orafo del Festival di Sanremo Michele Affidato – ospiti d’eccezione: il maestro Premio Oscar Nicola Piovani, gli attori Giulio Scarpati e Debora Caprioglio, il direttore dell’intrattenimento Day Time di RaiUno Angelo Mellone (in collegamento da Roma), il sovrintendente del Teatro Massimo di Catania Giovanni Cultrera, la giornalista del TG1 Adriana Pannitteri e lo storico capostruttura Rai Paolo De Andreis.

Letizia Pace

«Un ringraziamento va al sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino e al mio Cda, per aver creduto nella crescita di questo progetto –commenta la presidente Letizia Pace – abbiamo costruito un programma unico per valorizzare un Premio che vuole interpretare il legame profondo dell’autore del “Gattopardo” con i luoghi e il paesaggio. Inoltre, abbiamo scelto un palcoscenico che ha una forte valenza simbolica proprio per il legame emotivo che lega Giuseppe Tomasi di Lampedusa al Monastero delle Benedettine: è qui, infatti, che lo scrittore ritrovò lo slancio per ultimare il suo capolavoro. Palma di Montechiaro ha una storia secolare luminosa e il nostro compito è quello di accendere i riflettori su questo luogo-simbolo per tutta la Sicilia, contribuendo alla promozione della settima arte, della letteratura e della storia; per rafforzare il senso d’appartenenza a questa terra e al suo patrimonio; per accreditare questo paese quale location gattopardiana; per fare leva sul turismo culturale; per educare le nuove generazioni alla letteratura e al cinema».

«Il Gattopardo – sottolinea Nino Graziano Luca – parola dopo parola, ritrae l’incantevole architettura che sorregge la storia dell’Isola, nel bene e nel male. Pur evidenziando i limiti della stasi, dell’immobilismo, io trovo – contrariamente a quanto scritto da decenni – uno stimolo al cambiamento, una disponibilità al nuovo. Per questo ho cercato di ideare un progetto artistico che oltre a “sorreggere la memoria storica di quest’Opera”, a 65 anni dalla sua uscita e a 60 dalla realizzazione del magistrale lungometraggio di Luchino Visconti, possa costituire un ponte verso il futuro, uno sprone al rinnovamento. Le decine di ballerini del Corpo di Ballo della Compagnia nazionale di danza storica da me diretta (famosa per la partecipazione in 2 film prodotti dalla Disney) consentiranno al pubblico d’immergersi nell’atmosfera di una volta, con una magica esecuzione in costume dell’800 del Valzer, della Mazurka, della Contraddanza dal film “Il Gattopardo”. L’Orchestra Ensemble del Bellini – diretta dal M° Giovanni Anastasio, farà risuonare la piazza con l’esecuzione di celebri colonne sonore. Per citare Tomasi di Lampedusa – conclude il direttore artistico, che preannuncia una scena topica con la ballerina Michela Sorrentino (nipote di Goffredo Lombardo, produttore del film del Gattopardo) – la coppia Angelica-Don Fabrizio farà una magnifica figura e un profumo di bouquet a la Maréchale si leverà tutt’intorno». Tra gli ospiti in programma anche la giornalista Sara Manfuso e la saggista e lampedusista Maria Antonietta Ferraloro, autrice del libro “Il Gattopardo raccontato a mia figlia”.

Ambientazione storica, costumi d’epoca (firmati da Andreas Di Dio), ospiti d’eccezione, coreografie e musiche celebri, per un’esperienza culturale che renderà omaggio al talento.


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Iniziate le riprese di “Viaggio in Sicilia”, la nuova docu-serie Rai con Simonetta Agnello Hornby

Busto di Pirandello in Contrada Caos, Villaseta , Agrigento (AG)

“Viaggio in Sicilia”, docu-serie RAI ad Agrigento e Porto Empedocle con la scrittrice Simonetta Agnello Hornby

Sono iniziate le riprese di una nuova docu-serie per la Rai in Sicilia con la scrittrice siciliana più famosa di oggi, che guiderà i telespettatori lungo la Costa del Mito.

