ARTHEMISIA, le mostre d’autunno – Roma, Palazzo Cipolla, RAOUL DUFY

Raoul Dufy
Paysage de Sicile, Taormine, 1923
Huile sur toile
46×55 cm
MAM Paris
Paris Musées / Musée d’Art Moderne
Droits d’auteur © ADAGP
© Raul Dufy by SIAE 2022

RAOUL DUFY
Il pittore della gioia
Roma, Palazzo Cipolla
14 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023

La pittura, i soggetti e i colori sgargianti saranno i protagonisti della prima grande esposizione in Italia dedicata al grande artista Raoul Dufy, ospitata a Palazzo Cipolla di Roma dal 14 ottobre.
Dufy, il pittore della gioia, della luce e del colore contribuì a cambiare il gusto del pubblico della prima metà del ‘900 adattando le sue innovazioni e la sua vivacità a tutte le arti decorative.
Con 160 opere provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private francesi, la mostra percorre l’intera parabola artistica di uno dei più grandi interpreti della storia dell’arte, a cavallo tra impressionismo e fauvismo.

Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna: RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953). Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (1937 – 1938) – uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie parisienne de distribution d’électricité” per essere esposto nel Padiglione dell’elettricità al World’s World del 1937 -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.

Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.

Nell’ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell’impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l’anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d’Automne (fino al 1943).

La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.

La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi – come il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre PompidouPalais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la LoireMusée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles – racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.

Curata da Sophie Krebs, conservatrice generale del patrimonio del museo parigino, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.

Suddivisa in 14 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.
Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d’atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.

Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.

La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris Musées e curata da Sophie Krebs, conservatrice generale dello stesso museo parigino.
Catalogo edito da Skira.


Info e prenotazioni
www.arthemisia.it

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

ARTHEMISIA, le mostre d’autunno – Roma, Palazzo Bonaparte, VAN GOGH

Vincent Van Gogh
Donne che trasportano sacchi di carbone nella
neve
Novembre 1882
Gessetto, pennello a inchiostro e acquerello
opaco e trasparente su carta velina, 32,1×50,1 cm
© Kröller-Müller Museum, Otterlo, The
Netherlands

VAN GOGH
Capolavori dal Kröller-Müller Museum 8 ottobre 2022 – 26 marzo 2023 Roma, Palazzo Bonaparte

Il prossimo 8 ottobre apre a Palazzo Bonaparte di Roma la mostra più attesa dell’anno e dedicata all’artista più famoso e amato del mondo: VAN GOGH.
Un percorso espositivo ed emozionale che attraverso un prestito del tutto eccezionale di ben 50 opere, tutte provenienti dal Museo Kröller Müller di Otterlo, ne racconta la vicenda umana e artistica.

Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri – tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) – sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.

Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent Van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo Van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.

La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo – che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh – e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.
Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.
Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.
È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di unBurrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.

Con il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti con Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsorAceasponsorGenerali Valore Culturaspecial partnerRicolamobility partnerAtacmedia partnerUrban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira.

Da venerdì 20 sarà possibile prenotare attraverso l’infoline T. +39 06 8715 111
Da lunedì 30 sarà possibile preacquistare il biglietto su Ticket.it


Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 8715111

Siti internet
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www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
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#VanGoghRoma

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

ARTE KUNST VAL TARO PLUS 2022 – Una sfida per promuovere e incentivare il territorio attraverso l’arte contemporanea

Breakfast

ARTE KUNST VAL TARO PLUS 2022

dal 29 luglio al 23 ottobre 2022

a cura di Bianca Maria RIZZI

UN PIANO STRATEGICO DI RIGENERAZIONE CULTURALE E CREATIVA PER LE ALTE VALLI DEL TARO E DEL CENO – PARMA

Il Progetto AKVT plus si pone la sfida di promuovere ed incentivare il territorio in Emilia Romagna dell’Alta Val Taro e Val Ceno da un punto di vista turistico e culturale, utilizzando l’arte contemporanea.

Ideato dall’Associazione “Serpaglio Lichtenberg” in collaborazione e con il sostegno dei Comuni di Bedonia, Tornolo e Bardi con il supporto di associazioni del territorio e in contatto col Centro Studi Val Ceno, l’attuale edizione si inserisce in una strategia di sviluppo a medio/lungo termine.

Il Festival proseguirà anche, dall´8 al 23 ottobre 2022 con una mostra finale a Bardi nella Val Ceno che presenterà i lavori degli Artisti partecipanti creati durante le loro residenze nelle botteghe, questa esposizione rappresenta il PLUS nel nome del festival ARTE KUNST VAL TARO PLUS grazie all’adesione della Val Ceno rispetto all’edizione 2021.

L’evento è patrocinato della Provincia di Parma e sostenuto dalla Fondazione Cariparma.

ll Festival quest’anno, riprende l’iniziativa di marketing territoriale della precedente edizione con l’utilizzo dei negozi sfitti come Residenza d’Artista, ampliandola attraverso alcuni driver:

Intensificazione della comunicazione in particolare sui social

– Introduzione di nuove tecnologie applicate all’Arte

– L’utilizzo continuativo dei negozi sfitti per tutto l’anno al fine di rafforzare la percezione del territorio come luogo di offerta culturale non solo in estate.

Si vuole così rispondere in parte ai problemi del territorio, lo spopolamento che deriva dalla presenza di botteghe artigiane e negozi ormai sfitti che avevano funzione oltre che commerciale anche sociale come luoghi di relazione e il senso di isolamento dovuto alla mancata inclusione dei nuovi residenti, italiani e stranieri (in particolare Olandesi), e degli emigranti di ritorno.

Crediamo fortemente che la cultura e la creatività siano elementi di unione e arricchimento sociale.

Gli Eventi collaterali nel periodo sono:
– 6 Concerti
– 2 Conferenze su argomenti tematici legati all’Arte
– 3 Workshop tenuti da artisti
– 2 Mostre collaterali dei fotografi noti a livello internazionale

        Dina Goldstein e Kai Schäfer
– Mostra finale delle opere realizzate a Bardi

Gli artisti partecipanti quest’anno sono:
Angelo Barile, Dea Buscola, Giovanni Buzzi, Andrea Gallo, Lele Gastini, Fabio Iemmi, Marco Minotti, Deborah Pellegrino, Tina Sgrò.