Sono in corso ad Agrigento e a Porto Empedocle, nel cuore della Costa del Mito, le riprese di del docu-film “Viaggio in Sicilia” che andrà in onda in quattro puntate, ad inizio del 2024 su Rai 3. Simonetta Agnello Hornby, la scrittrice siciliana più famosa vivente, dopo la morte di Andrea Camilleri, guiderà i telespettatori in “un viaggio inedito” alla scoperta della sua terra d’origine spaziando dalla letteratura alla storia della sua famiglia, dall’arte alle specialità enogastronomiche di Sicilia, terra così ricca di contrasti e contaminazioni.

La scrittrice è stata già protagonista di altri programmi tv di successo, come Io&George (Rai3, 2015), Il Pranzo di Mosè (Realtime, 2013), Nessuno può Volare (docufilm LaEffe, 2017). 
Simonetta Agnello Hornby guiderà nel suo Viaggio assieme ai telespettatori anche l’amico e fumettista Massimo Fenati, genovese trapiantato a Londra. Attraverso i suoi occhi Simonetta svelerà ai telespettatori tutta la magia della sua terra. Un’intera puntata è dedicata alla città di Agrigento, ai luoghi di Pirandello e di Andrea Camilleri: in particolare sono state girate alcune scene del documentario alla Miniera di Ciavolotta, al Monastero di Santo Spirito, in piazza Pirandello e a Porto Empedocle: la via Roma, l’area del porto e  la casa di Andrea Camilleri, dove Agnello Hornby ha incontrato un’altra scrittrice, la nipote di Andrea Camilleri, Arianna Mortelliti, figlia del regista Rocco Mortelliti e della primogenita di Camilleri, Andreina. Le riprese proseguiranno in altre località siciliane lungo la Costa del Mito per poi tornare il 10 settembre ad Agrigento nella Valle dei Templi, più precisamente al  Giardino della Kolymbethra. 

La statua di Andrea Camilleri nella centralissima via Atenea di Agrigento

La produzione televisiva è Pesci Combattenti S.r.l. di Roma che sta realizzando la serie per Rai Cultura. Il progetto è firmato da Cristiana e Riccardo Mastropietro e Giulio Testa.
La regia è di Riccardo Mastropietro.
Ha collaborato per la logistica e le autorizzazioni la Film Commission della DMO Distretto Turistico Valle dei Templi.


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

A Mandanici 2023 “La memoria, il tempo e la storia. L’oblio del sacro in Occidente”

LA MEMORIA, IL TEMPO E LA STORIA L’OBLIO DEL SACRO IN OCCIDENTE
MANDANICI – 8-9-10 SETTEMBRE

L’Evento è organizzato da:

  • Comune di Mandanici
  • “Archetipi e Territorio”
  • Osservatorio di Antropologia Evoluzionistica e Cognitiva
  • Il Centauro Onlus
  • Museo Regionale di Messina

[antropologia macrocosmi microcosmi archeologia storiografia culture iconografie retrospettive design linguaggi narrative architetture ambiguità paradigmi complessità modelli fenomenologie ermetismi tendenze simbologie metafisica archetipi identità ermeneutiche soglie inferenze processi configurazioni metafore orizzonti distanze transizioni non luoghi sostenibilità sonorità marginalia creatività seduzioni spiritualità trasformazioni silenziose.. miti sogni realtà bellezza verità giustizia amore]

Continui rimandi, echi e ridondanze tra fenomeni, accadimenti e inerzie, tra immaginario e realtà, vicende umane che incrociano traiettorie geologiche, cosmologie e cosmogonie e scrivono il senso della storia di questo pianeta. “Antropocene”, la visione globale di un’epoca dai confini temporali indefiniti e dal destino incerto durante la quale il nostro senso di responsabilità sarà determinante per immaginare ancora il futuro.

“ARCHETIPI E TERRITORIO”
Osservatorio di Antropologia Evoluzionistica e Cognitiva