Lavoreranno nelle botteghe di Bedonia avvicendandosi: Giovanni Buzzi (4-11/8), Andrea Gallo (2-8/8), Fabio Iemmi (29/7-2/8), Tina Sgrò (4/8-11/8), Marco Minotti (29/7-11/8), Deborah Pellegrino (29/7-3/8).

Lavoreranno nelle botteghe di Tornolo e Tarsogno per l’intero periodo del festival:

Angelo Barile, Dea Buscola e Lele Gastini.

Ogni bottega è contrassegnata da un grande forex con la scritta ARTE KUNST VAL TARO PLUS.

Mostra collaterale di Dina Goldstein – In the Dollhouse

La serie In the Dollhouse ed è stata realizzata nel 2012.
Si svolge con una narrazione sequenziale in dieci parti, fotografata in una casa delle bambole costruita su misura dall’artista. Non è più una casa per adolescenti, ma piuttosto per un pubblico più cresciuto. Questa volta Dina si cimenta con uno dei simboli più potenti della cultura occidentale: Barbie e Ken, l’amata e idealizzata coppia americana. Più di ogni altra disposizione o valore dell’infanzia, Barbie rappresenta il concetto che la “bellezza” è il tratto più importante e necessario per raggiungere il potere e la felicità. Il suo coprotagonista Ken, intrappolato in un matrimonio imposto, scopre il suo io autentico e finalmente esprime la sua individualità, dopo diversi decenni di narrazione tradizionale. Il destino di Barbie è triste nelle mani di Goldstein, mentre Barbie crolla e si confronta con sé stessa e la sua vita effimera. Dina sovverte il mito della “perfezione umana” attraverso la satira ed esplora il concetto idealistico e instabile di perfezione.

Mostra collaterale di Kai Schäfer – Worldrecords

Kai Schäfer, attraverso le sue opere, mette in evidenza i grandi album della storia della musica su giradischi che, in parte, sono diventati anche leggendari.

Il suo progetto WORLDRECORDS vuole essere un omaggio all’arte sonora analogica, un omaggio al più caldo, forse al più sensibile dei portatori di suono. In un certo senso – e questo rende la serie fotografica così speciale – è anche una personale macchina del tempo per lo spettatore: la musica come impulso per ricordare episodi della propria storia personale, la liberazione dei pensieri e dei sentimenti di un tempo. La colonna sonora della tua vita.

Ariston Michael Jackson Thriller 47,3×35,4 cm

Artisti partecipanti

Marco Minotti (Bedonia dal 29/7 all`11/8 2022)

Nei suoi lavori spesso gioca ad inventare nuove specie animali. Unisce animali con animali, animali con l’essere umano. Spesso lega, unisce, vincola gli animali a nubi tossiche, magma che altro non è che la rappresentazione dell’effetto “uomo” sulla natura.

Le sue opere ci vogliono far riflettere, non vogliono stupire o terrorizzare, vogliono farci pensare. Vogliono per un istante, farci capire, attraverso metafore, giochi di ruolo ed immagini, cosa stiamo facendo, cosa stiamo combinando.

La sua ricerca, infatti, è denuncia degli effetti che l’uomo può produrre sulla natura, della manipolazione genetica, dell’inquinamento e delle altre cause che l’artista crede porteranno ad una ribellione della natura stessa.

Gli antichi pregavano Dei fantasiosi, come la Medusa, il Basilisco, la Chimera che altro non erano che animali e uomini uniti fra di loro, “noi oggi siamo in grado di farlo realmente e presto ci ritroveremo a pregarli”.

Angelo Barile

Il modello umano delle figure di Angelo Barile (Tornolo dal 29/7 all`11/8 2022) e la loro poetica è vibrante e ricco di rosate e scure giovani donne surreali e neopop.

Un immaginario leggermente horror e fiabesco si snoda sulle tele di Barile con profondi significati simbolici.

Qui a Bedonia e Tornolo, viene presentato il concetto del “bozzetto capovolto”, dove il disegno di prova è grande rispetto al lavoro finale colorato.

Dea Belusco

Pittrice e scultrice Dea Belusco (Tornolo dal 29/7 al 9/8 2022) gioca con l’inconscio umano che fa riaffiorare nelle sue opere.

Il suo pennello è selvatico e ci porta in paesaggi immaginari popolati da mostri buoni e fatine maliziose. Il suo bestiario è bizzarro e quasi innocente in un’epoca travagliata come la nostra.

Giovanni Buzzi

Il privilegio dell’artista di “cogliere l’attimo” è ben rappresentato da Giovanni Buzzi (Bedonia dal 4/8 all`11/8 2022)

Egli è inserito nella tradizione realista, guardando al vero e al quotidiano.

Una forte emozione pervade lo spettatore che si ritrova spesso dinnanzi personaggi equivoci o turbati. Prevale una componente individualistica ed esistenziale nei suoi quadri in una visione spesso angosciata.

L’impianto resta solido e ben costruito e con una grande vivacità cromatica.

Andrea Gallo

Il lavoro di Andrea Gallo (Bedonia dal 2/8 all`8/8 2022) gioca sul potere evocativo della pittura. Tramite la raffigurazione abbozza storie che non ricercano un effetto di senso o di verosimiglianza e non si sviluppano in una concatenazione logica. I soggetti e gli eventi che rappresenta derivano da immagini attinte da archivi fotografici privati, riviste e giornali d’epoca. Immagini insieme anonime e confidenziali. Il risultato di questa ricombinazione è una sorta di enigma visivo che chiunque guarda può interpretare e risolvere liberamente.

Le sue immagini sembrano prendere forma da un film di Hitchcock o si possono anche sentire gli influssi di David Lynch.

Tra i personaggi spesso aleggia una mancanza di comunicazione, anche se questa sarebbe dovuta per il rapporto di parentela che lega le figure.

Lele Gastini
Illustratore e visual artist classe 1993. (Tarsogno, Albergo Plaza dal 29/7 all`11/8 2022). Amante del bianco e nero, crea le sue opere a mano o in digitale, sui muri e su tutto ciò che può essere decorato, cercando di dare forma alle immagini che riempiono la sua mente. La continua esplorazione del bianco e del nero sono la base della sua ricerca artistica. Dal 2022 nel mondo magico degli Nfts.

Fabio Lemmi

Nell’ambito della pittura astratta italiana Fabio Iemmi (Bedonia dal 29/7 al 2/8 2022) si esprime con la sua capacità di forgiare uno spazio ampio e puro con materie e tecniche inconsuete.