di Giuseppe Mento

C’è ancora spazio per il “Mito e il Sogno della Bellezza e della Giustizia” nella dimensione contemporanea del territorio in cui viviamo? La nostra “Sicilia” è disseminata da tracce antropologiche che rivelano un destino narrativo primordiale al centro del mediterraneo. In alcune aree, dove la temporalità è ancora sospesa e la realtà oscilla tra l’accadere, l’inerzia e le negazioni del passato, sarà la mente dell’uomo, con la sua cultura, la conoscenza, le sue musiche e le architetture a ridisegnare un “ritmo dominante” di bellezza nel territorio, e trascinare “fuori” definitivamente la percezione di incombente abbandono territoriale, sociale, spirituale e giuridico che ha caratterizzato i fenomeni critici di questo secolo. Questo evento è un tentativo di “rivisitazione critica” dei concetti di spazio, luogo, ambiente, territorio e paesaggio attraverso una prospettiva antropologica e storica della percezione dei “comportamenti umani” e dei “fenomeni” che in essi avvengono. Un occasione culturale di confronto tra aree del sapere apparentemente distanti tra loro come le neuroscienze e la psicoanalisi, l’architettura e il design, le scienze musicali e l’archeologia, l’economia e il diritto, la filosofia e la geografia, l’antropologia e la storia. La vera conoscenza di un “territorio” da parte di chi lo abita ma anche di chi lo visita non può continuare ad essere sostenuta solo da motivazioni di tipo individuale e consumistico, ma dovrebbe sempre tendere ad una “esplorazione cognitiva delle memorie” dalla quale possa emergere una nuova coscienza collettiva dell’abitare e attraversare i luoghi, non solo in senso fisico ma anche in senso spirituale, immaginario, metafisico e simbolico. Al fenomeno della globalizzazione che, per soggiacere a regole di tipo prevalentemente economico tende alla cancellazione delle piccole etnie, dei retroterra culturali e di tutta una fenomenologia arcaica di comportamenti umani e di tradizioni, va contrapposto un modello alternativo di “connettività micro- dimensionale delle culture e dei saperi” di tutti i luoghi della terra che possa efficacemente assicurare all’umanità un progressivo transito verso la post-modernità e oltre! Questo evento è quindi dedicato a uomini e donne dallo spirito libero che sentono di poter dare ancora un personale e collettivo apporto, tramite le diverse discipline e ambiti in cui operano, scientifiche, umanistiche, spirituali, artistiche e tecnologiche, alla complessa dimensione evolutiva del sistema “Mondo”. Negli spazi in cui vivono.. in quelli che stanno ancora attraversando.. e in altri, che hanno solo immaginato o sognato!


Coordinamento e Public Relations
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Silvana Paratore,
Desireè Ferraro

Segreteria Organizzativa
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VOCI UMANE | 10 settembre. Vigevano. Arianna Scommegna e il mito di Antigone

VOCI UMANE
Musei e teatro di narrazione

Seconda edizione

24 agosto – 10 settembre 2023

Ideazione di Emanuela Daffra

Direzione artistica di
Maria Grazia Panigada

Iniziativa promossa e organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia

Domenica 10 settembre
al Castello Sforzesco di Vigevano

Arianna Scommegna in “Non sono nata per condividere odio”

Domenica 10 settembre, con inizio alle 20.30, al Castello Sforzesco di Vigevano, che ospita anche il Archeologico Nazionale della Lomellina, ultima serata dell’edizione 2023 del Festival “Voci Umane. Musei e teatro di narrazione” promosso e organizzato dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura), con la direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Il progetto, che coinvolge sette dei Musei statali della Lombardia, è stato ideato dalla direttrice Emanuela Daffra.

Arianna Scommegna in “Non sono nata per condividere odio. Voci da Antigone“, interpreta il personaggio di Antigone. In un museo che racconta il passato soprattutto attraverso oggetti legati ai riti funebri, riviviamo le scelte di una donna intransigente. Nel nome della pietà universalmente dovuta ai defunti, Antigone si scontra con l’impersonale rigidezza delle leggi umane, incarnando tensioni e contraddizioni ancora attualissime.

Non sono nata per condividere odio. Voci da Antigone” è una produzione Atir, protagonista Arianna Scommegna, pianoforte e musiche originali di Mell Morcone, drammaturgia di Maddalena Giovannelli. Rivoluzionaria, santa, terrorista: Antigone, più ancora di ogni altro personaggio del mito greco, è stata rappresentata e reinterpretata nei modi più diversi.