Lo spazio viene riempito da un senso ritmico del movimento ed i rapporti ora armonici ora contrastati del colore e delle forme, assurgono alla pienezza estetica dell’opera. In una concezione dell`”Arte spaziale” egli dona al colore un valore espressivo in sé e per sé.

Deborah Pellegrino

Una fumettista, generalmente comica, ma si dedica anche ad altri generi. Si dedica anche all’illustrazione, spaziando dai paesaggi, al nudo e al creepy.

Tina Sgrò

Le emozionanti immagini di Tina Sgrò (Bedonia dal 4/8 all`11/8 2022) ci rimandano alla sfera del ricordo, del raccoglimento e della “melancholia” che viene da lontano. Tina che, con il suo pennello ci presenta ambienti misteriosi, è una poetessa innamorata del mondo e del suo fantastico quotidiano antico ed intimo.


INFO

Evento: Arte Kunst Val Taro Plus 2022
29 luglio – 11 agosto 2022

Promotore evento: Associazione artistico-culturale Serpaglio Lichtenberg

A cura di: Bianca Maria Rizzi

Organizzazione: Matthias Ritter

Graphic Design: Cristian Ducceschi

Artisti partecipanti: Angelo Barile, Dea Buscola, Giovanni Buzzi, Andrea Gallo, Lele Gastini, Fabio Iemmi, Marco Minotti, Deborah Pellegrino, Tina Sgrò.

Gli orari di apertura al pubblico degli atelier artistici sono:
mattina h. 10.00/12.00 – pomeriggio h. 16.00/18.00

Mostre collaterali:
Dina Goldstein – In the Dollhouse
Kai Schäfer – Worldrecords

Per informazioni, domande e approfondimenti:
Matthias Gernot Ritter [+39 3661830031]Bianca Maria Rizzi [+39 3664695525]

Associazione Artistico-Culturale
Serpaglio Lichtenberg
Via Serpaglio, 18
43041 Bedonia (PR)

UFFICIO STAMPA 
FG Comunicazione – Venezia 
Cristina Gatti 
cristina.gatti@fg-comunicazione

RETROBOTTEGA, il pre-festival tutto digital di BOOKOLICA 2022, presenta gli appuntamenti della seconda settimana

BOOKOLICA 2022

Il festival dei lettori creativi

annuncia il programma del pre-festival

RETROBOTTEGA

dal 26 luglio al 25 agosto in diretta su twitch con tre serate a settimana

Bookolica arriva su Twitchdal 26 luglio ha preso il via  RetroBottega, il pre-festival tutto digitale, in diretta tre sere a settimana per tenervi compagnia fino ai giorni del festival in presenza.

Martedì 2 agosto inizia il programma della seconda settimana di  RetroBottega, il pre-festival digitale di Bookolica 2022, in diretta sul canale Twitch BottegaNoMade (martedì, mercoledì e giovedì dalle 19 alle 20), tenendovi compagnia fino ai giorni del festival in presenza.

I temi affrontati sono il cambiamento climaticol’educazione al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità; il mondo di manga e fumetti, un genere sempre molto apprezzato e seguito anche in Italia; la dimensione di genereinclusione e ascolto delle categorie marginalizzate con relatori importanti del panorama culturale nazionale e internazionale, come: Angelo Cavallaro, storico, saggista e content creator conosciuto come Sommobuta, Lidia Decandia insegnante presso il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero, Riccardo Mastini ricercatore presso l’Università Autonoma di Barcellona e consulente nel campo dello sviluppo sostenibile, Laura Centemeri ricercatrice in sociologia dell’ambiente al CNRS francese e membro del Centre d’Étude des Mouvements Sociaux dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, Mara Cerri tra le più apprezzate illustratrici contemporanee e vincitrice del Premio Andersen 2022, Maurizio Iorio esperto di manga conosciuto sul web come Kirio1984, Martina Madia e Eleonora Reggiori fondatrici del canale letterario Twitch MenzogneSortilegi,  Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio ideatrici e artefici del podcast  le MisSconosciute.

DATE E PROGRAMMA

2 agostoForze e energie che producono cambiamenti

Le statistiche con cui solitamente si interpretano i territori, potrebbero non bastare, perché non colgono i momenti di passaggio. Lidia Decandia, nel suo saggio Territori in trasformazione. Il caso dell’Alta Gallura (Carocci 2021) offre un altro sguardo di lettura, uno sguardo attento agli stadi iniziali di trasformazione, fondamentali per comprendere il divenire, e rilegge il territorio dell’Alta Gallura. In dialogo con lei, Massimo Carta e Marzio Chirico 

3 agostoLa rivoluzionaria storia del manga

Se fino a qualche anno fa il mondo dei manga era apprezzato da un pubblico ristretto, oggi è un genere letterario sempre più apprezzato. Il noto youtuber Maurizio Iorio (Kirio1984) in Anche mio nonno era un otaku! L’incredibile storia dei manga (Mondadori Electa 2022) racconta l’incredibile storia dei manga e le tante rivoluzioni che questo genere di fumetto ha vissuto nel corso del tempo. In dialogo con lui, Angelo Cavallaro (Sommobuta) youtuber, e uno tra i maggiori esperti del settore manga in Italia. 

4 agostoUn altro futuro possibile

Per fronteggiare i danni causati dal modello produttivo attuale è necessario cambiare assetto: Guido Marinelli in Economia circolare: un’alternativa possibile (L’incisiva, 2021) propone l’economia circolare come opportunità per creare una società migliore, per un impiego delle risorse del pianeta che sia per tutti, non per pochi, e ridurre lo spreco. Marzio Chirico dialogherà con l’autore di questo futuro possibile. 

Tutti gli incontri sono curati da Massimo Carta, Docente presso il Dipartimento di Architettura (DIDA) dell’UNIFI, da Marzio Chirico e Eleonora Savona; le dirette saranno poi ripubblicate sul canale Youtube, per essere sempre fruibili e alimentare così il dialogo tra la dimensione digitale e quella fisica.