La sua forza nell’opporsi alle ingiustizie del potere è stata letta come un simbolo di resistenza e coraggio per tutta la tradizione occidentale; ma il suo totale rifiuto per i compromessi e la sua intransigenza la rendono, per altri versi, un personaggio poco simpatetico. La coesistenza di questi due poli continua ad accendere pensiero e dibattiti: e proprio questo è il punto di partenza per il nostro attraversamento sulla figura di Antigone. Il risultato è una drammaturgia per attrice sola, che dialoga con Sofocle ma attinge anche ad alcune delle riscritture più dense del Novecento (Hasenclever, Cocteau, Yourcenar, Morante, Zambrano). La ricerca sulle risonanze del mito approda fino a oggi, nelle parole di un’Antigone contemporanea che non ha esitato ad andare incontro alla morte pur di prendere la parola a tutela dei diritti umani: Anna Politkovskaja.

Arianna Scommegna

Arianna Scommegna, milanese, attrice di teatro e cinema, dopo il diploma alla “Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi” inizia un percorso artistico di livello, contrassegnato dai Ubu, Hystrio, Nazionale della critica, Lina Volonghi. Dal 1996 è socia fondatrice e partecipa ai progetti teatrali e sociali della compagnia A.T.I.R. Teatro Ringhiera di Milano, diretta da Serena Sinigaglia.  Con diverse regia e produzioni è protagonista di molti spettacoli di successo. Nel frattempo lavora per il cinema con registi come Checco Zalone, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, francesco Bruni, Bruno Oliviero, Marco Maccafferi e Bernardo Bertolucci. Conla regia di Graham Vick, è impegnata nel ruolo del Narratore nella Zaide   di Mozart” per OperaLombardia. Con Ambra Angiolini è protagonista ne “Il Nodo” di Johnna Adams, in tournée nei teatri italiani.

Il biglietto dei singoli spettacoli è incluso nel titolo di ingresso al museo, qualora previsto. La prenotazione è obbligatoria sul portale Eventbrite al link:


Info e contatti:
Tel. +39 02 80294405
vociumane@cultura.gov.it
 
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Ufficio comunicazione e grafica
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Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Il Festival dell’Araldica di Feltre si presenta a Venezia il 7 settembre

FESTIVAL DELL’ARALDICA
I° edizione 

Feltre (BL) dal 4 al 15 ottobre 2023

PRESENTAZIONE FESTIVAL DELL’ARALDICA   – I° EDIZIONE

Giovedì 7 settembre ore 10.45 – Venezia nella sala Giunta grande di Ca’ Farsetti

Conferenza stampa di presentazione del Festival dell’Araldica in programma a Feltre dal 4 al 15 ottobre 2023. L’evento è patrocinato tra gli altri dal Comune di Venezia, dalla Regione del Veneto e dal Ministero della Cultura.
All’appuntamento con la stampa interverranno l’assessore al Turismo e alla Coesione sociale Simone Venturini, il consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni Giovanni Giusto, l’Assessore al Turismo del Comune di Feltre Maurizio Zatta insieme al delegato alla Cultura Samuele Spada. Presente inoltre il presidente di SISA – Società Italiana Studi Araldici Ottavio Bevilacqua.

Per partecipare alla conferenza stampa, in presenza o in modalità online, è necessario accreditarsi al seguente link:

Il linguaggio degli stemmi, e il loro legame con la storia del territorio veneto e di alcune delle sue principali famiglie, sarà al centro del Festival dell’Araldica di Feltre: due settimane di incontri, conferenze, spettacoli, mostre e laboratori che saranno anche occasione per raccontare al grande pubblico i segni lasciati da “Venezia fuori Venezia”.

Tutto il territorio veneto è ricco di testimonianze anche araldiche della Serenissima; a Feltre esse sono particolarmente numerose, basti pensare agli emblemi con il leone di San Marco o a quelli delle famiglie patrizie che caratterizzano il centro storico. Dedicare un Festival all’araldica significa dunque aprire anche al grande pubblico l’opportunità di imparare a leggerli dando loro un significato e contribuendo a ricostruire la percezione della persistenza del legame storico tra la laguna e realtà come il feltrino. La manifestazione – che gode del patrocinio di Ministero della Cultura, Regione del Veneto, Città di Venezia, Associazione Nobiliare Regionale Veneta, Ordine di Malta Gran Priorato di Lombardia e Venezia, SISA (Società Italiana di Studi Araldici) e Associazione Editori Veneti – si svolgerà a Feltre dal 4 al 15 ottobre.


Ufficio Stampa del Festival:
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Osservatorio TuttiMedia: webinar L’INNOVAZIONE NELL’ERA DELL’IA GENERATIVA

L’Innovazione nell’era dell’IA Generativa

Webinar 5 settembre ore 14:30/16:00

L’Innovazione nell’era dell’IA Generativa è il titolo del webinar organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e la Commissione Europea il 5 settembre prossimo (ore 14:30/16:00). “Lo scopo dell’incontro è riflettere sull’innovazione – dice Derrick de Kerckhove (TuttiMedia/Media Duemila) che apre il dibattito – viviamo la mutazione anticipata da Giovanni Giovannini, fondatore del nostro Osservatorio TuttiMedia, che ha ricadute su diritti d’autore, privacy e informazione. Oggi introduciamo le nostre opere di ingegno in una macchina che le mastica e ne restituisce pezzi ridistribuiti in nuovi contesti, siamo proiettati in una nuova condizione linguistica dovuta all’esplosione dell’Intelligenza Artificiale Generativa”.

Protagonisti dell’incontro: Roberto Viola (Direttore DG Connect Commissione europea); Lucilla Sioli (Direttrice di Artificial Intelligence and Digital Industry presso la DG Connect); Franco Siddi (Presidente TuttiMedia); Guido Scorza (Componente Garante Privacy); Matteo Ciastellardi (Polimi) che accende i riflettori sull’importanza del Prompt nell’interazione uomo/macchina.

Modera: Maria Pia Rossignaud (TuttiMedia – Media Duemila).


Corrispondenza di Diana Daneluz
e-maildianadaneluz410@gmail.com

A proposito del “COMANDANTE”, il film su Salvatore Todaro presentato a Venezia

di Paolo Pantani

Sulla vicenda di Salvatore Todaro, Medaglia d’Oro alla Memoria, messinese, ricordato dal film di De Angelis a Venezia, vorrei ricordare che lo spirito di diritto umanitario dimostrato in tempo di guerra è tradizione dell’Esercito Duo-Siciliano (delle Due Sicilie), non a caso l’Ufficiale Medico Ferdinando Palasciano fu il primo che si prodigò in soccorso dei rivoltosi feriti dei  Moti di Messina del 1848, propugnando per primo la neutralità assoluta dei prigionieri di guerra, precursore della Croce Rossa Internazionale, altro che Henry Dunant, del “Comitato dei Cinque” di Ginevra!

Solo così si spiega perché un sommergibile italiano, dopo aver silurato una nave nemica nel1940, si prodiga, fino al rischio di perdere il battello, per mettere in salvo i naufraghi nemici, inermi e, pertanto, neutrali.

Per conoscere Ferdinando Palasciano vai al sito Associazione Ferdinando Palasciano

Prato, Fondazione Moretti: L’ippica per superare la disabilità

A Prato un Centro di Riabilitazione Equestre
aperto a tutti

È un’iniziativa della Fondazione Fabrizio Moretti

11 settembre 2023

Sensibilità ed esperienza hanno condotto Fabrizio Moretti, il più internazionale degli antiquari italiani, a creare nella sua Prato il Centro di Riabilitazione Equestre modello di eccellenza in Italia per inclusione e servizi. Inaugurerà ufficialmente il prossimo 11 settembre e non sarà una struttura come tante ma un centro specializzato nell’ippoterapia quale opportunità di recupero funzionale e sociale di portatori di disabilità psichica, fisica e sensoriale, persone che necessitano di cure terapeutiche, trovandosi in condizioni economiche, sociali o familiari disagiate.

Per promuovere questo progetto ad alta specializzazione e ad alto contenuto sociale, l’antiquario pratese ha creato la Fondazione Fabrizio Moretti.

“Sogno di offrire l’opportunità di una vita migliore e nuovi orizzonti a ragazzi e adulti in difficoltà e alle loro famiglie”, afferma Moretti. “L’ippoterapia conduce a acquisire maggiore fiducia in sé stessi, a fare pace con i propri handicap, ad aprirsi al sorriso”.