Il programma di Bookolica 2022 sarà disponibile su www.bookolica.it


INFORMAZIONI UTILI

RETROBOTTEGA – Pre-festival di Bookolica 2022
QUANDO: dal 26 luglio al 25 agosto, ogni martedì, mercoledì e giovedì, dalle 19 alle 20
DOVE: in streaming su Twitch https://www.twitch.tv/botteganomade

BOOKOLICA 2022 – V edizione

QUANDO: Dal 30 agosto al 4 settembre 2022 in presenza
DOVE: La Maddalena, Torralba, Tempio Pausania, Scano di Montiferro (Sardegna)
L’ACCESSO A TUTTE LE INIZIATIVE È GRATUITO
Organizzato da: Associazione Culturale Bottega No-Made

CONTATTI
mail: segreteria@bookolica.it
SITO: www.bookolica.it
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HASHTAG UFFICIALI: #BookolicaFestival #Bookolica2022

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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UFFICIO STAMPA SARDEGNA
Nicola Muscas

Alessandria: torna il Festival internazionale dei Templari – II Edizione

Alessandria, 25-28 agosto: torna il Festival internazionale dei Templari

II Edizione

I Templari, san Francesco, la guerra e la santità

Storici e cantanti, scrittori e rievocatori, attori e performers, narratori e musicisti raccontano la storia, il mistero e la leggenda dei famosi frati-cavalieri del Medioevo, ancora presenti nel nostro immaginario collettivo

Dopo il successo della prima edizione, torna l’innovativo “Festival internazionale dei Templari” ideato e diretto da Simonetta Cerrini, storica e saggista, esperta di Templari, e da Gian Piero Alloisio, cantautore e drammaturgo. 

Il Festival internazionale dei Templari, che ha il patrocinio dell’Università del Piemonte Orientale, è entrato a far parte della Templars Route European Federation (TREF).

Il tema di quest’anno – “I Templari, san Francesco, la guerra e la santità” – invita storici e artisti a rispondere a numerose domande, divenute tragicamente di estrema attualità: qual è la posizione dei cristiani rispetto alla guerra? Qual era la pace per san Francesco? Come affrontavano la guerra i frati cavalieri Templari? Un soldato può divenire santo? Chi era il vero Nemico per i Templari? Cristiani d’Oriente, cristiani cattolici, musulmani ed ebrei: quali rapporti c’erano al tempo delle crociate? Scontro o condivisione?

Ad Alessandria, nella suggestiva cornice di Piazza Santa Maria di Castello, i due mondi degli storici e degli artisti si comporranno in quattro serate-spettacolo (25-26-27-28 agosto) volte a raccontare a un largo pubblico la storia dei Templari, cavalieri in cerca di santità, che ancora oggi affascinano milioni di persone in tutto il mondo. 

Venerdì 26 e sabato 27 agosto la prestigiosa sede di Cultura e Sviluppo ospiterà le conferenze pomeridiane dei relatori, mentre domenica 28 agosto pomeriggio la chiesa della Natività di Maria di Spinetta Marengo (AL) ospiterà una conferenza-spettacolo.

Tra gli storici, coordinati da Simonetta Cerrini, ascolteremo Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale, saggista dalla produzione sterminata e intellettuale attento alla storia contemporanea, lo storico estone Kristjan Toomaspoeg dell’Università del Salento, studioso dell’Ordine Teutonico, dei rapporti tra il Nord e il Sud dell’Europa e delle frontiere, la storica francese Camille Rouxpetel, dell’Università di Nantes, studiosa dei pellegrinaggi e degli scambi culturali e religiosi tra i cristiani d’Oriente e i cristiani d’Occidente e Antonio Musarra dell’Università La Sapienza di Roma, studioso di storia marittima del Mediterraneo, di storia delle crociate e di storia francescana, oltre che le video-interviste a Alessandro Barbero (professore ordinario dell’Università del Piemonte Orientale), Philippe Josserand (maître de conférence all’Università di Nantes), Benjamin Z. Kedar (professore emerito dell’Università ebraica di Gerusalemme), e André Vauchez (professore emerito dell’Università di Paris X- Nanterre).

Quest’anno, il copione delle quattro serate, scritto da Gian Piero Alloisio, compone gli interventi dei relatori (tutti i relatori parleranno in italiano) con canzoni d’autore (fra cui Leonard Cohen, Fabrizio De André, Luigi Tenco e lo stesso Alloisio), cabaret, letture, musica elettronica, performances e installazioni che coinvolgeranno anche il pubblico. 

Tra gli artisti, l’attore Massimo Bagliani, la cantante Elisabetta Gagliardi e il musicista Globular Waves. Saranno presenti sul palco anche i ricostruttori della Mansio Templi Parmensis 1275, che illustreranno l’abito e le armi dei Templari. 

Per un Festival in chiave pop che si propone di raccontare a un largo pubblico sia la vera storia dei Templari, sia la storia della loro leggenda.

Mansio Templi Parmensis

L’ingresso è gratuito.

Il Festival è prodotto da A.T.I.D. con l’attiva partecipazione del Comune di Alessandria, Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Gruppo AMAG, CulturAle – ASM Costruire Insieme.

Il Festival è presente inoltre sulle pagine Facebook e Instagram: @festivaldeitemplari

Per contatti: A.T.I.D. cell. 380-4522189 o all’indirizzo mail: festivaldeitemplari@gmail.com

IL PROGRAMMA

QUATTRO CONFERENZE-SPETTACOLO
Piazza Santa Maria di Castello, ore 21.15
Giovedì 25 agosto, Il paradosso templare
Chi era il miles Christi? Chi erano i crucesignati? Chi erano davvero i Templari? Chi raccolse la loro eredità?

Venerdì 26 agosto, San Francesco cavaliere
Cosa avevano in comune i Templari e san Francesco? Il santo di Assisi andò alla ricerca del Graal? I Templari, san Francesco e l’islam: incontro di civiltà?

Sabato 27 agosto, Guerra e pace
Quali furono le grandi battaglie dei Templari? Quali guerre rifiutarono?
In che modo operavano per la pace?

Domenica 28 agosto, La santità negata
I Templari facevano miracoli? Esistono preghiere templari? Poteva un templare diventare santo?

TRE INCONTRI CON IL PUBBLICO
Cultura e Sviluppo, Piazza De André, 76, ore 17
Venerdì 26 agosto – Simonetta Cerrini e Antonio Musarra, Templari e Francescani 
Sabato 27 agosto – Franco Cardini, Lectio magistralis

Spinetta Marengo, Chiesa della Natività di Maria, ore 17 e 30
Domenica 28 agosto – Gian Piero Alloisio, Elisabetta Gagliardi, Camille Rouxpetel, Kristjan Toomaspoeg e la Mansio Templi Parmensis 1275, Dialoghi Templari e non solo

E con video-interviste ad Alessandro Barbero, Philippe Josserand, Benjamin Z. Kedar, André Vauchez.