Fabrizio Moretti

Va da sé che quando un uomo come Fabrizio Moretti, protagonista riconosciuto del sistema internazionale dell’arte, mette mano a un progetto, lo fa “a regola d’arte”, con l’attenzione di chi ben sa che la sostanza passa dalla cura di ogni dettaglio. La stessa attenzione lo ha condotto ad aprire i battenti del nuovo Centro di Riabilitazione Equestre solo dopo una gestazione prolungata quanto necessario per fare le cose al meglio. Il primo passo risale a fine 2009, con la costituzione della Fondazione Fabrizio Moretti e nel 2010 è iniziata la progettazione del Centro. Nel 2015, Moretti lancia, a New York, presso Sotheby’s, una prima asta benefica a favore del finanziamento del Centro. L’operazione è ripetuta nel 2019, e i Moretti che ne sono protagonisti diventano due: all’antiquario si unisce infatti l’altro Fabrizio Moretti, statunitense batterista degli Stokes.

I lavori del Centro si concludono nel 2020, quando prende il via la selezione di chi lo gestirà nella sua quotidianità. Il Covid interrompe un processo ormai giunto al suo completamento. Nel post Covid la Fondazione individua nell’Associazione Dilettantistica Sportiva “Cavalli e Carrozze” il concessionario cui affidare il primo triennio di attività. Adesso l’apertura del Centro e delle sue attività.

Nel frattempo, spazi e servizi sono stati testati, si sono approfondite le metodologie e l’approccio, sono state attivate relazioni e connessioni scientifiche che consentiranno all’ippoterapia di esprimersi qui ai livelli più alti.

Fedele alla sua missione di ridurre le differenze in termini di ricchezza e possibilità di accesso verso certe esperienze, la Fondazione contribuisce tramite il Centro e con sovvenzioni economiche mirate a rafforzare la coesione sociale.

“Indipendentemente dall’età, accettare la propria disabilità o quella di un caro può talvolta rappresentare un aspetto difficile da affrontare. Per questo cerchiamo di portare avanti un processo funzionale e mirato a una gestione adeguata della disabilità. La valorizzazione delle proprie potenzialità passa per noi attraverso rispetto verso il prossimo, l’altruismo e l’uguaglianza”. Sottolinea Fabrizio Moretti.

“La tutela del benessere, la piena inclusione e l’autonomia delle persone disabili sono il nostro scopo. Il benessere si realizza anche attraverso un contesto dove poter esprimere e implementare la propria mobilità, che possa contribuire alla felicità personale e al diritto di condurre un’esistenza dignitosa. Legata alla percezione di benessere è la qualità della vita che è data anche dall’impiego del tempo libero in attività gratificanti”.

“Per noi, essere ognuno diverso dall’altro per sesso, cultura, religione o abilità è una risorsa, una forza capace di generare crescita ed è da questo che parte la nostra idea di inclusione” chiosa il Presidente della Fondazione.


Centro di Riabilitazione Equestre – Fondazione Fabrizio Moretti

Il Centro Moretti di Riabilitazione Equestre

L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico è documentato già nel IV secolo A.C. nell’opera di Ippocrate di Coo, che consigliava lunghe cavalcate per combattere l’ansia e l’insonnia. Una prima documentazione scientifica sull’argomento la dobbiamo al medico Giuseppe Benvenuti (1759). Dobbiamo tuttavia aspettare fino alla fine della prima guerra mondiale per vedere inserito il cavallo nei programmi di riabilitazione.

L’ ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, trova la sua indicazione, oltre che nelle patologie classiche della paralisi cerebrale infantile, dell’autismo o della sindrome di Down, anche nelle patologie acquisite in conseguenza di traumi correlati a infortuni. Il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto da sempre un valido supporto per la riabilitazione, essendo capace di smuovere emozioni nel cavaliere è particolarmente indicato per stimolare lo sviluppo delle abilità residue.

Proprio per questi motivi il primo progetto della Fondazione Fabrizio Moretti è stato quello di costruire a Prato, nel cuore della Toscana, un centro ippoterapico d’eccellenza dove possano trovare accesso al servizio ragazzi e bambini in condizioni economiche, sociali o familiari svantaggiate.

Il centro è dotato di un maneggio coperto, un maneggio all’aperto, scuderie spogliatoi e club house. Gli otto box possono ospitare comodamente otto cavalli che sono a servizio dei ragazzi che frequentano il centro. Dotati ognuno di accesso esterno sono stati pensati per essere il nucleo di tutta la struttura.

Il lavaggio, dotato di acqua calda, è stato collocato all’interno della scuderia, mentre per la stagione estiva è stato realizzato un lavaggio esterno.

Adiacente alla scuderia il Centro è dotato di una struttura chiamata giostra, che ricorda dalla forma quelle del luna park. Questo strumento è utilizzato per riscaldare e defaticare i cavalli, qua sottoposti durante i cicli di seduta a un andamento costante dettato dalla macchina.

L’ampio maneggio esterno, adiacente alle scuderie, è adatto a tutte le attività riabilitative. Gli amici potranno comodamente seguire le lezioni ai bordi del maneggio, dove sono state installate panchine e create aree verdi.

Il maneggio è in una zona tranquilla, circondata da alberi e piante. L’aria è fresca e pulita e il sole splende. Gli amici possono rilassarsi e godersi la natura mentre seguono le lezioni.

Le lezioni sono tenute da istruttori qualificati e appassionati, disponibili per rispondere a domande e dare consigli. Gli amici possono imparare quindi a cavalcare e a prendersi cura dei cavalli.

Il maneggio è un luogo ideale per trascorrere del tempo con gli amici e divertirsi. È anche un luogo ideale per migliorare la propria salute e il proprio benessere.

Anche gli animali del centro hanno un recinto delimitato dove poter sostare all’area aperta, è ubicato dietro la giostra al lato del maneggio scoperto. Grande e molto spazioso permette agli animali di correre e giocare e socializzare insieme. Il recinto è anche ben ventilato, con un tetto in legno che protegge gli animali dal sole e dalla pioggia. Il centro è impegnato a garantire il benessere degli animali, ogni spazio infatti è progettato per soddisfare le esigenze degli animali e per permettergli di vivere una vita felice e sana.


Indirizzo:
Via Giulio Braga 11, Prato.
Centro è facilmente raggiungibile percorrendo la A11, uscita casello di Prato Ovest, seguire indicazioni per le Cascine di Tavola.
Dalla stazione Prato Centrale è possibile raggiungere il centro in autobus 210 (Seano Parco Museo) in circa 15 minuti scendendo alla fermata Braga 1 situata a breve distanza dall’ingresso.
 
Per informazioni:
info@fondazionefabriziomoretti.org
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

VOCI UMANE | 3 settembre. Castelseprio. Lella Costa con “Stanca di guerra”

VOCI UMANE
Musei e teatro di narrazione

Seconda edizione

24 agosto – 10 settembre 2023

Ideazione di Emanuela Daffra

Direzione artistica di Maria Grazia Panigada

Iniziativa promossa e organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia

Domenica 3 settembre
al Parco Archeologico di Castelseprio
Lella Costa in “Stanca di Guerra”

Domenica 3 settembre, con inizio alle 18.30, al Parco Archeologico di Castelseprio, sesta serata dell’edizione 2023 del Festival “Voci Umane. Musei e teatro di narrazione” promosso e organizzato dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura), con la direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Il progetto, che ha coinvolto sette dei Musei statali della Lombardia, è stato ideato dalla direttrice Emanuela Daffra.

Protagonista di questo appuntamento della rassegna è Lella Costa con “Stanca di Guerra”.

Castelseprio era un luogo fortificato, distrutto nel 1287 da Ottone Visconti perché roccaforte della famiglia nemica dei Della Torre. Distrutto con l’ordine che non fosse mai più ricostruito. Il luogo ideale dunque per ospitare la ripresa dello storico spettacolo di Lella Costa e riflettere insieme sul tema del conflitto e sui percorsi da intraprendere, tutti, per cercare di rendere la guerra un tabù, qualcosa ‘che non si può fare’.

Stanca di Guerra“, è il titolo del reading tratto dall’omonimo spettacolo del 1996, scritto da Lella Costa, Alessandro Baricco, Sergio Ferrentino, Massimo Cirri, Piergiorgio Paterlini e Bruno Agostani con regia di Gabriele Vacis.

Che faccia si deve fare quando si prova ad affrontare un argomento così grande e terribile come la guerra? Che poi non si sa neanche bene dove, come, quando, perché sia cominciata. Forse all’inizio è stata anche una faccenda relativamente semplice, una roba tipo: “Tu hai la caverna più calda, la donna più pelosa, la ruota più rotonda. Io ho la clava più grossa: te la spacco sulla testa, così mi prendo quello che mi piace”. Rozzo, ma mica poi tanto. Sembra sempre che ci sia qualcosa per cui è indispensabile farla, la guerra, che sia la libertà, la giustizia, l’onore, le proprie idee.