Melina Cavallaro   
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina 

Nuoro, Museo MAN: SENSORAMA. Lo sguardo, le cose, gli inganni, da Magritte alla realtà aumentata

Marina Apollonio, (Trieste 1940), Spazio ad Attivazione Cinetica 6B, 1967-2022, vinile / wallpaper

Fino al 30 Ottobre 2022

Nuoro, Museo MAN

SENSORAMA. Lo sguardo, le cose, gli inganni

a cura di Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti
con il contributo scientifico di Baingio Pinna del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, autore del libro La percezione visiva, il Mulino, 2021

Progetto di allestimento a cura di Denis Santachiara
Coordinamento di Rita Moro ed Elisabetta Masala
Video installazioni a cura di Storyville

SENSORAMA adotta in modo colto e originale il modello del Museo delle illusioni e affida alle opere di artisti del passato e del presente l’esplorazione della relazione tra Visione e Percezione con l’obiettivo di mostrare la complessità dei fenomeni cognitivi e il “piacere” di essere ingannati.

L’illusione è la nostra realtà. Perché del mondo, là fuori, vediamo il poco che i nostri occhi sono in grado di vedere. “How your eyes trick your mind”, come gli occhi ingannano la mente, dicono gli inglesi. Il risultato è una rappresentazione delle cose che non è reale per niente. Tocca al nostro cervello orientarsi fra apparenze ed enigmi.
Chi si occupa di percezione parte da queste premesse, ma sa di avere alle spalle secoli di discussione filosofica, da Platone in avanti. La domanda “vediamo davvero la realtà?” è un antico dilemma. Oggi però le neuroscienze possono cominciare a dare una risposta, studiando gli organi di senso e analizzando la capacità del cervello di interpretare i segnali che questi gli inviano.

Il museo MAN di Nuoro, che da sempre si dedica alla ricerca e ai diversi linguaggi del contemporaneo, inaugura una nuova stagione espositiva che mira a riflettere su alcuni temi sollecitati dal dramma della pandemia e della reclusione: la comunicazione interrotta, lo sguardo velato dal diaframma di uno schermo, la lettura delle immagini sottratte alla vista e restituite in una realtà virtuale. Tornare a guardare, ad allenare gli occhi e a porsi interrogativi sulla verità (o meno) della visione è lo scopo di una mostra che, partendo da antecedenti storici, dai padri nobili di una pittura di verità e d’inganno, come René Magritte e Giorgio de Chirico, apre lo spettro alle indagini estetiche più recenti in fatto di percezione e autenticità. Ecco allora le fotografie allo specchio di Florence Henri o le tavole ottico-cinetiche di Alberto Biasi, gli ambienti avvolgenti e conturbanti di Peter Kogler o Marina Apollonio; e ancora, le sculture anamorfiche di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’œil umani di Liu Bolin, l’uomo invisibile.

Il titolo della mostra SENSORAMA è ispirato al nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare esperienza sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive. Per vedere la musica è il nome di una sezione riservata a scoprire proprio la sinestesia, l’automatismo psichico che consiste nell’associare in un’unica immagine due contenuti riferiti a due sfere sensoriali diverse.

SENSORAMA è tanto cinema, arte d’artificio per eccellenza, “fabbrica delle illusioni” fin dal suo esordio e terreno di sperimentazioni visive delle avanguardie. Il percorso della mostra contempla la cinematografia fantastica di George Méliès basata sulla sparizione degli oggetti ottenuta con uno primitivo stop frame e la levitazione di cose e persone con la ripresa a passo uno, per arrivare alle fantasmagoriche interazioni tra avanguardie artistiche (Léger, Man Ray, Picabia, Cocteau, Duchamp…) e cinema. Cinema sperimentale appunto che, facendo suo lo statuto della magia e giocando con inganni e deformazioni percettive, butta all’aria la nostra “consueta” esperienza del reale.

I meravigliosi paradossi dell’era digitale. Con l’installazione in realtà aumentata la “non realtà” esce dai suoi confini, allaga la nostra percezione e dà un accesso a nuovi significati in una visione/versione multilayer. Senza l’impiego di device, ma grazie all’utilizzo del proprio telefonino (Bring Your Own Device), si potrà vivere la fascinazione “intelligente e complessa” di un contenuto a più strati, indispensabile completamento della visione di un mondo in transizione.

Il progetto si arricchisce di installazioni site specific, nel caso per esempio degli interventi studiati ad hoc per il MAN da parte di artisti come Felice Varini, autore di disegni nello spazio, monumentali quanto effimeri, oltre a una stanza magica progetta dal designer Denis Santachiara e una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili realizzata da Marco Cordero.

SENSORAMA vuole rappresentare insomma il grado zero della percezione, utile per ripulire lo sguardo, per tornare a stupirci di fronte ai paradossi della vista, per ricominciare a osservare le opere con sguardo indagatore, per avvicinarci alle immagini consapevoli di un limite fluido fra reale e virtuale, ma pronti ad aguzzare gli occhi per svelare i meccanismi che orchestrano il processo stesso della visione. Un invito a imparare a guardare. Ma, soprattutto, a dubitare.

Catalogo Electa con testi di Baingio Pinna, Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti


INFO

http://www.museoman.it/it/index.html

Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
referente Simone Raddi, simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net

MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
tel +39.0784.252110
Orario invernale: 10:00 – 19:00
Orario estivo: 10:00 – 20:00
(Lunedì chiuso)
info@museoman.it

Passoscuro Fiumicino (RM): Isola pedonale artistica sul Lungomare – Passoscuro Art Festival 2022 – L’utopia dipinta sui muri

Passoscuro Art Festival 2022
L’utopia dipinta sui muri

16-17 settembre 2022

Isola pedonale artistica sul Lungomare
Passoscuro – Fiumicino (RM)

Venerdì 16 e sabato 17 settembre 2022 inaugura la prima edizione di Passoscuro Art Festival, a cura dell’Associazione L’Isola delle Correnti e con il patrocinio del Comune di Fiumicino

L’iniziativa coinvolgerà 25 artisti i cui lavori si andranno ad aggiungere agli oltre cento murales ed interventi artistici che animano dal 2018 la cittadina di Passoscuro. Questa prima edizione 2022 si arricchisce di molteplici iniziative culturali: mostre, concerti, eventi teatrali, presentazioni e tavole rotonde che si alterneranno in modo continuativo durante le giornate inaugurali lungo l’isola pedonale artistica del lungomare, continuando così l’azione di riqualificazione urbana e sociale, attraverso l’arte e la promozione della cultura, che l’associazione porta avanti già da alcuni anni. 

Come scrive Felice del Brocco dell’Associazione promotrice: “Stili diversi, esperienze diverse, dai paesaggi impressionisti alle forme astratte, alle sculture e alle fotografie, artisti in rapporto con la gente del posto per rendere bello il luogo dove si vive. Le strade e le piazze sono i luoghi pubblici dove la vita scorre, dove la comunicazione visiva raggiunge la massima espressione, dove i muri possono rappresentare quel museo a cielo aperto, quel racconto per immagini che è la forma artistica più libera.” 

Infatti Passoscuro Art Festival nasce insieme alla stessa comunità di Passoscuro, come meglio spiega Thomas Spielmann: “A differenza della street-art, il nostro non è un gesto di protesta in luoghi degradati e abbandonati, spesso solitario e anonimo, ma una libera espressione artistica di gruppo, in accordo con le istituzioni e con gli abitanti del luogo, che ci hanno concesso gli spazi e in diversi casi hanno realizzato loro stessi un’opera. […] Se sui muri si dipinge da sempre, possiamo andare indietro fino all’inizio della nostra storia e ci troviamo appunto in una grotta, dove è nata l’arte, alle origini della bellezza. Lì i nostri antenati hanno iniziato a dipingere sulle pareti e un osso, invece di diventare una clava come in “2001 Odissea nello spazio”, è stato trasformato in flauto. Immagini e suoni, uniti come gemelli inseparabili, hanno riempito gli antri e sono da sempre legati alla trasformazione dell’essere umano. Mi piace pensare che forse già allora qualcuno tra loro abbia osato immaginare che prima o poi, in un domani, da quelle grotte sarebbe uscito dopo averci lasciato le sue impronte, con le “mani dipinte di blu”. E noi continueremo a fare questo sui muri di Passoscuro, cercando sempre di lasciare una nota di poesia. Sogno e utopia.”

Gli artisti chiamati a confrontarsi con il tema del 2022, L’utopia dipinta sui muri, sono: Valeria Acciai, Lucilla Adamo, Martina Bernassola, Aurelio Bonfazi, Valerio Cancellieri, Adriano Cocimano, Piero Colò, Benedetta Commissari, Loredana De Fiore, Felice Del Brocco, Angela Farina, Romina Farris, Rosaria Ferreri, Alessandro Filippetti, Gloria Gabrielli, Maurizio Gaudenzi, Manuela Lupino, Lina Marocchini, Suzanne Portmann, Giuliano Salaro, Lorenzo Sartori, Barbara Sbrocca, Thomas Spielmann, Laura Testa, Quinto Tozzi. 


INFO

Passoscuro Art Festival 2022
L’utopia dipinta sui muri
A cura dell’Associazione L’Isola delle Correnti
Con il patrocinio del Comune di Fiumicino

16-17 settembre 2022
Isola pedonale artistica sul Lungomare
Passoscuro – Fiumicino (RM)

Contatti:
L’Isola delle Correnti APS
Via Torralba 16 – Fiumicino (RM)
cell. 328 1759145 – 335 5387455
e-mail: fabi.v@hotmail.it -roberto.biasco@alice.it

Ufficio Stampa
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Roberta Melasecca
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Val di Sole (Trento), Castello di Caldes: VIVERE IN ALTO. UOMINI E MONTAGNE DAI FOTOGRAFI DI MAGNUM. Da Robert Capa a Steve McCurry

The Dalai Lama. Ladakh. INDIA. 1976© Raghu Rai/Magnum Photos

VIVERE IN ALTO. UOMINI E MONTAGNE DAI FOTOGRAFI DI MAGNUM. Da Robert Capa a Steve McCurry

Fino al 09 Ottobre 2022

Val di Sole (Trento), Castello di Caldes

Mostra a cura Andrea Holzherr e Marco Minuz

Un progetto realizzato da Suazes con Magnum Photos insieme al Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali.

Promosso dall’Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi, dal Comune di Caldes e con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento.

La montagna ha sempre rivestito, rispetto all’umanità, molteplici significati e usi: vissuta o abbandonata, divinizzata, sfruttata, vista come barriera o rifugio, come luogo di scelte di vita, amata o rinnegata. Da sempre infatti il rapporto tra la montagna e il genere umano è sempre stato importante, mai irrilevante.
Non a caso il grande poeta e pittore inglese William Blake scriveva “Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano”. Una frase che condensa al meglio il legame sempre esistente fra la dimensione umana e quella naturale della montagna.
Da sempre le montagne sono state limiti per migrazioni, barriere per conflitti, custodi di un rapporto intimo e spirituale con la natura; luoghi da cui fuggire, o luoghi dove ricercare nuovi equilibri.
Da questa considerazione, in particolare la frase di Blake, si è sviluppato il progetto espositivo “Vivere in alto. Uomini e montagne dai fotografi di Magnum. Da Robert Capa a Steve McCurry”.
Una mostra che vuole essere un elemento di continuità con il progetto espositivo “Vite di corsa. La bicicletta e i fotografi di Magnum. Da Robert Capa ad Alex Majoli” che sposava la straordinaria vocazione di questo territorio verso la pratica ciclistica. Una continuità che denota la volontà di intraprendere un nuovo progetto finalizzato a sviluppare una lettura, attraverso l’opera di grandi fotografi di fama internazionale, delle caratteristiche del territorio della Valle di Sole.
Una progettualità che continua e si sviluppa quest’anno affrontando due elementi determinanti per il territorio della Val di Sole: le montagne con il loro straordinario patrimonio naturale e le comunità che le vivono e permettono di fruirle, con il proprio bagaglio di esperienze e cultura.