Ma cosa c’è dentro la guerra, che la rende così terribile, invincibile e insieme imprescindibile? Qua e là nel mondo qualcuno ha cominciato a rendersi conto che non si poteva andare avanti così, perché gli orrori della guerra diventavano sempre più orrori, non se ne veniva a capo e bisognava smettere; e allora è cominciata la denuncia contro la guerra fatta più che altro di dati, di cifre, elenchi delle vittime, dei deportati, degli internati, dei torturati, delle nefandezze della guerra, elenchi che andavano continuamente aggiornati con notizie di prima mano. Interviste sui campi di battaglia, diari dei soldati in trincea, fotografie della guerra, telecamere sulla guerra, cineprese sulla guerra, la fiction sulla guerra… Però niente di tutto questo è servito a farla finire la guerra.

Lella Costa

Lella Costa, attrice, scrittrice e doppiatrice, è nata a Milano nel 1952 ed ha esordito nel 1980 con il suo primo monologo teatrale. Da lì ha attraversato e vissuto tutti i modi di fare spettacolo, dal cinema, alla tv, alla radio, ma soprattutto al teatro, affermandosi come una delle migliori attrici della scena italiana.

Nota al grande pubblico per alcuni passaggi televisivi, è una delle più importanti interpreti del teatro nazionale, famosa soprattutto per i suoi monologhi. Doppiatrice, ha lavorato e molto anche per la radio, con trasmissioni radiofoniche all’avanguardia. Ha preso parte inoltre ad alcune esperienze cinematografiche interessanti ed è molto attiva nel mondo no-profit, promuovendo da anni l’attività di Emergency di Gino Strada, ente di cui è portavoce. Impegnata strenuamente nella difesa per i diritti civili, è stata per anni anche la voce di Peacereporter, interprete degli spot nazionali. Dal 2010 compare di frequente sulle reti Mediaset per il format comico Zelig.

Il biglietto dei singoli spettacoli è incluso nel titolo di ingresso al museo, qualora previsto. La prenotazione è obbligatoria sul portale Eventbrite al link:


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Restauri fasulli: quei caratteri neri su un gioiello di Gino Coppedè

Quel palazzo – il cosiddetto Palazzo Magaudda di via Castellammare – il grande architetto Gino Coppedè lo progettò e lo costruì fra il 1920 e il 1921. Difficilmente avrebbe potuto scriverci sulla facciata “Mussolini”.
E invece nell’ultimo restauro, completato dagli attuali proprietari del prezioso immobile, quella scritta è comparsa, anzi è pure ripetuta due volte. Su quell’edificio, vera opera d’arte del liberty eclettico messinese nell’interpretazione di Coppedè, quei caratteri in nero sono proprio una “superfetazione tossica”. L’Anpi messinese chiede energicamente dunque a Comune e Soprintendenza – e ai proprietari – il ripristino integrale del 1920-21, quando il fascismo non c’era ancora.

L’Anpi lo chiede anche per evitare che per l’ennesima volta Messina si dimostri una città masochista. Si provi a guardare qualche immagine del 1943… Quelle macerie, quella comunità fantasma, quelle distruzioni, quei morti, furono la conseguenza diretta delle decisioni di Mussolini e del suo regime fascista, di portare la guerra nel cuore di Messina e dell’Italia. Inneggiare al “Duce” è proprio storicamente fuori luogo e infelice.

Sarebbe come far ricomparire i caratteri giganteschi con la scritta “Duce” sul muraglione sotto Cristo Re, ripresi in una foto di ottant’anni fa, con in primo piano i detriti dei bombardamenti e del tragico passaggio bellico nella storia della città. I messinesi cancellarono quella scritta e si diedero alla ricostruzione. Quella resilienza fu riconosciuta dalla Repubblica che conferì a Messina la medaglia d’oro al valor civile.

In nome di quella storia civile e democratica l’Anpi messinese continuerà a vigilare.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provincia di Messina
Comunicato stampa 1° settembre 2023