Tematica cardine sarà, per questa nuova iniziativa il rapporto fra le persone e le montagne. Protagonista assoluta sarà la montagna osservata, vissuta e raccontata dai grandi interpreti dell’Agenzia Magnum Photos, fondata nel 1947 ed ancora oggi attiva. Verranno raccolte circa 100 fotografie che esploreranno vari aspetti di questo rapporto uomo-natura permettendo così di fornire uno spaccato completo di questa relazione.
Il percorso espositivo affronterà, nelle splendide sale del Castello di Caldes, aspetti di questo rapporto fra uomo e montagna, mettendo l’attenzione sui punti di contatto fra i tempi della natura e quella degli uomini.
Si partirà dalle persone, con le loro personali storie, che hanno scelto di vivere la montagna con un viaggio in varie parti del mondo e nelle mille professioni che tradizionalmente si svolgono; la vita di coloro che, per scelta o necessità, decidono di vivere in alto e di affrontare le difficoltà che essa comporta. Fotografie di Steve McCurry, Inge Morath, Susan Meiselas, Ferdinando Scianna e molti altri ancora.
Una seziona sarà dedicata, ovviamente, al tema del turismo e alle mille implicazioni che esso ha. Un tema con luci e ombre, ma che permette di riflettere i cambiamenti avvenuti all’interno della nostra società attraverso le fotografie di Martin Parr, i colori di Newsha Tavakolian e l’ironia di Jean Gaumy.

Poi c’è il tema dei luoghi del vivere in alto, spaziando dalle testimonianze delle civiltà antiche, con la fotografia di Bruno Barbey, fino alle moderne infrastrutture a servizio del turismo e delle nuove esigenze del vivere in montagna con le foto di René Burri.
Su questa sezione l’attenzione sarà indirizzata anche agli interventi dell’uomo sulla montagna, sia per supportare le esigenze del turismo, sia gli interventi per preservarlo e proteggerlo. In questa sezione fotografie di Peter Marlow e Carl De Keyzer.
Ma la montagna è anche luogo di conflitti e a questo verrà dedicata una sezione specifica con foto di Alex Majoli e Christopher Anderson.
Ma è la stessa percezione e sensibilità dell’uomo a trovare la bellezza nelle montagne e per questo una sezione sarà incentrata su fotografie che rendono conto della magia delle altezze, con opere di Paolo Pellegrin e Thomas Hoepker.
Il percorso terminerà con la dimensione spirituale della montagna con foto di autori come Chris Steele-Perkins e Raghu Rai.

Un grande sforzo organizzativo che raccoglie molti dei membri della agenzia fotografica Magnum Photos: Robert Capa, George Rodger, Werner Bischof, Elliott Erwitt, Burt Glinn, Erich Hartmann, Inge Morath, Marc Riboud, René Burri, Sergio Larrain, Constantine Manos, David Hurn, Bruno Barbey, Philip Jones Griffiths, Leonard Freed, Guy Le Querrec, Raymond Depardon, Alex Webb, Susan Meiselas, Chris Steele-Perkins, Abbas, Jean Gaumy, Peter Marlow, Steve McCurry, Thomas Hoepker, Hiroji Kubota, Ferdinando Scianna,Stuart Franklin, Patrick Zachmann, Carl De Keyzer, Martin Parr, Gueorgui Pinkhassov, Alex Majoli, Thomas Dworzak, Paolo Pellegrin, Jonas Bendiksen, Alec Soth, Christopher Anderson, Moises Saman, Jacob Aue Sobol, Jerome Sessini, Matt Black, Newsha Tavakolian, Raghu Rai, Lu-Nan.

Una straordinaria raccolta di opere, dalle storiche fotografie degli anni Cinquanta sino ai giorni nostri, permettendo così una lettura trasversale e articolata fra il rapporto uomo-montagna, spaziando in tutti i continenti. Un approfondimento di questa relazione che potrà offrire riflessioni sulle sfide odierne della montagna, in primis quella demografica e del cambiamento climatico, ma anche tra la modernità e la digitalizzazione.


INFO MOSTRA:
Apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 18;
dal 18 luglio al 29 agosto aperti anche i lunedì sempre dalle 10 alle 18
INGRESSI: intero 8,00 € ridotto 6,00 €

Castello di Caldes Via al Castello 1 Caldes – TN
Tel. 0461.492811

www.buonconsiglio.it
www.visitvaldisole.it
www.suazes.com

Ufficio Stampa

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro; Email: roberta@studioesseci.net
Tel. 049 663499

APT VAL DI SOLE
Alberto Penasa; alberto.penasa@visitvaldisole.it
Martina Valentini; mv.greenpress@gmail.com

Vigevano (Pv), Museo Archeologico Nazionale della Lomellina: La collezione Strada. Un’anteprima

Brocca piriforme monoansata, in vetro soffiato color ambra con decorazione applicata a macchie bianche, da Scaldasole. Metà I secolo d.C.

Fino al 30 Settembre 2022

Vigevano (Pv), Museo Archeologico Nazionale della Lomellina

LA COLLEZIONE STRADA. UN’ANTEPRIMA

Iniziativa promossa ed organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia

Dal collezionismo privato al patrimonio pubblico
A partire da venerdì 8 luglio nel Museo Archeologico Nazionale della Lomellina a Vigevano sarà esposta una selezione di quarantacinque oggetti archeologici appartenenti alla collezione Strada. Formata da Antonio Strada (1904-1968) a partire da un nucleo di reperti rinvenuti nei terreni di famiglia già nel XIX secolo e arricchita anche con successivi acquisti da altre collezioni, raccoglie 269 pezzi appartenenti ad un arco cronologico che si estende per oltre diciotto secoli, dalla preistoria all’età longobarda, con particolare concentrazione di oggetti databili tra l’età della romanizzazione (II-I secolo a.C.) e la prima epoca imperiale romana (I-II secolo d.C.).Il nucleo più prezioso è costituito dagli oggetti in vetro di età romana tra i quali spicca la splendida coppa firmata da Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C., un vero e proprio unicum per la qualità e l’eccezionale stato di conservazione.

Si tratta di un’anteprima, preludio all’esposizione dell’intera collezione che avverrà entro l’anno. Anteprima doverosa perché conclude, garantendo la fruizione pubblica, una azione di tutela da parte del Ministero della Cultura che ha inizio nel 1999, quando la collezione fu dichiarata di eccezionale interesse culturale. Conservata nel castello di famiglia a Scaldasole, la collezione Strada era nota agli studiosi già a partire dagli anni ’60 del Novecento, soprattutto per la ricchezza e la qualità del vasellame in vetro. Tuttavia l’importanza dell’insieme, la ricchezza in relazione al contesto lomellino, la qualità e l’eccezionalità di alcuni oggetti consigliavano l’acquisizione a favore di un museo pubblico, per garantirne una più ampia fruibilità, favorirne lo studio e diffonderne la conoscenza.
Il Ministero della Cultura ha perciò deciso di avviare la procedura di esproprio per pubblica utilità con assegnazione al Museo Archeologico Nazionale della Lomellina. Il museo avrebbe così ampliato le proprie collezioni con un nucleo importante, significativo anche per la storia del collezionismo locale, mentre la raccolta, dialogando con il patrimonio del museo, avrebbe trovato un più articolato contesto storico. Il lungo iter di acquisizione si è concluso di recente ed è importante offrire al pubblico la possibilità di ammirare un nucleo di oggetti particolarmente significativi, in attesa che, dopo i necessari interventi di restauro, si giunga ad una mostra complessiva prima e a un allestimento permanente poi.

Caratteri della collezione
Pur comprendendo oggetti riferiti ad un vasto arco cronologico, la Collezione Strada si caratterizza soprattutto per la ricchezza e la particolarità degli oggetti in vetro di età romana, che ne costituiscono indubbiamente il punto di forza. Quasi tutti i reperti provengono della Lomellina, territorio noto a livello archeologico proprio per l’abbondanza, la varietà e la raffinatezza della produzione vetraria.
I manufatti, rinvenuti in gran parte durante lavori agricoli tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento provengono per la maggior parte da corredi funerari, come prova l’integrità di molti di essi. I materiali comprendono diverse tipologie, dalla ceramica di uso comune a quella più raffinata, dai vetri alla coroplastica, dagli oggetti d’ornamento agli utensili in metallo. Nel tempo, Antonio Strada arricchì la raccolta di reperti ereditati con l’acquisizione di altre collezioni private: tra queste le più consistenti sono la Steffanini, composta di oggetti rinvenuti a Mortara e nei dintorni, e la collezione Volpi-Nigra di Lomello, costituita principalmente da reperti della necropoli delle Brelle. Non mancano pezzi di provenienza extra territoriale (Magna Grecia ed Etruria), probabili acquisti di viaggio o frutto di doni e scambi, e oggetti falsi o di dubbia antichità, come spesso si riscontra nelle collezioni.

Il percorso espositivo
Il nucleo di oggetti presentato in questa anteprima è esposto in due vetrine, collocate nella sala II del museo, dedicata all’età romana, situata nella cosiddetta terza scuderia del castello visconteo -sforzesco di Vigevano.
Nella prima vetrina sono esposti reperti databili tra la tarda età del Bronzo (XIII secolo a.C.) e l’epoca longobarda (VII secolo d.C.). In alcuni casi si tratta di testimonianze rare nel territorio ma per lo più sono manufatti che trovano ampio riscontro negli oggetti esposti in museo, sia nelle tipologie che negli ambiti culturali. Fra le testimonianze di età romana predomina per quantità la ceramica, con il vasellame di uso comune e prodotti più raffinati di importazione.
Purtroppo, come spesso accade nelle collezioni, la perdita dei contesti originari rende talora difficile precisare le datazioni.

Il gioiello della raccolta
La seconda vetrina raccoglie una selezione di manufatti in vetro: l’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto a noi integro. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi.
La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élites, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale.
Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.


LA COLLEZIONE STRADA. UN’ANTEPRIMA
8 luglio – 30 settembre 2022

Mostra progettata da
Direzione Regionale Musei Lombardia – Direttore Emanuela Daffra
Museo Archeologico Nazionale della Lomellina – Direttore Stefania Bossi

A cura di
Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi, Angelo Rossi

Progetto allestimento e grafica
Angelo Rossi, Giulia Camozzi

L’acquisizione della collezione e di conseguenza questa mostra non avrebbero potuto avere luogo senza il lavoro decennale della ora Soprintendenza ABAP per le province di CO, LC, MB, PV, SO, VA e il costante appoggio della Direzione Generale ABAP del Ministero della Cultura.

Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Sede e informazioni
Museo Archeologico Nazionale della Lomellina
Piazza Ducale, 20
27029 – Vigevano (PV)
Tel 0381.72940
FB | IG

Orari
Aperto dal martedì al sabato, dalle 9.00 alle 14.00.
Ingresso gratuito.

I Vincitori del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” – Premio alla ricerca artistica Under 35

Taormina, Palazzo dei Duchi di Santo Stefano

I Vincitori
del Premio Internazionale
Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti

Premio alla ricerca artistica – Under 35

La Giuria della prima edizione del Premio Internazionale Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” – composta da Lorenzo Benedetti Curatore e Storico dell’arte, Laura Cionci Artista, Mario De Candia Giornalista e Curatore, Piero Gagliardi Curatore e Storico dell’arte, Fabio Mongelli Direttore RUFA – Rome University of Fine Arts, Francesco Nucci  Presidente Fondazione VOLUME!, Filomena Rosiello Psicoanalista junghiana e Arteterapeuta, e coordinata da Roberta Melasecca Architetto e Curatrice – dopo attente valutazioni delle 125 candidature presentate da artisti under 35, ha designato i due vincitori ed attribuito tre menzioni speciali. 

Il Premio Giovan Battista Calapai“, avente valore netto di € 1000,00 e comprensivo di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stato assegnato a CAMILLA GURGONE

La Menzione Speciale Theodora van Mierlo Benedetti” del valore netto di € 500,00 e comprensiva di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stata assegnata a GISELLA CHAUDRY

La Giuria ha deciso di assegnare tre menzioni speciali Giorgia Errera, Nicolò Masiero Sgrinzatto e Angela Capotorto i quali saranno attenzionati da Angelo azzurro – A-HEAD e dai partner per le prossime iniziative. 

La premiazione si svolgerà il 3 settembre 2022 presso la “Sala Saffo” del Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina, con il patrocinio del Comune di Taormina. 

Gli artisti vincitori riceveranno anche due opere di Luca Guatelli della serie “White flower”.

Il Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”, dedicato alla ricerca artistica di artisti under 35, è promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS e dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD. Infatti Angelo Azzurro, attraverso il citato progetto, promuove l’arte contemporanea sviluppando un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali sostenendo le ricerche artistiche in tutte loro le declinazioni. 

Il progetto A-HEAD

Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 per volere delle famiglie Calapai e Lo Giudice per la lotta allo stigma dei disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti e dj di respiro internazionale: infatti con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro mira a sviluppare un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. 


INFO

Segreteria organizzativa
Roberta Melasecca
premiocalapai@gmail.com
tel. 3494945612

Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com
tel. 3386757976
https://associazioneangeloazzurro.org

Ufficio Stampa Angelo Azzurro
Barbara Speca
barbaraspeca@libero.it

Ufficio stampa A-HEAD
Roberta Melasecca
roberta.melasecca@gmail.com